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Le forze armate statunitensi devono essere pronte a rispondere a una potenziale invasione di Taiwan da parte della Cina. Un'invasione che potrebbe avvenire prima delle previsioni. E' sostanzialmente questo l'allarme lanciato ieri dall'ammiraglio Mike Gilday (in foto), Capo delle operazioni navali della Marina militare degli Stati Uniti, durante un evento virtuale ospitato dal think tank Atlantic Council. 
"Non si tratta soltanto delle dichiarazioni del presidente (cinese) Xi Jinping, ma di come i cinesi si comportano e di quello che fanno. Ciò che abbiamo constatato negli ultimi 20 anni e' che hanno sistematicamente anticipato il mantenimento di ogni promessa che hanno formulato", ha detto l'ufficiale riferendosi al potenziale bellico della Cina. Gilday ha replicato cosi' a una domanda in merito alla "finestra di Davidson", in riferimento all'ex comandante della Flotta Usa dell'Indo-Pacifico Phil Davidson, che lo scorso anno ha messo in guardia il Congresso federale Usa dalla possibilità di una invasione cinese di Taiwan entro i prossimi sei anni. 
"Quando parliamo della finestra del 2027, nella mia mente dovremmo pensare a una finestra 2022, o potenzialmente a una finestra 2023. Non possiamo escluderlo", ha dichiarato Gilday. "Non intendo suonare allarmista, e' soltanto che non possiamo limitarci a sperare il contrario", ha aggiunto l'ammiraglio, spiegando che la prontezza al combattimento è in cima alle priorità della Marina militare Usa. "In termini di gruppi di portaerei, ci stiamo ancora riprendendo rispetto agli schieramenti di dieci anni fa. Siamo ancora in ritardo con la manutenzione (...) in modo da rimuovere 50 anni da queste piattaforme", ha spiegato l'ammiraglio, secondo cui la Marina Usa non può permettersi di risparmiare "sui missili e i caricatori, l'addestramento e la preparazione della forza. (...) Ci sono lezioni del passato, non più lontane del 2017 con le collisioni (di navi come la cacciatorpediniere Uss John McCain), che mi hanno spinto a dissuadere chiunque metta in discussione quanto spendiamo per la prontezza e l'addestramento", ha spiegato Gilday. 
L'ammiraglio ha anche discusso dell'iniziativa "Project Overmatch", intrapresa dalla Marina militare statunitense per connettere piattaforme e sistemi per la condivisione e la trasmissione di dati relativi ai bersagli. "Con alcuni dei nostri alleati e partner - non intendo menzionare quali, ma quelli coi quali abbiamo una maggior probabilità di interoperabilità nel breve termine - stiamo condividendo il lavoro sul Project Overwatch. Sono molto interessati", ha spiegato l'ammiraglio. Nei mesi scorsi fonti della Marina militare Usa hanno ipotizzato l'estensione dell'iniziativa a Francia e Regno Unito. 

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