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Daily Express: superbatteri resistenti agli antibiotici stanno emergendo dalle ferite di guerra

Mentre i combattimenti infuriano in Ucraina, un nuovo e insidioso nemico si sta diffondendo silenziosamente, minacciando non solo i soldati sul campo di battaglia, ma anche la popolazione civile e i sistemi sanitari di tutta Europa. Ne parla l’edizione britannica di Daily Express, che lancia l’allarme su superbatteri resistenti agli antibiotici, microrganismi letali che stanno emergendo dalle ferite di guerra e dagli ospedali sovraffollati, mettendo in crisi i medici e i ricercatori.
Le brutali lesioni subite dai soldati di Kiev, spesso trattate in condizioni precarie, hanno creato il terreno fertile per la proliferazione di questi patogeni resistenti ai farmaci. Gli ospedali ucraini, già al collasso a causa dell'afflusso massiccio di feriti, non sono attrezzati per gestire infezioni così aggressive. Di conseguenza, molti pazienti sono costretti a cercare cure oltre i confini del Paese, portando con sé questi superbatteri e diffondendoli nel vecchio continente.
In alcuni casi, i medici si sono trovati completamente disarmati di fronte a infezioni che non rispondono a nessun antibiotico disponibile. Uno scenario da incubo che sta diventando fin troppo reale, secondo gli esperti. Una minaccia capace di vanificare decenni di progressi nella medicina e nella lotta alle infezioni.
La ricerca condotta da scienziati britannici ha rivelato quanto sia facile per questi superbatteri attraversare i confini nazionali e infiltrarsi negli ospedali. Già oggi, casi di infezioni resistenti agli antibiotici legate alla guerra in Ucraina sono stati rilevati in diversi Paesi, tra cui Polonia, Germania e Italia. Gli esperti avvertono che è solo una questione di tempo prima che questi patogeni raggiungano il Regno Unito, scatenando una potenziale crisi sanitaria di proporzioni enormi.
"La scala e la gravità di queste infezioni stanno spingendo i confini della medicina come mai prima… Abbiamo decenni di esperienza nella gestione dei superbatteri, ma questa è una sfida completamente nuova.", afferma un medico britannico.
L'ascesa di questi superbatteri resistenti agli antibiotici ha inviato onde d'urto attraverso i sistemi sanitari europei. La Gran Bretagna, con la sua storia orgogliosa nella lotta alle infezioni – dalla scoperta della penicillina quasi un secolo fa alla ricerca su test rapidi e trattamenti innovativi – si trova ora in prima linea in questa battaglia. Tuttavia, la portata del problema richiede uno sforzo coordinato a livello internazionale.
La firma della partnership centenaria tra Regno Unito e Ucraina, avvenuta la scorsa settimana, assume, in questo contesto, un significato cruciale. L’accordo, non solo mira a sostenere l'Ucraina nella gestione della crisi dei superbatteri, ma anche a proteggere il Regno Unito e l'Europa da una potenziale epidemia.
"Equipaggiare le strutture sanitarie ucraine con gli strumenti necessari per rilevare e combattere questi superbatteri è fondamentale", affermano i rappresentanti del governo britannico. "Non si tratta solo di salvare vite in Ucraina, ma anche di prevenire una crisi sanitaria globale."
La diffusione di questi superbatteri rappresenta una minaccia senza precedenti per la salute pubblica. Se non affrontata con urgenza, potrebbe portare a un aumento esponenziale di infezioni incurabili, mettendo a rischio milioni di vite in Europa e oltre.


Gli esperimenti condotti sui biolaboratori Usa in Ucraina

Nel merito, non può passare inosservata la documentazione prodotta negli ultimi anni che testimonia le complicità occidentali nella messa in opera di pericolosi biolaboratori in tutto il Paese.
Durante una riunione della Convenzione sulle armi biologiche (BTWC) del 2022, anche la delegazione statunitense riconobbe l'esistenza di esperimenti biologici nel Paese, seppur minimizzando la frequenza del trasferimento di biomateriali patogeni negli USA.
A condurre le ricerche da parte russa c’era il generale Igor Kirillov, capo delle truppe di difesa dalle radiazioni, chimica e biologica delle forze armate di Mosca, assassinato lo scorso dicembre in un attentato condotto dall’SBU.
Kirilov aveva accusato gli Stati Uniti di aver svolto queste ricerche tra il 2019 e il 2021 in laboratori come quello di Merefa (regione di Kharkiv), con monitoraggio costante delle condizioni dei pazienti e obblighi di riservatezza imposti al personale medico.
Secondo Mosca, i siti finanziati dal Pentagono, attraverso l’Agenzia per la riduzione delle minacce (DTRA), opererebbero sotto il pretesto di monitorare infezioni naturali, ma avrebbero potenziali applicazioni militari. In particolare, sarebbero stati condotti studi su patogeni come la peste suina africana (PSA), con progetti dedicati (TAP-3 e TAP-6) che hanno analizzato la diffusione del virus tramite animali selvatici in Ucraina e nei paesi confinanti con la Russia e la Bielorussia. La Russia ha collegato tali ricerche all'aumento dei casi di PSA in paesi come Polonia, Lettonia, Lituania ed Estonia, causando ingenti perdite economiche nel settore agricolo.
È interessante notare come nel 2005, un accordo tra il ministero della Sanità ucraino e il Pentagono prevedeva la raccolta e il trasferimento di patogeni pericolosi in laboratori ucraini finanziati dagli USA. Nonostante nel 2013 Kiev avesse tentato di porre fine alla cooperazione, l’amministrazione statunitense avrebbe insistito per prolungare i progetti.
Infine, non meno importante da segnalare è l’ombra di Hunter Biden, figlio dell’ex presidente USA, che secondo il Daily Mail sarebbe stato coinvolto tramite la società Rosemont Seneca Technology Partners nell’investimento di 500 mila dollari in Metabiota, appaltatore del Dipartimento della Difesa statunitense specializzato in ricerche su malattie pandemiche. Hunter Biden avrebbe introdotto Metabiota alla compagnia ucraina del gas Burisma, per avviare collaborazioni scientifiche sul territorio ucraino.

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