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Le autorità giudiziarie del Perù hanno condannato l'ex presidente Pedro Castillo a 18 mesi di carcere preventivo per i presunti delitti di ribellione, cospirazione, abuso di autorità e disturbo della quiete pubblica. Nel corso dell'udienza, la procura ha sostenuto la tesi della flagranza di reato, affermando che l'ex presidente avrebbe cercato di coinvolgere le forze armate nel suo tentativo di colpo di stato. I legali dell'ex presidente avevano denunciato l'assenza dell'uso di armi e l'azione in solitario, come elementi non atti a configurare l'ipotesi di "ribellione". 
Catillo è stato arrestato la sera del 7 dicembre dopo il suo tentativo di sciogliere il Congresso, che si riuniva per votare la terza mozione di impeachment nei suoi confronti, e convocare elezioni anticipate. Alla mossa, accompagnata dalla dichiarazione dello Stato di emergenza, seguivano in breve le dimissioni di quasi tutti i ministri, funzionari di alto livello e diplomatici. 
Nel giro di un'ora però, Forze Armate e Polizia facevano sapere che non avrebbero accompagnato la decisione del presidente, invitando la popolazione a mantenere al calma. Il Congresso decideva di anticipare la sessione prevista nel pomeriggio e, messa ai voti la mozione di sfiducia, decretava la fine dell'incarico di Castillo. 
Dina Boluarte, sino ad allora vice presidente, veniva chiamata a giurare come nuovo capo dello Stato, prima presidente donna nella storia del Paese.
Lasciato assieme ai familiari il palazzo presidenziale, Castillo si sarebbe diretto verso l'ambasciata del Messico pronto a ricevere lo status di rifugiato politico. Ma durante il tragitto, la sua stessa scorta - temendo la reazione della piazza, secondo le ricostruzioni dei media - avrebbe deciso di fare rotta alla procura, dove veniva fermato e dichiarato in arresto. La procura della Repubblica ha incriminato Castillo per la decisione di sciogliere il Parlamento senza che, come prevede l'articolo 134 della Carta, questo avesse respinto per due volte la mozione di fiducia nei confronti del governo. Castillo, sul quale erano aperte diverse altre indagini della magistratura, avrebbe nei giorni seguenti fatto sapere di non ricordare gli eventi della giornata, sostenendo, come dice l'ex primo ministro Guido Bellido andato a trovarlo in carcere, di essere stato "drogato". 
Nella tarda serata di domenica, il Parlamento ha tolto a Castillo l'immunità di cui godeva da ex presidente e poche ore dopo la procura generale ha firmato la denuncia per "ribellione" e cospirazione. 
La destituzione di Castillo ha provocato violente proteste nel Paese, che hanno portato alla morte di almeno sette persone. 

Foto © Galería del Ministerio de Defensa del Perú

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