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Con i giovani di tutto il mondo viviamo un’altra giornata di sciopero Mondiale per il Clima

In Argentina la partecipazione è stata massiccia: migliaia di giovani hanno partecipato giungendo da 20 città del paese di diverse province. La richiesta principale era: misure urgenti e concrete per mitigare la crisi climatica. Da parte di Our Voice è stata presentata una performance artistica verso la fine della giornata, nella Capitale Federale (CABA) di fronte al Congresso della Nazione.
Nel 2018 la allora giovanissima Greta Thunberg si assentò per tre settimane da scuola per fare un sit-in di fronte al parlamento svedese, con un cartello che recitava: “Sciopero Scolastico per il Clima”; dopodiché tornò a scuola continuando a mancare tutti i venerdì.
Questa sua azione è divenuta nota a tutto il mondo e ha scatenato un’onda di giovani che hanno unito le loro voci per un’azione climatica vera; così è nato il “Venerdì per il futuro”, che nel suo nome originario era “Fridays For Future”.
Ogni anno lo Sciopero Climatico assume sempre più forza e i giovani sanno che lo stile di vita che abbiamo condotto fin qua, basato sulla idea del progresso, è sbagliato ed è arrivata l’ora di cambiare paradigma.
Il panorama è alquanto desolante e per lo più complesso: la modalità in cui siamo organizzati come umanità lo ha distrutto tutto; il cibo che arriva nei nostri piatti proviene da terre che avveleniamo per produrre, i vestiti con cui ci vestiamo contaminano l’acqua e l’aria, i nostri mezzi di trasporto emettono gas che alimentano continuamente l’effetto serra nell’atmosfera, a loro volta le industrie distruggono gli ecosistemi che hanno la capacità di assorbire questi gas, e gli esempi che potremmo citare sono tanti altri. Come risultato ci stiamo avvicinando al collasso multisistemico, con il rischio di estinzione stimato per molto prima che finisca questo secolo.
Gli argomenti utilizzati dai difensori di tutte le industrie vengono proposti come conquiste per il popolo: la lotta contro la fame, lavoro per le persone, la crescita dell’economia perdono valore.
La realtà finisce sempre per dimostrarci che la crescita economica è sempre a vantaggio di loro stessi e al costo della salute degli abitanti del pianeta. È quell’1% della popolazione, il più ricco, è il maggior responsabile della gran quantità di emissioni di carbonio. Ne producono il doppio del 50 % dei più poveri.
A sua volta la popolazione più povera è la vittima principale della crisi climatica perché, non avendo i mezzi per adattarsi, patirà le conseguenze peggiori mentre l’1% più ricco avrà la capacità di farvi fronte.

L’ingiustizia è enorme
Siamo ancora in tempo per cambiare tutto? Siamo ancora in tempo per organizzarci come società affinché la crisi climatica in corso sia più lieve di quanto prevediamo (forse). Soprattutto affinché le popolazioni più vulnerabili siano protette, e gli ecosistemi e le specie che li abitano siano preservati e restaurati.
Ma per questo è necessaria una lotta culturale molto forte per combattere con ferocia le strutture criminali sulle quali si sostengono i progetti estrattivi imposti dall’imperialismo, con la corruzione dei nostri Stati.
La lotta culturale ha una grande battaglia dinanzi poiché la cosmovisione capitalista vede nella natura qualcosa da sfruttare senza badare alle necessità e desideri delle popolazioni che sono state modellate per non poter vivere se non consumando ciò che producono le industrie.


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Espressioni artistiche; tra loro gli Our Voice
Le diverse organizzazioni che hanno organizzato lo Sciopero del Fridays For Future: Giovani per il Clima, coordinatrice Basta False Soluzioni, Eco-House, Alleanza per il Clima, Ribellione o Estinzione (XR), Coscienza Collettiva e Sostenibilità Senza Frontiere hanno espresso le loro diverse posizioni nella seconda parte della giornata, iniziata fuori del Congresso della Nazione e durante la quale hanno parlato rappresentanti di moltissime organizzazioni mentre diversi artisti si sono espressi con la loro musica.
In questo contesto l’intervento del Movimento Our Voice ha fatto parte di questa intensa giornata con la sua visione di difesa della Terra: tre personaggi prendono vita in un mondo dove tutto è morto e si sentono solo notizie di cataclismi naturali; una di loro, terrorizzata nel vedere il suo corpo trasformato in plastica, cerca di fuggire; da una montagna di immondizia un uomo dai tratti bianco-occidentali si mette sulle sue tracce per assassinarla insieme ad altri personaggi che, affascinati dalle cose materiali, collaborano alla sua cattura. Le voci di Berta Cáceres, Greta Thunberg e Chico Méndez cominciano a sentirsi nel momento dell’assassinio della giovane che desiderava un mondo migliore. Gli altri si risvegliano alla vita ma ormai è troppo tardi.
È stata una performance artistica in difesa della Terra perché i giovani di Our Voice credono nell’Arte come esperienza mobilitante e rafforzante dei sentimenti di lotta. Anche da Paraná Our Voice ha partecipato allo sciopero.
La richiesta di una Legge delle Paludi, la feroce critica alla Legge di Promozione degli Idrocarburi, passando per la Legge degli Imballaggi ed il No all’Accordo Porcino con la Cina; questi sono stati gli argomenti principali.
Argentina: le assurdità della Legge per gli Idrocarburi
Risulta che in Argentina solo nel 2020 sono stati bruciati un milione di ettari di zone umide, arsura che continua ancora oggi con il fiume Paraná che vive la peggiore siccità degli ultimi 70 anni.
In questo contesto nazionale e mondiale di crisi climatica ciò che viene richiesto ai governi del mondo è di ridurre drasticamente le emissioni di carbonio, ed il nostro paese non solo non emette una legge a difesa delle zone umide bensì lavora per l’incentivo degli idrocarburi promuovendone la loro produzione negli ultimi 20 anni. Assurdo!!!
Infine, sempre presente la petizione per una transizione urgente ad un altro modello di produzione alimentare che non impoverisca le famiglie degli agricoltori, che renda possibile una vera sovranità alimentare, che abbia cura della salute della Terra e della popolazione. La richiesta di una transizione ad un’altra matrice energetica con emissioni di carbonio zero.
Ma la prima trasformazione deve essere innanzitutto quella della nostra cosmovisione come umanità perché la crisi prima di tutto è dei valori, di etica e spirituale. La riconnessione con la natura, con le altre specie e con la nostra specie è urgente.
Il paradigma della modernità ci ha frammentato in individui che competono tra di loro, ha distrutto i nostri legami sociali, cimentandosi nel razzismo e nel patriarcato, ci ha portato sull’orlo dell’abisso ed ora, nella fase finale, sono state giocate tutte le carte, perché a differenza della vita dei nostri nonni, a noi non ci resta più di mezzo secolo.

Foto © Our Voice/Leandro Gómez

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