Da Milano a Palermo, non solo scuola, i manifestanti ribadiscono: la lotta è intersezionale
“Giorgia Meloni è solo il risultato di una lunga politica che agisce contro gli ideali di rispetto, libertà, inclusione e diritti umani”. E’ una presa di posizione forte e comune quella che ieri, 18 novembre, in molte piazze d’Italia, studenti medi e universitari hanno manifestato in occasione dello sciopero nazionale studentesco. “Oggi gli studenti sono scesi in piazza a Palermo perché non possiamo più accettare che ci siano scuole di serie A e serie B, che un altro ragazzo muoia durante lo svolgimento di un pcto per colpa delle condizioni in cui le infrastrutture versano. Noi studenti ci dobbiamo compattare per prendere posizione nei confronti di una scuola che si dice essere del merito, quando in realtà non offre pari opportunità a tutti”, ha dichiarato Andrea La Torre, studente palermitano e membro dell’associazione antimafia Attivamente. Oppure: “Come visto fin da subito, il governo Meloni si sta impegnando nel portare avanti una politica liberticida, senza farsi carico delle necessità di noi studenti e studentesse. La norma anti rave è una legge che osteggia la libertà di assemblee, ritrovi e manifestazioni che contino più di cinquanta persone sul suolo pubblico. Questa è una legge troppo ampia, un mezzo che il governo utilizzerà per far tacere un dissenso che va tutelato”.
E ancora: “Un altro problema è che nessun provvedimento sia stato preso dal governo dopo l’ennesima morte di un ragazzo di 16 anni durante l’alternanza scuola lavoro, una pratica di sfruttamento non retribuita, svolta in luoghi per nulla sicuri”. Sottolineano i manifestanti, denunciando la precarietà e l’inadeguatezza dei luoghi di lavoro che, solo nel 2021, sono stati la causa di oltre milletrecentosessantuno morti, quasi quattro al giorno. Palermo, Udine, Roma e Milano, all’iniziativa nazionale ha partecipato anche il movimento militante Our Voice. “In questa giornata, come attivista e come migrante in primis, vado contro a tutte quelle politiche che la Meloni in questo momento rappresenta, non è possibile che una settimana fa - facendo riferimento ai fatti di Catania - quattrocento persone non potessero toccare la terraferma dopo aver vissuto le violenze e le torture di cui l’intera Europa è complice. Non esistono vite più importanti di altre. Al governo attuale vogliamo dire che la nostra politica, quella che come giovani e futuro di questo Paese pretendiamo, è una politica di accoglienza, che rappresenti la nuova resistenza”.
https://www.antimafiaduemila.com/home/terzo-millennio/232-crisi/92552-studenti-in-piazza-per-il-no-meloni-day-questo-governo-non-ci-rappresenta.html#sigProId64bdac83af
Ha denunciato l’attivista Thierno Mbengue al corteo studentesco di Milano, organizzato dal centro sociale “Cantiere”. Dall’antirazzismo all’antifascismo, durante la manifestazione partita da Largo Cairoli fino a Porta Venezia, la denuncia dei ragazzi è stata tanto chiara quanto compatta: “La storia non si cancella, e noi dobbiamo ricordare chi sono i fascisti, qual’è la loro storia, la storia da cui provengono Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia, lo squadrismo. Ignazio La Russa era un picchiatore, Fontana era un picchiatore, il Movimento Sociale Italiano era composto da fascisti che mettevano le bombe nelle piazze, sono stati il braccio armato della Strategia della Tensione. Sono servi dei potenti, servi delle industrie e delle banche, servi della Nato. Ricordiamo che i fascisti cinquant’anni fa mettevano le bombe con la complicità dei servizi segreti, organizzavano le stragi e le organizzano tutt’oggi chiudendo i porti del Mediterraneo, con la repressione, con la crisi economica che viene scaricata sui più poveri. Ecco i fascisti non cambiano e noi giovani antifascisti scenderemo in piazza il 12 dicembre, per ricordare le vittime innocenti della Strage di Piazza Fontana, perché senza memoria non c’è futuro. Loro ci dicono di essere l’alternativa ma in realtà sono solo servi della peggior specie, e questo mondo che ci vogliono lasciare non è quello che noi vogliamo. Noi vogliamo tutt’altro perché altri mondi sono possibili”. A sottolineare le radici politiche del partito Fratelli d’Italia, capitanato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, verso il quale vengono mosse diverse critiche a partire dalla controversa fiamma tricolore all’interno del logo, la stessa usata dal Movimento Sociale Italiano, forza politica dichiaratamente neofascista che, fra le proprie liste, ha visto passare esponenti dello stragismo italiano. Da una protesta all’altra, alla chiusura dell’evento, spazio anche a una rappresentante di Non Una di Meno che ha invitato collettivi studenteschi di Milano e provincia al corteo nazionale il 26 novembre a Roma, contro la violenza maschile sulle donne e di genere.
Foto © Pietro Calligaris
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