Due nuove scosse di magnitudo 6.4 e 5.8 hanno colpito la stessa provincia dove il 6 febbraio hanno causato la morte di oltre quarantasei mila persone
L'incubo del sisma non dà tregua alla Turchia. Mentre è ancora vivo il trauma del devastante terremoto che il 6 febbraio ha distrutto il sud est del paese al confine con la Siria, il 20 febbraio, alle 18,04 ora italiana, si sono verificati altre 2 scosse di magnitudo 6.4 e 5.8 ai confini con la Siria. Secondo le prime ricostruzioni ci sono almeno 6 morti e oltre 210 feriti. Tra le vittime una donna uccisa dal crollo di un blocco di cemento nella città Samandag, vicino ad Hatay. Invece, secondo alcuni giornali internazionali ci sarebbero altri civili sotto le macerie e altri feriti si registrano anche ad Aleppo e Idlib. La protezione civile aveva allertato per un’eventuale evacuazione per un’allerta tsunami in tutta la provincia colpita dalle scosse, ma poi rientrato. L'epicentro della scossa più forte, di 6.4, si è verificato tra Samandag, nei pressi del confine con la Siria, e Dafne, cittadina poco distante nell'entroterra.
Mentre la scossa minore, di magnitudo 5.8, è stata registrata nella provincia di Hatay, con ipocentro a 7 km.
Poco dopo è arrivato sul posto anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che nel pomeriggio si era recato nella zona e ha annunciato che in marzo inizieranno la ricostruzione "da zero" di tutte le città distrutte dal terremoto. "Vogliamo spostare il centro delle città che si trovano in pianura verso le zone di montagna”, ha affermato il presidente Turco riferendosi ai rischi associati ai disastri naturali.
Anche Antony Blinken, Segretario di Stato americano, arrivato in Turchia per sostenere la solidarietà, ha promesso che gli Stati Uniti continueranno ad assistere il Paese e portare aiuti alla popolazione colpita dal sisma.
Erdogan ha poi concluso che è stata data assistenza ad oltre 1 milione e 600 mila persone costrette a lasciare le proprie case dopo il sisma.
Anche l’Italia, con la Protezione Civile di Roma, sta intervenendo a sostegno della popolazione terremotata seguendo diverse Organizzazioni di Volontariato. La Protezione Civile ha fatto sapere di aver organizzato una raccolta di beni di prima necessità e attrezzature di soccorso per le vittime del terremoto. Predisposti sei hub di raccolta di beni e attrezzature di primo soccorso.
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