Crescere Informandosi, incontra Antonio Ingroia, una vita da magistrato ed ora avvocato penalista, da alcuni anni in prima fila sulla questione Julian Assange.
La vicenda Assange pare ormai finita nel dimenticato e quasi più nessuno ne parla. Il giornalista australiano è ormai detenuto nel penitenziario di massima sicurezza di Belmarsh, situato nel quadrante sudorientale di Londra, dall’11 aprile 2019. Le condizioni di salute di Julian Assange peggiorano sempre più ed ora sono decisamente preoccupanti ed ormai la sua vita è a rischio. Siamo in attesa della decisione dell’High Court di Londra contro l’estradizione negli Stati Uniti. Una decisione che speriamo possa essere diversa da quanto formulato finora dalla giustizia inglese.
Il destino di Julian Assange è realmente già segnato? Dopo 13 anni, quali le gravissime conseguenze derivanti dalla diffusione delle notizie tramite Wikileaks? Su cosa si fonda l’intransigenza americana contro Assange? Condivide l’ipotesi che gli Stati Uniti preferiscano che Assange muoia nel Regno Unito per evitare un processo che potrebbe avere effetti devastanti nel mondo dell’informazione? Perché mediaticamente non si parla più del giornalista australiano? Cosa ci insegna questa vicenda?
Queste e molte altre le domande ed i temi affrontati nel corso di questa intervista.
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