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Lo scorso 23 aprile, il MARA (Movimento Antinucleare Repubblica Argentina, composto da diverse organizzazioni di cittadini), si è mobilitato contro il piano nucleare e l’avanzata della lobby che intende installare nella località di Zarate un nuovo reattore (Hualong One) proveniente dalla Cina.
Nei differenti territori colpiti dalla intensa attività dell'industria uranifera in Argentina (La Rioja, Chubut, Rio Negro, Cordoba, Tucumán, Mar del Plata e Zarate a Buenos Aires), si è lavorato congiuntamente per rendere visibile al resto del paese le stragi ancora impunite ormai da decenni. E soprattutto evitare quelle future.
In una Argentina messa alle strette e disperata dalla crisi, la casta politica si unisce al di là dei colori di partito per continuare a scavare un pozzo sempre più profondo in nome dello sviluppo. La sua risposta di fronte alla difficile situazione non è altro che un deplorevole atto di subordinazione ai nuovi condizionamenti delle potenze straniere, il cedimento di   un paese in bancarotta.
Al fallimento dell'attuale piano nucleare argentino, tecnicamente ed economicamente impraticabile   in ogni sua fase (dal settore minerario, ai reattori, fino allo stoccaggio definitivo dei rifiuti), si è aggiunto il reattore sperimentale che la Cina impone come condizione di finanziamento per il mantenimento delle loro relazioni   commerciali.
Come corollario della giornata e delle manifestazioni in differenti città, Zarate ha avuto il grande onore della presenza di Nora Cortiñas, fondatrice di Madre di Plaza de Mayo, sempre presente quando gli altri tacciono, e pioniere in ogni battaglia fondamentale dell'Argentina.
La sua presenza senza alcun dubbio segna una nuova pietra miliare nel lungo percorso storico della militanza ambientale antinucleare in Argentina.
In un mondo dove la tensione geopolitica, ad iniziare da quella lungo le frontiere con la Russia, ora anche nucleare, definire un nuovo orizzonte di azione nell’immediato è una priorità per tutti, non importa dove ci troviamo.
Come MARA insistiamo che Alberto Fernández firmi, a nome di tutti gli argentini, il trattato di proibizione di armi nucleari, vigente nell'ONU da gennaio di questo anno, e annulli l'acquisto del reattore di uranio arricchito, sottoprodotto dell'industria bellica cinese.
Se si dovesse concretizzare il polo nucleare di Zarate con le due Atucha obsolete ed operative, oltre al prossimo reattore cinese, si trasformerà nel prossimo futuro in una minaccia permanente per tutta la regione. Meglio agire preventivamente.
Non c'è più tempo per dibattiti sterili.
Non c’è nemmeno più tempo per vigliaccherie; affrontare il vero potere è una responsabilità che tutti si devono assumere.
Ringraziamo tutti i compagni di tutto il territorio che sostengono questa lotta con ogni parola detta.
E grazie ancora una volta, attraverso la nostra "Norita", a tutte le Madri, per indicarci sempre la strada e riempirci di speranza e forza.
Hasta la Victoria Siempre!

Foto di copertina: Facebook MARA

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