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Con l'avvicinarsi delle elezioni di Midterm negli Stati Uniti, l'amministrazione Biden starebbe facendo pressioni in privato su Kiev affinché non rinunci a negoziare la pace con la Russia: lo riferisce oggi il Washington Post, spiegando che l'amministrazione di Washington non intende spingere l'Ucraina a negoziare a ogni costo ma vorrebbe che il presidente Volodymyr Zelensky ammorbidisse la sua posizione. Dopo l'annessione russa di quattro territori ucraini occupati, Zelensky ha detto che non intende trattare con la sua controparte al Cremlino, Vladimir Putin, e che non siederà al tavolo dei colloqui finché l'attuale presidente russo non sarà rimosso dal suo incarico. La mediazione degli Stati Uniti, riferisce il giornale, punta anche a garantire all'Ucraina il sostegno di alcune nazioni esitanti, sempre meno interessate ad alimentare una guerra a lungo termine. Il desiderio del presidente ucraino di non negoziare fintanto che sarà in carica il suo omologo russo preoccupa in particolare molti paesi dell'Africa, dell'America Latina, ma anche in Europa, secondo i funzionari americani. Si tratta di paesi in cui gli effetti sulla disponibilità e sul costo del cibo o del carburante si fanno infatti sempre più sentire. In Brasile, ad esempio, il nuovo presidente brasiliano Lula considera Zelensky responsabile della guerra tanto quanto Putin.
"La stanchezza dell'Ucraina è una realtà per alcuni dei nostri partner", ha detto un funzionario americano al Washington Post, a condizione di rimanere anonimo. In un viaggio a Kiev venerdì, il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan ha affermato che gli Stati Uniti sostengono una pace giusta e duratura per l'Ucraina ed ha affermato che il sostegno degli Stati Uniti continuerà a prescindere dalla politica interna. "Intendiamo garantire che le risorse siano disponibili come necessario e che otterremo voti da entrambe le parti (politiche) perché ciò accada", ha affermato durante un briefing. D'altra parte, il diplomatico Alexander Vershbow, che ha servito come ambasciatore degli Stati Uniti in Russia e vice segretario generale della Nato, ha affermato che gli Stati Uniti non possono permettersi di essere completamente "agnostici" su come e quando la guerra sarà conclusa, dato l'interesse di Washington nel garantire la sicurezza europea e scoraggiare un'ulteriore aggressione del Cremlino oltre i confini della Russia. "Se le condizioni diventano più propizie per i negoziati, non credo che l'amministrazione sarà passiva", ha detto Vershbow.ì

Foto © Imagoeconomica

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