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Intervista a Jean Georges Almendras a Radio Ribelle di Rosario (Argentina)

“Non vogliamo che pensi come noi, ma vogliamo che pensi” una frase che ricorda il filosofo francese Voltaire di cui sempre si è detto difendesse la libertà di pensiero.
Julio Leiva e Laurato Ruiz hanno chiuso definitivamente il loro ciclo di Vox Populi, un programma di Radio Rebelde di Rosario, Argentina, sabato 25 febbraio. Senza dubbio, lo spazio di giornalismo radiofonico ha cercato di approfondire temi sociali, dalla voce di due uomini che hanno detto di non voler essere schiavi del sistema. Due professionisti della comunicazione che hanno voluto dedicare la loro ultima puntata in radio al tema del crimine organizzato e ai sistemi criminali nella regione, e nel mondo.
Preoccupati dall’incremento della criminalità nella città di Rosario, e della crescente infiltrazione dei sistemi criminali nella vita “democratica” delle società - o dalle azioni criminali senza controllo nelle strade per mano di sicari e le minacce sempre più pesanti ai cittadini -, Leiva e Ruiz hanno intervistato il direttore di Antimafia Dos Mil, Jean Georges Almendras. La profondità dei temi e le conclusioni tratte da questo dialogo di circa 30 minuti, hanno lasciato molte riflessioni sul sistema di vita che “si autoalimenta” dalla vita criminale, come ha detto Almendras.

Di seguito l’intervista:
Il crimine organizzato in America Latina attua metodologie mafiose, ma la mafia in concreto è una delle peculiarità dell'Italia, con quattro mafie che hanno circa 200 anni. Non sono gruppi organizzati che hanno cinque anni di storia.
La realtà dei nostri giorni è che il sistema criminale integrato ha a disposizione elementi che fanno parte della comunità umana, altrimenti non possono penetrare. Il crimine organizzato avente metodologia mafiosa non entra in banca a mano armata, non dice 'mani in alto, questa è una rapina' e porta via il tesoro nelle casseforti. La logica criminale ha un potere di penetrazione molto più profondo e sofisticato che non mira solamente ad espandere i propri affari.
Quando parliamo di criminalità organizzata con metodologia mafiosa, dobbiamo capire come si sviluppa un'attività commerciale. I criminali di oggi che rientrano in quella categoria, che lavorano con una mentalità imprenditoriale, perché il loro obiettivo è ottenere dividendi economici, e manovrare il sistema politico; non serve più comprare politici, perché loro stessi sono già parte del sistema politico.
Sulla funzionalità delle organizzazioni criminali che operano nella regione, ha voluto lasciare chiaro che esistono differenze tra la mafia italiana ed il crimine organizzato: “La criminalità sudamericana non ha i parametri della mafia italiana, ma prende esempio dalle metodologie mafiose, e ha contatti con le mafie italiane”.
C'è l’inquinamento della logica criminale nel sistema di potere, ed è importantissimo seguire il movimento del denaro, il riciclaggio di denaro, perché in questo momento il criminale dovrebbe agire senza fa cadere una goccia di sangue. In realtà, in Italia, attualmente, non ci sono i grandi attentati, perché la penetrazione avviene in altre modalità.
In altri paesi dell'America Latina, Brasile, Uruguay, Paraguay c’è un altro livello, non c’è spargimento di sangue di esecuzioni mafiose - che certamente ci sono -. Loro ricorrono alla violenza come estrema ratio, quando ci sono conflitti tra i gruppi criminali operanti.

Julio Leiva ha commentato che è interessante comprendere come funziona il reato mafioso: 

- Io particolarmente per esperienze vissute in Brasile credo che il crimine organizzato vada a colmare le necessità delle persone comuni considerando che lo Stato viene a meno nella sua responsabilità nei confronti del benessere generale, e quindi questo li rende più simpatici alla popolazione, come se si trattasse di un male necessario, come direbbero gli antichi. Come lo vedi? 

Totalmente d’accordo. Lo Stato è stato paternalistico lungo la storia, in differenti realtà sociali e politiche… ma parlando dell'America Latina, benché questo accada anche in Italia, parliamo di paesi che non sono di primo mondo in quanto a potenza militare o economica. Il sistema mafioso trova sempre delle utilità, quando ci sono carenze dello Stato. Quando lo Stato non offre comodità, copertura e logistica per avere una buona vita umana, come minimo degna, quando i giovani non trovano lavoro, quando c'è una necessità sotterranea di incentivare il delitto - perché il delitto diventa socio dello Stato -, dove c'è delitto c'è caos, c'è deterioramento umano, di valori. Dove l'educazione è inquinata, è lì che si approfitta la mafia. Quanto più ignoranti siano le comunità umane, più domina la logica criminale.

Mafia e capitalismo
La mafia è funzionale al capitalismo ed il capitalismo è funzionale al sistema mafioso, perché si autoalimentano. Non perché pensino al benessere, affinché, le persone abbiano buoni stipendi, no. Ci sono settori vulnerabili, non c'è lavoro, c'è disperazione, fame nelle strade… tutto è vantaggioso per la mafia. 
La logica criminale nei territori dell'America latina tiene ben in considerazione tutti questi elementi, perché fanno parte del loro terreno fertile per avere a disposizione manodopera, di cui hanno bisogno per esempio per esecuzioni mafiose, non necessariamente per uccidere un procuratore come Pecci, crimine che ci ha permesso di vedere la transnazionalità della criminalità. In Uruguay ci sono, per esempio, gruppi di narcotraffico interno che si avvalgono di sicari giovani che uccidono per 3 mila pesos uruguaiani. È problematica che interessa gli strati del potere: potere esecutivo, potere legislativo e potere giudiziario.
- Mi viene in mente una situazione particolare che fa pensare che in realtà si tratti di una normativa del capitalismo finanziario, mi riferisco ai paradisi fiscali ed ai conti offshore aumentati in gran numero negli ultimi cinque anni, dove il denaro sporco si mischia con quello evaso per non pagare le tasse, e anche con il denaro frutto della vendita di droga, prostituzione, ecc, e che continuano a sostenere un’economia criminale sistematica.
Un'economia criminale che ha un obiettivo ben chiaro: sedersi sulle poltrone dei dirigenti degli Stati di diritto. In certa misura è quello che cerca la logica criminale. Subdolamente anche attraverso elezioni nazionali che mettono sul tappeto pubblico personaggi che fanno parte del sistema criminale. Lo vediamo in Italia. Giorgia Meloni proviene da ambienti vicini al neofascismo, ed il neofascismo è funzionale al sistema mafioso. L'Italia è la casa madre del sistema mafioso mondiale; il punto di riferimento è sempre stato Cosa Nostra. Il capitale finanziario  è molto coinvolto, così come il sistema politico.
In riferimento a Mauricio Macri, da quando è salito al potere, e anche dopo che è andato via, il fantasma che lui fosse mafioso è sempre stato presente, e non per caso. La sua famiglia, la sua origine, viene da Reggio Calabria (terra della 'Ndrangheta, ndr). Se iniziamo a collegare dei fatti durante la sua permanenza al potere, risoluzioni, discorsi, atteggiamenti, è sempre trasudata una logica mafiosa, o per lo meno aveva certe similitudini con quello che si può dire della 'Ndrangheta italiana.
- C'è un'ideologia, una prassi. Una certa udienza forse non riesce a rendersi conto della portata della struttura mafiosa. Considerando la situazione che vive Rosario, che è quello che si vive a livello latinoamericano e mondiale, come ben hai descritto tu, ci è sembrato più che opportuno contattarti. Ti chiediamo una riflessione finale, come ha espresso la nostra vicepresidente Cristina Fernández in un periodo cardine, dove quasi uccidono la vicepresidente, si chiedeva se quello che ci aspetta in futuro è democrazia o mafia.
Due aspetti in uno, la violenza a Rosario – dobbiamo sempre guardare il bosco -, fa parte di un contesto regionale e mondiale. Il fallito attentato contro Cristina Fernández di Kirchner è un altro degli aspetti della criminalità mafiosa che si è resa evidente, anche se l’episodio viene considerato di netto taglio politico. La logica mafiosa è presente in quegli attentati.

Denaro, mafie e guerra
Anche
nell'anno in cui uccisero John F. Kennedy, la logica mafiosa era presente. Dietro un attentato politico alleggia sempre la logica mafiosa e l'interesse criminale che muove economie, e l'uomo moderno ha un Dio che si chiama denaro. Partendo da lì… fino alla guerra di cui siamo testimoni oggigiorno, la guerra nucleare sulle nostre teste… ed Argentina che ha base nucleare in Atucha. Dobbiamo capire la guerra, bisogna studiarla molto bene… Il demonio è Putin e la vittima è Ucraina? Non so veramente chi è, se è l’occidente con gli Stati Uniti in testa. L’uomo è così. È il denaro a scatenare la violenza.

"Il giornalismo nei social (…) non deve perdere l'orizzonte della sensibilità né del lavoro nel campo, non deve fermarsi solo ad internet. Non dobbiamo dimenticare il lavoro sul campo, perché è quello che alimenta la ricerca. Io non posso parlare di un episodio seduto da una scrivania; se c'è un fatto, devo essere lì presente”.

Foto © Our Voice

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