Il Re accetta aiuti solo da Spagna, Gran Bretagna, Qatar ed Emirati. La Croce Rossa italiana: "Eravamo pronti a partire"
Man mano che si scava sotto le abitazioni, nelle catapecchie di campagna, sale sempre di più il numero di corpi ritrovati dai volontari in Marocco. Il bollettino ha superato ieri i 2.100 deceduti (tra cui quattro francesi), 2.400 feriti molti dei quali gravissimi. Il devastante sisma di venerdì notte - 7 gradi della scala Richter con epicentro 72 km a sudest di Marrakech - aggiorna ora dopo ora il suo bilancio. I volontari non cessano di cercare sopravvissuti sotto i calcinacci.
Nella provincia di Al-Haouz, epicentro del sisma, si contano già quasi 1.300 vittime, il numero più alto, mentre nella seconda provincia più colpita, quella di Taroudant, le vittime sono 450. Ogni tanto il buio regala un sorriso. Come quello di Saida Bodchich. I vicini la tirano fuori. "A mani nude - ha raccontato lei ad Al-Jazeera -. Ora vivo nella loro casa, la mia è distrutta".
I tre giorni di lutto proclamati nel Paese cementano lo spirito nazionale e gli sforzi per uscire dall’emergenza nonostante le rituali scosse di assestamento. Molti degli stranieri sono ripartiti nei loro rispettivi paesi, come gli italiani che si trovavano a Marrakesh. Sono oltre 500 i connazionali assistiti dalla Farnesina. Ieri seconda notte all’addiaccio per almeno 300mila persone a Marrakech, secondo i calcoli dell’ufficio umanitario dell’Onu (Ocha). In questi casi ci si aspetterebbe l’apertura ai soccorritori. Invece non sta accadendo.
Nel pomeriggio di ieri il Marocco ha fatto sapere che accetterà assistenza nei soccorsi per salvare gli intrappolati solo da quattro Paesi: Spagna, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Respinti Ue e Stati Uniti. Fonti diplomatiche fanno sapere che il Paese non ha attualmente bisogno di altri tipi di aiuto. Una chiusura netta alle generose proposte arrivate da tutto il mondo. Gli stranieri attivi nei soccorsi operano al momento a titolo personale.
Fonti della Croce rossa italiana commentano: "Restiamo pronti a partire con un nucleo di valutazione. Ci rimettiamo alla scelta del Paese. È attiva una raccolta fondi". Le donazioni sono possibili dal sito web di Cri. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadisce: a disposizione del Marocco c’è "il nostro team di emergenza e sostegno sanitario". Il ministro della Protezione civile Nello Musumeci offre a Rabat una squadra italiana di ricerca e soccorso composta da 48 unità specializzate dei vigili del fuoco (che sarebbero trasportate dall’Aeronautica in appena 5 ore). Inoltre, tende e brandine per mille persone e un posto medico avanzato. Ma ancora il governo marocchino non ha fatto sapere se intende accettare gli aiuti umanitari.
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