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Amnesty International: “Sono anni che le famiglie dei dispersi provano ad ottenere informazioni sui loro cari”

Con 83 voti favorevoli, 11 contrari e 62 astenuti, l’Assemblea generale dell’Onu ha istituito un organo indipendente al fine di far luce sul destino di migliaia di persone scomparse in Siria dal marzo del 2011 ad oggi. Da quel momento, infatti, il governo guidato dal Presidente Bashar al-Assad ha dovuto affrontare una rivolta popolare iniziata in modo pacifico, ma che nel tempo si è trasformata in una ribellione di tipo militare con le milizie dei ribelli da un lato e le forze militari governative dall’altro. Dallo scoppio della rivolta popolare - ha fatto sapere “Save The Children” - hanno perso la vita più di 350 mila persone, di cui quasi una persona su 13 era un bambino. Inoltre, sempre a causa del conflitto, sarebbero scomparse oltre 100mila persone, in buona parte rinchiuse nelle prigioni di Assad. Per questo motivo - come ha reso noto il quotidiano “La Repubblica” - diverse organizzazioni che raccolgono le famiglie delle persone scomparse in Siria, insieme a 101 organizzazioni per la difesa dei diritti umani, hanno chiesto che venisse approvata la risoluzione. Tra queste organizzazioni figura anche “The Syria Campaign”, che ha più volte denunciato la scomparsa dei siriani, vittime non solo del regime di Assad, ma anche di altri gruppi armati ed estremisti come l’ISIS.


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Tra gli scomparsi ci sono oppositori politici, difensori dei diritti umani, medici, operatori umanitari e persone che provengono da aree che si sono opposte al governo del regime di Assad. Nella maggior parte dei casi - ha denunciato “The Syria Campaign” - sono detenuti in centri sotterranei non ufficiali e angusti dove non hanno accesso o comunicazione con il mondo esterno e sono esposti a condizioni orribili”. Sui “desaparecidos” siriani è arrivata anche la denuncia di Agnès Callamard, segretaria generale di “Amnesty International”. “Per più di dieci anni le famiglie dei dispersi hanno affrontato enormi difficoltà nell'ottenere qualsiasi informazione sulla sorte dei loro cari, una questione - ha precisato Callamard - che tutte le parti in conflitto non sono state disposte ad affrontare lasciandoli in uno stato di perpetua agonia e incertezza”. Una situazione, quella siriana, resa ancora più difficile dai terremoti che a febbraio di quest’anno hanno colpito il territorio. “Save The Children” ha stimato, infatti, che le persone colpite dai terremoti in Siria siano circa 3,7 milioni. Inoltre, la situazione sembra essere particolarmente critica nel Nord-Ovest della Siria, dove le persone sono ben lontane da riuscire a soddisfare i propri bisogni primari, sia per gli effetti devastanti dei terremoti che per i 12 lunghi anni di combattimenti militari.

Fonte: Ansa

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