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Da ormai sei anni l’Italia paga le conseguenze della crisi dei rifiuti in Campania. Il conto totale versato all’Europa fino ad ora è di 239 milioni di euro. A ricordarlo è il governatore Vincenzo De Luca, in un video caricato sulla propria pagina Facebook lo scorso 17 giugno.
Nel 2015 l’Europa imponeva al Paese una multa immediata di 20 milioni di euro, più una sanzione di 120 mila euro al giorno almeno fino alla creazione di una rete di gestione integrata dei rifiuti. Sono trascorsi quasi 6 anni e, visto il mancato adempimento delle riforme richieste dall’Unione Europea, l’Italia ha versato un totale di 239 milioni di euro.
Per far fronte a questi pagamenti, che hanno scadenza ogni sei mesi, il Ministero dell’Economia si è prontamente appoggiato alla Regione Campania, seppur le responsabilità non si limitino agli amministratori regionali.
Nel progetto di eliminazione delle ecoballe accumulate negli ultimi 30 anni, pari a circa 4,3 milioni di tonnellate, il primo passo era stato quello dell’esportazione di un milione di tonnellate al di fuori della Regione. L’immondizia, in effetti, veniva raccolta all’interno degli stir (Stabilimento di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti) regionali, per poi essere smaltita presso impianti esterni, come quelli situati in Lombardia, in Emilia Romagna e in Calabria. Ma in realtà, l’export campano non si ferma davanti ai confini nazionali: circa 158 mila tonnellate arrivano in Paesi come Spagna, Portogallo, Germania, Danimarca, Austria. All’inceneritore di Acerra finisce il 28% dell’immondizia totale prodotta annualmente, circa 700 mila tonnellate. Dei rifiuti organici, il 70% viene smaltito in impianti extra-regionali: 434 mila tonnellate delle circa 620 mila prodotte annualmente. Ovviamente, la soluzione dell’esportazione non ha portato alla risoluzione del problema né al soddisfacimento delle richieste della comunità europea.
Per ottenere la riduzione della sanzione è stato necessario che il Ministero dell’Ambiente discutesse con la commissione europea delle particolari condizioni e ad inizio 2021 si è valutato di concerto che la nuova linea di lavorazione iniziata presso l’impianto di Caivano (provincia di Napoli) potrebbe portare ad una diminuzione di un terzo della multa. Dal nuovo procedimento di trasformazione delle ecoballe, in effetti, si dovrebbe ottenere combustibile secondario solido che potrà essere utilizzato nelle centrali elettriche del resto d’Italia. A questo si sommerebbe poi la diminuzione di un ulteriore terzo grazie alla costruzione di un impianto a Giugliano (sempre in provincia di Napoli). La costruzione di questi impianti rappresenta la prima vera iniziativa che sembra andare incontro alle aspettative europee.
Con la sola struttura di Caivano si stima infatti la lavorazione di 400 mila tonnellate di rifiuti all’anno, equivalenti alle ecoballe di Villa Literno e di Caivano. L’impianto di Giugliano, la cui costruzione dovrebbe cominciare all’inizio dell’anno prossimo, dovrebbe eliminare le ecoballe rimanenti sul territorio campano.
Il progetto complessivo comprende, inoltre, la costruzione di ulteriori impianti di trasformazione e strutture di compostaggio dedicate alla lavorazione dei rifiuti organici. “Un programma gigantesco”, a detta del governatore De Luca, che dovrebbe dare inizio alla risoluzione della crisi dell’immondizia. In effetti, è proprio alla fine del suo intervento pubblicato in un video, che il governatore ha promesso di fare “della Campania la regione più verde d’Italia”.

Foto © Imagoeconomica

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