Nella tarda serata di ieri, 17 ottobre, nella città di Gaza l’ospedale al-Ahli Arab, gestito dalla diocesi anglicana di Gerusalemme, attraverso la ong American Friends of the Episcopal Diocese of Jerusalem fondata nel 1998 e attiva in Palestina, Israele, Giordania e Libano, è stato colpito causando la morte di almeno cinquecento persone. Già sabato sera era stato colpito dai raid israeliani il Centro diagnostico per il trattamento del cancro della struttura. Fondato nel 1882, l’ospedale aveva 80 posti letto. Ma dall’inizio dell’assedio della Striscia aveva aperto le sue porte a tutti quelli che poteva, così come le altre strutture sanitarie. Noto per la diagnosi precoce del cancro al seno, alla fine della scorsa settimana dava rifugio a circa 6.000 sfollati, rimasti in mille dopo il raid di sabato.
Del tutto inosservata ieri, poco prima della strage, la notizia secondo cui un attacco israeliano aveva colpito una scuola dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati causando decine di morti tra le quattromila che lì avevano trovato riparo.
In un tweet poi cancellato, il portavoce dell’esercito israeliano, Hananya Naftali, ha subito commentato l’attacco all’ospedale, affermando che era stata colpita una base terroristica di Hamas al suo interno. Successivamente, un altro tweet proveniente dall’esercito israeliano provava che il missile lanciato sull’ospedale di Gaza era palestinese. Una conversazione intercettata dalle forze armate israeliane, poi condivisa sui social, proverebbe inoltre che l’esplosione sarebbe stata causata da un errore nel lancio di un missile da parte dei militanti di Hamas. Ma, replica un funzionario palestinese “i missili di Hamas non hanno questo potenziale distruttivo, come invece le armi di Israele che vengono usate per distruggere i tunnel. E gli israeliani dicono sempre cose che alla lunga non sono vere”.
Il Wall Street Journal si spinge ad affermare che “la bomba sganciata sull’ospedale Baptist era una MK-84 americana”, che può essere sganciata solo da un aereo di cui Hamas non dispone. Secondo il quotidiano statunitense, si tratterebbe dello stesso tipo di bomba che avrebbe già causato una strage simile in un ospedale iracheno durante l’occupazione americana.
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Secondo l’esperto militare russo Alexey Leonkov, dalla forza dell’esplosione e dal suono caratteristico di caduta, è probabile invece che sia stata utilizzata una bomba GBU-31, di fabbricazione statunitense. Per il ministero degli Esteri russo Israele dovrebbe fornire immagini satellitari per dimostrare che non è stato l’esercito israeliano ad attaccare l’ospedale, così come ha sempre fatto la Russia ogni volta che è stata accusata di un crimine che non ha commesso.
L’attacco ha scatenato proteste e rivolte nei paesi a maggioranza musulmana, tra cui Libano, Giordania, Turchia e Tunisia. A Beirut Hezbollah ha invocato “una giornata di rabbia senza precedenti”. I manifestanti, radunati davanti all’ambasciata statunitense, hanno lanciato sassi contro la recinzione di sicurezza tentando di scalarla, dopodiché la polizia ha risposto con gas lacrimogeni e idranti. Secondo quanto riferito, i manifestanti hanno anche tentato di irrompere nell’ufficio della Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l’Asia occidentale nel centro di Beirut.
Il leader dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha proclamato tre giorni di lutto. Nella città di Rāmallāh e in altre località della Cisgiordania sono scoppiati violenti scontri tra la popolazione e gli agenti di polizia palestinesi. L’Autorità nazionale palestinese è infatti percepita come troppo morbida e accondiscendente verso Israele.
Il vertice a quattro ad Amman tra il presidente Usa Joe Biden, il re Abdullah II (secondo) di Giordania, il capo di Stato dell’Egitto al-Sīsī e Abu Mazen è stato cancellato su richiesta di Amman, dove una folla inferocita ha bruciato le bandiere israeliane e ha cercato di assaltare l’ambasciata d’Israele. Anche il presidente dell’Egitto al-Sisi ha condannato il “deliberato attacco” di Israele: “È una chiara violazione del diritto internazionale e umanitario”. In Turchia, una nutrita folla sventolante bandiere palestinesi e urlante slogan antisionisti ha protestato vigorosamente di fronte al consolato di Israele a Istanbul. Simili manifestazioni di sdegno si sono tenute simultaneamente in altre città turche. A Malatya, nella Turchia orientale, un gruppo di dimostranti ha cercato addirittura di irrompere nella base militare della NATO, dove sono di stanza soldati americani.
In assenza di sedi diplomatiche israeliane, a Teheran si è radunato un gran numero di contestatori davanti alle ambasciate occidentali di Regno Unito e Francia, prese di mira con lancio di uova. Il presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Ebrahim Raisi, ha tuonato minaccioso: “Le fiamme delle bombe israelo-americane divoreranno presto Israele”. Hezbollah ha proclamato un “giorno di rabbia senza precedenti” contro le azioni di Israele e in occasione del tour in Medio Oriente di Biden. La bandiera nera è stata issata sul Santuario Razavi a Mashhad, in Iran. Per alcuni è segno di guerra o di vendetta, per altri segno di supporto per il dolore dei palestinesi. Al di là di quello che ad Israele verrà imputato, è in atto la pulizia etnica ed il genocidio del popolo palestinese. «L’obiettivo degli israeliani è chiaro, hanno detto no cibo e no acqua», ha sottolineato Abeer Odeh, Ambasciatrice di Palestina in Italia.
Emirati Arabi Uniti e Russia hanno chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, una richiesta reiterata anche dal capo della diplomazia palestinese Abu Mazen che ha chiesto la condanna di Israele dichiarando di non permettere una nuova Nakba nel XXI° secolo. Il Regno dell’Arabia Saudita ha condannato ufficialmente l’atroce crimine attribuendolo alle forze di occupazione israeliane. Sulla stessa linea anche il presidente turco, Recep Erdogan, secondo cui l’attacco all’ospedale costituirebbe “l’ultimo esempio di attacchi israeliani privi dei valori umani più basilari”.
Dall’altra parte del mondo, «la Cina, che condanna fermamente l’attacco all’ospedale di Gaza, chiede un cessate il fuoco immediato e la cessazione delle ostilità e ogni sforzo possibile per proteggere i civili ed evitare un disastro umanitario ancora peggiore», ha sottolineato il portavoce del dicastero degli Esteri di Pechino.
I quotidiani occidentali si allineano invece alla versione israeliana, ma peggio fa il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, che su X twitta: “Abbiamo assistito sgomenti a ciò che è accaduto ieri sera. La bomba che ha colpito l’Al-Ahli Arabi Baptist Hospital a Gaza ha ucciso centinaia di palestinesi inermi e ferito la coscienza di tutti noi. La comunità internazionale deve proteggere i civili innocenti e punire Hamas”.
Tratto da: casadelsole.tv