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L’intervista a La Stampa di Giuseppe Cavo Dragone: “Né Kiev né mosca possono vincere”

"Sono sempre dell'idea che una soluzione militare non si possa trovare. Né gli uni, i russi, riusciranno mai a disarcionare la leadership ucraina, né gli ucraini potranno riuscire a riconquistare tutti i territori che sono stati invasi dalla Russia. Questo è un dato che rimane costante nel tempo. Sicuramente non possiamo permetterci un altro conflitto 'congelato' nel cuore dell'Europa. Lo avevo detto al Copasir: è necessario fare una riflessione sul dopo, sul mondo che verrà, diverso da quello che era prima dell'invasione dell'Ucraina. Non ci sono alternative a superare le macerie e il dolore". Lo afferma, in un'intervista a 'La Stampa', l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato maggiore della Difesa, sul conflitto in Ucraina. La posizione di Dragone è uguale a quella dell’ex-Capo di stato maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti Mark Milley, che ha recentemente ribadito come a un anno dall’invasione russa, non ci può essere una soluzione militare al conflitto in Ucraina.
Riguardo al piano di pace della Cina "non ho ancora avuto modo di approfondirlo. Ma mi sento di dire che al momento attuale non dobbiamo trascurare nulla - sottolinea - Tutto, qualunque elemento possa essere foriero di un cambio della situazione, va esaminato con attenzione". Riguardo all'attacco hacker sferrato nelle scorse ore ad alcuni siti istituzionali, l'ammiraglio Cavo Dragone spiega: "Noi stiamo investendo nel cyber da una decina di anni. Non siamo dei neofiti. Abbiamo una struttura incentrata su un comando operativo che è incaricato di difendere le nostre reti. È il Cor, il comando operativo di rete. Sta facendo il suo mestiere in modo ottimo. Ci sono nostri cyber-soldati che sono 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in una centrale operativa decisamente sofisticata. Quello degli ultimi giorni è stato un attacco di tipo applicativo. È stato schermato. Ce l'aspettavamo perché è avvenuto in concordanza con la visita del presidente del Consiglio a Kiev. Eravamo pronti".

Foto © Imagoeconomica

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