Il quadro allarmante di Legambiente: dal 1992 al 2023, le ecomafie hanno realizzato un reato ambientale ogni 18 minuti
Oltre 900 mila reati: è questo il numero dei crimini ambientali commessi dalle ecomafie negli ultimi trent’anni. Un dato inquietante, rilevato da Legambiente, che certifica come questi crimini vengano perpetrati al ritmo di un reato ogni 18 minuti. Attraverso il suo “Rapporto Ecomafia 2024”, Legambiente ha fornito una fotografia preoccupante dell’Italia, quella di un Paese che fatica a combattere questo tipo di reati. Reati che sono senza dubbio frutto dell’operato criminale, ma anche di un contesto sociale ed economico che spesso sembra favorire questo tipo di attività. Il giro d’affari generato dai reati ambientali è, infatti, vertiginoso: quasi 260 miliardi di euro in trent’anni, un vero e proprio “fatturato” illegale che ha alimentato le casse di 378 clan mafiosi censiti, appartenenti alle principali organizzazioni criminali italiane. Non sorprende, dunque, che tra il 1992 e il 2023 le ecomafie abbiano operato con una costanza impressionante, generando numeri eloquenti: 79,7 reati ambientali al giorno. Un ritmo che ha portato a 727.771 persone denunciate e oltre 224.000 sequestri, dimostrando quanto sia radicato questo fenomeno. Il volume d’affari legato ai reati ambientali è stato alimentato anche da una strategia quasi imprenditoriale delle mafie, che negli anni hanno diversificato i propri interessi. Si sono infiltrate nell’economia illecita legata all’ambiente, spaziando dal traffico di rifiuti allo sfruttamento illecito delle risorse naturali. Le regioni italiane più colpite dagli interessi delle ecomafie sono Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, con la Campania, purtroppo, al primo posto della classifica. Tuttavia, non mancano coinvolgimenti anche nelle regioni del Nord Italia, dove la Lombardia emerge per il maggior numero di ecoreati. Tuttavia, uno degli aspetti più significativi del “Rapporto Ecomafia 2024” riguarda il traffico di rifiuti, uno dei reati più redditizi tra quelli commessi dalle ecomafie. Dal 2002, anno di entrata in vigore del Decreto Ronchi, che ha introdotto misure specifiche contro questo tipo di fenomeno, sono state avviate 608 inchieste, con oltre 3.400 arresti, 10.772 denunce e il coinvolgimento di quasi 1.700 aziende. I rifiuti sequestrati superano i 60 milioni di tonnellate: una quantità che, immaginata trasportata su camion da 25 tonnellate ciascuno, formerebbe una fila lunga ben 33.000 chilometri, pari a una volta e mezzo la circonferenza terrestre. Tra i materiali sequestrati spiccano i fanghi di depurazione e i rifiuti industriali misti, che rappresentano rispettivamente il 40% e il 39% del totale. Insomma, il quadro tracciato da Legambiente non lascia spazio a dubbi: i numeri inquietanti relativi alle attività delle ecomafie negli ultimi trent’anni sottolineano la necessità di interventi seri e tempestivi per proteggere il patrimonio naturale del Bel Paese, tutelando al contempo e nel migliore dei modi, sia il tessuto sociale che quello economico.
Fonte: RaiNews
ARTICOLI CORRELATI
Trame Festival: presentata anteprima Rapporto Ecomafia Legambiente
Libera, Avviso pubblico e Legambiente all'unisono: ''Su codice appalti noi ignorati''
Ecomafia 2021. Tutti i numeri sulle illegalità ambientali in Italia. Le 10 proposte di Legambiente