Il direttore generale dell'AIEA, Rafael Grossi: “La sfida nucleare è tornata e il Trattato di non proliferazione vacilla”
Nell'attuale scenario geopolitico, la minaccia atomica sta tornando pericolosamente al centro dell'attenzione, alimentando dibattiti internazionali in un clima di crescente instabilità. Rafael Grossi, direttore generale dell'International Atomic Energy Agency (AIEA), attraverso una recente intervista al “Financial Times”, ripresa anche in Italia dal “Corriere della Sera”, ha espresso preoccupazione per l’aumento dell’interesse da parte di alcuni Paesi “importanti” a dotarsi di armi nucleari, un fenomeno che non si vedeva con tale intensità dai tempi della Guerra Fredda. Questa situazione, sempre più delicata, sta mettendo a dura prova il Trattato di non proliferazione nucleare, l’accordo firmato nel 1968 per limitare la diffusione degli arsenali atomici nel mondo. Il trattato si basa su tre pilastri fondamentali: la non proliferazione delle armi nucleari, il disarmo (con l'impegno delle nazioni dotate di armi nucleari a ridurre i loro arsenali) e la cooperazione nell'uso pacifico della tecnologia nucleare. Secondo Grossi, “questi Paesi stanno discutendo pubblicamente” la possibilità di rivedere il Trattato di non proliferazione nucleare; “una cosa che prima non avveniva”.
L’Iran e il rischio di una corsa agli armamenti in Medio Oriente
Anche Nicholas Miller, assistente professore al Dartmouth College negli Stati Uniti ed esperto di proliferazione nucleare, ha parlato dei rischi legati alle armi atomiche e all'aumento della “competizione geopolitica tra le grandi potenze”. Riguardo all'Iran, Miller ha spiegato che recentemente diversi funzionari iraniani hanno ipotizzato la possibilità di acquisire armi nucleari, nonostante l’AIEA - come riportato dal Financial Times - abbia affermato di non avere prove che l'Iran stia procedendo in questa direzione. Masoud Pezeshkian, il nuovo presidente iraniano, ha dichiarato di voler migliorare le relazioni con l'Occidente e negoziare un accordo per porre fine allo stallo nucleare, parole che fanno ben sperare. Del resto, un'inversione di tendenza da parte dell’Iran porterebbe quasi certamente a una reazione a catena in tutto il Medio Oriente, già fortemente instabile. Infatti, il leader dell'Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, intervistato da “Fox News”, ha precisato che, se l'Iran dovesse sviluppare una bomba atomica, anche l'Arabia Saudita valuterà se averne una.
Rafael Grossi © Imagoeconomica
La deterrenza nucleare e l’aumento delle tensioni globali
Le cose non vanno meglio in altre parti del mondo. La Cina sembra intenzionata a espandere il suo arsenale atomico, mentre critica “l'ombrello nucleare” offerto dagli Stati Uniti ai Paesi europei e asiatici, considerandolo una violazione del Trattato di non proliferazione. Nel frattempo, il presidente americano Joe Biden ha chiesto ai militari di prepararsi a un potenziale conflitto nucleare coordinato tra Cina, Russia e Corea del Nord. Nel frattempo, in Corea del Sud sembra crescere il consenso verso la creazione di un deterrente nucleare, mentre le tensioni tra Cina e Taiwan restano sempre elevate. Un eventuale scontro diretto tra i due Paesi provocherebbe quasi certamente l'intervento degli Stati Uniti, garanti della sicurezza di Taiwan. Con la guerra in Ucraina, l’attenzione verso le armi nucleari sembra crescere anche in Europa. Recentemente, il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato la necessità di proteggere il vecchio continente attraverso un ombrello nucleare francese, un’opzione che, secondo lui, dovrebbe essere presa seriamente in considerazione nel caso in cui Donald Trump tornasse alla Casa Bianca, in seguito a una sua possibile vittoria nelle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti.
La fine del “Trattato New START” e l’inizio di un futuro sempre più incerto
Oltre al Financial Times, anche il Bulletin of Atomic Scientists, l'organizzazione senza scopo di lucro nota per il famoso “Orologio dell'Apocalisse”, ha evidenziato una situazione di grande instabilità e pericolo. Secondo il Bollettino degli scienziati atomici, gli Stati Uniti hanno avviato un vasto programma di modernizzazione nucleare, che prevede l'aggiornamento di missili intercontinentali, sottomarini e bombardieri. Nei prossimi decenni, ogni sistema di lancio nucleare sarà sostituito con versioni più recenti, con un costo totale stimato che supera il trilione di dollari. Tuttavia, ciò che preoccupa maggiormente sono le azioni degli Stati Uniti e della Russia riguardo al “Trattato New START”, un accordo di controllo delle armi nucleari entrato in vigore nel febbraio 2011. La Russia ha deciso di sospendere la sua partecipazione nel febbraio 2023, mentre gli Stati Uniti, che considerano questa decisione “non legalmente valida”, hanno risposto con alcune “contromisure”, tra cui la sospensione degli aggiornamenti e delle notifiche sui dati relativi ai lanci di missili balistici intercontinentali e sottomarini. Il trattato scadrà nel 2026, sollevando dubbi sul futuro della limitazione degli arsenali nucleari, che stanno già diventando più numerosi e avanzati.
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