È in corso un disastro ambientale in Russia. Lo riferisce Greenpeace attraverso una spedizione di alcuni suoi attivisti presenti in Kamchatka, sulla "spiaggia di Khalaktyrsky e altre baie vicine, che si sta muovendo verso un sito Unesco patrimonio dell'umanità, 'I vulcani di Kamchatka'”, nota meta balneare. Nella penisola si è verificata una tragica moria di animali marini, dove sono state raccolte "testimonianze dirette dell'inquinamento del mare, ancora di origine ignota". Le coste della penisola si sono ricoperte di centinaia di carcasse di pesci, granchi, polpi, foche e molte altre creature.
Sarebbe morto il 95% degli animali marini della zona, ha spiegato lo scienziato Ivan Usatov che, durante una serie di immersioni, ha scoperto la morte di massa degli organismi a 10-15 metri di profondità. Usatov ha affermato anche che alcuni grossi pesci, gamberi e granchi sono sopravvissuti, ma in numero molto ridotto.
Il fotografo subacqueo Aleksandr Korobok ha confermato il disastro ambientale in corso, parlando di un ecosistema compromesso e di conseguenze a lungo termine, poiché tutto in natura è interconnesso, aggiungendo di aver subito ustioni chimiche durante un’immersione.
Anton Morozov, direttore di Snowave, una delle principali scuole di surf della penisola, era stato tra i primi a denunciare che da tre settimane i surfisti avevano iniziato a presentare strani spiacevoli sintomi. Molti hanno lasciato il mare in fretta. I sintomi compaiono anche senza il contatto con l'acqua, ha spiegato Morozov in una testimonianza rilanciata dal popolare vlogger su YouTube Jurij Dud: bruciore agli occhi, mal di gola e vomito provocati dall'avvelenamento causato dall'insolito odore del mare. Morozov ha aggiunto anche che sul suo profilo Instagram ha pubblicato numerose immagini. Se i responsabili fossero più coraggiosi, ammettendo il loro errore e iniziando le operazioni di soccorso, forse potrebbero riportare la situazione sotto controllo.
Ad aver originato il disastro sembrerebbe essere stata la presenza nelle acque di una sostanza tossica. Greenpeace ha infatti commentato che l’acqua contiene livelli di prodotti petroliferi quattro volte superiori alla norma e 2,5 volte in più di fenolo.
Nonostante la denuncia di Morozov e la richiesta di un'inchiesta da parte di Greenpeace, le autorità sostengono che non si siano verificati incidenti industriali o altri eventi anomali nell'area. Il ministro dell'Ecologia russo Dmitrij Kobylkine ha assicurato in un'intervista a Rossija 24 che i valori dei campioni analizzati sono nella norma e che la moria è dovuta a un fenomeno di "origine naturale". Solodov, governatore della regione, ha spiegato che dopo le tempeste si crea un aumento della tossicità dei microrganismi in zona che provoca cambiamenti nel contenuto di ossigeno. L’inquinamento provocato dall'uomo, i fenomeni naturali o un terremoto correlato a un vulcano, sono invece le tre cause prese in considerazione.
Gli esperti interpellati dal giornale Novaja Gazeta e dall'agenzia di stampa Ria Novosti hanno ipotizzato la fuoriuscita di eptile, un carburante per missili estremamente tossico, da una delle tante installazioni militari presenti in Kamchatka. È a causa di queste strutture che la Kamchatka, tra le regioni più remote e di difficile accesso, è stata chiusa al pubblico fino alla caduta dell'Urss prima di diventare una meta amata dai turisti per la sua natura selvaggia, i suoi vulcani, le sue balene e i suoi orsi. Una commissione speciale, ha detto Solodov, esaminerà le acque nei pressi dei siti di test militari di Kozelskij e Radyginskij.
Disastro ambientale in Russia, la costa del Kamchatka diventa un cimitero
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- Marcello Sciacca