“I nostri governi stanno barattando la questione ambientale con la ragion di Stato nella sfida geopolitica a Mosca”
Questa mattina anche la città di Udine ha aderito allo sciopero degli studenti organizzato dal “Fridays for future”. Un grido di allarme lanciato da piazzale Cavedalis che manda un chiaro monito alle nostre istituzioni: non esiste un piano B, il nostro pianeta ha bisogno di un cambiamento e per attuarlo è necessario non perdere altro tempo.
Di rilievo è stata la partecipazione, composta da una decina di associazioni, tra cui il Collettivo studentesco solidale, Unione degli studenti, Movimento studentesco per il futuro, Extinction Rebellion, oltre agli Our Voice.
Una folla di giovani ha occupato via Galilei, via Quarto, via Mentana, via Castellana, via Mazzini, via Palladio, piazzetta San Cristoforo, via Bartolini, piazzetta Marconi, via Mercatovecchio, via Rialto, via Lionello, via Cavour, via Savorgnana per concludere la marcia di protesta in piazza Venerio, dove poi si sono svolti numerosi interventi e performance artistiche.
“Viviamo in un periodo molto buio per parlare di ambiente… viviamo in un’epoca in cui i nostri governi stanno barattando la questione ambientale con la ragion di Stato nella sfida geopolitica con la Russia”, ha esordito Francesco Ciotti, membro del movimento Our Voice, menzionando come il 19 settembre sia stato approvato il programma di massimizzazione delle centrali a carbone per fare fronte alla crisi gas.
Ma anche senza tenere conto di questo, senza tener conto della lotta al riscaldamento globale, bisogna ammettere che in realtà la questione ambientale non è mai stata di interesse dei leader politici occidentali. Spesso per convenienza si menziona solo il problema del riscaldamento globale, senza soffermarsi sull’inquinamento più grave, che riguarda la crescente contaminazione di terra, aria ed acqua; oltre al progressivo depauperamento delle risorse del pianeta.
“Pensate che l’Earth Overshot day - ha continuato Francesco - ovvero il giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di un anno, quest'anno è caduto il 28 luglio. Solo due anni fa era il 20 agosto. Il vero problema è che di anno in anno stiamo compromettendo la capacità della Terra di rinnovare le sue risorse”.
Una realtà che ci porterebbe a minare le fondamenta ideologiche di un sistema nel quale siamo immersi, che predilige la crescita infinita in un mondo finito, a vantaggio di pochi potentati economici.
“Questo sistema capitalista vede la natura e l'uomo solo come un mezzo di produzione e non come un fine da salvaguardare. Viviamo in un sistema che fin da piccoli ci obbliga a vivere per consumare; un sistema folle che ha come unico scopo la crescita infinita in un mondo finito di risorse. Una crescita di cui beneficia ora solo una piccola parte della popolazione occidentale. Secondo l’Oxfam i 10 super-ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone”, ha affermato il membro di Our Voice.
Menzione importante è stata fatta anche sulla guerra, anch’essa definita sintomo di un sistema malato dove le superpotenze lottano per il predominio sulle ultime risorse disponibili del pianeta. Uno scontro che dovrebbe destare non poco allarme tenendo conto delle parole pronunciate ieri dal Capo del consiglio di sicurezza russo Dimitry Medvedev, secondo cui Mosca ora è pronta ad usare l'arma atomica per difendere le regioni del Donbass.
Foto © Our Voice
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