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zanotelli assange

Centinaia di persone in presidio a Napoli nel cosiddetto Day X, con manifestazioni in tutto il mondo a sostegno di Julian Assange mentre all'Alta corte di Londra arriva l'ultimo appello contro l'estradizione negli Stati Uniti del fondatore di WikiLeaks. Gli attivisti di Napoli, città che lo scorso novembre ha conferito la cittadinanza onoraria al giornalista australiano, si sono dati appuntamento oggi pomeriggio nei pressi della rotonda Diaz, a poca distanza dal consolato generale Usa con un grande dispiegamento di forze di polizia a presidiare la sede di piazza della Repubblica. "Non mi aspettavo un tale dispiegamento di polizia ad accogliere una manifestazione pacifica", ha detto il missionario comboniano padre Alex Zanotelli, tra i primi a raggiungere il sit-in.
"Potrete bloccare noi - ha spiegato una donna nel corso della manifestazione, rivolgendo lo sguardo verso il consolato - ma la forza della verità verrà sempre fuori. Le luci del consolato sono accese: vogliamo dirvi che la vostra nazione tiene in carcere di massima sicurezza un uomo che ha solo avuto il coraggio di fare il suo lavoro". Il coro "Julian Assange è innocente" ha accompagnato il breve corteo dei manifestanti, aperto da cartelli con la scritta "Free Assange". In molti indossavano maschere raffiguranti il viso del giornalista; in alto manichini con i volti di Joe Biden, Donald Trump, Mike Pompeo e Re Carlo III. "A Napoli, da circa un anno e mezzo, è in atto una importante mobilitazione su questo tema. Oggi - ha raccontato all’agenzia Dire Francesco Romanetti di Free Assange Napoli - insieme ad altri capitali europee e mondiali, manifestiamo in occasione del Day X, il giorno in cui l'Alta Corte di Londra deve decidere sull'estradizione. Ricordiamo che nel caso in cui si dovesse decidere per l'estradizione, Assange rischia 175 anni di carcere per aver mostrato i crimini commessi dagli americani in Iraq e Afghanistan". Tante le bandiere palestinesi presenti in piazza così come diversi cartelli a sottolineare il valore della libertà di stampa. "Riteniamo che questa tematica sia connessa a quella della compressione della democrazia alla quale si assiste in tutto il mondo, e anche in Italia, con provvedimenti come la legge Bavaglio e altri che puntano a comprimere la libertà di stampa, così come il massacro di palestinesi a Gaza sta avvenendo in una situazione in cui la libertà di stampa è limitata. Oltre 130 giornalisti palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano", ha ricordato Romanetti. "Perché tanta cattiveria da parte del governo americano? È incredibile vedere l'odio che c'è contro Assange - ha ribadito Zanotelli -. Sembra quasi incomprensibile, ma Assange ha toccato il punto debole degli Stati Uniti: il complesso militare industriale. Londra non deve consegnarlo agli Usa, perché sarebbe un grande tradimento alla verità. Assange ha rivelato al mondo la verità di quello che ci sta dietro a queste guerre, in Afghanistan, in Iraq. È fondamentale saperlo, altrimenti i governi di tutto il mondo continueranno a prenderci in giro. Un grazie a quest'uomo: senza di lui non avremmo saputo nulla. È fondamentale continuare a sostenerlo". “Siamo qui per difendere il giornalismo, che purtroppo non ci sta raccontando le cose come dovrebbe. Basti pensare alla narrazione sull’Ucraina e sulla Palestina. Abbiamo bisogno di un giornalismo sano che ci racconti la verità”, ha concluso Zanotelli.

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