Sono passati 35 anni da Chernobyl ma l'umanità non ha imparato niente
Sembra incredibile che, nel nostro mondo, esistano ancora centrali di energia nucleare. È assurdo che dopo lo scoppio di due mostruose bombe atomiche, meno di un secolo dopo, ci siano oltre 13 mila bombe nucleari, nelle mani dei paesi più guerrafondai e potenti del mondo. Ma ancora più insolito, incredibile, allarmante e incomprensibile è che questo sia permesso. Le potenze mondiali hanno la capacità di far saltare in aria continenti interi solo premendo un bottone. Per ratificare il proprio potere di fronte agli imperi contro i quali si disputa il dominio di territori, di culture, di risorse naturali e di vite umane. Oggi 26 aprile, il Movimento Culturale Internazionale Our Voice, ha pubblicato nei propri canali social un discorso della sua fondatrice e direttrice, la giovane Sonia Bongiovanni, in cui ha espresso, dopo 35 anni dall'incidente nucleare più terribile della storia, la denuncia, l’indignazione e l’accorato appello alla coscienza di un'umanità indifferente.
“Ci sembra una follia che oggi, nel 2021, si continui ancora a parlare di energia nucleare, dopo le 200mila vittime di Hiroshima, le 80mila vittime di Nagasaki, le vittime di Fukushima e Chernobyl. Queste persone non sono numeri; sono persone che avevano la loro storia, sono persone che avevano un passato, una vita, una famiglia, bambine, bambini, genitori, madri”.
“Ci sembra una follia che il Giappone, dopo tutte quelle vittime, continui a finanziare l'energia nucleare con le sue 54 centrali nucleari. Ci sembra una follia che il Primo Ministro giapponese dica che riverserà in mare tonnellate e tonnellate di acqua radioattiva dalla centrale nucleare nell'Oceano Pacifico”.
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