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Due ore e 17 minuti. Dopo mesi di "silenzio radio" è questa la durata della telefonata tra il Presidente Usa, Joe Biden, e quello cinese, Xi Jinping. Sul tavolo c'erano molti argomenti, alcuni delicatissimi come la posizione dei due Paesi su Taiwan, sulla guerra in Ucraina e poi gli interessi di tipo economico e commerciale.
“I due capi di Stato hanno avuto comunicazioni e scambi approfonditi di vedute sulle relazioni Cina-Usa e su questioni di reciproco interesse”, hanno affermato i media cinesi subito dopo la fine dell’incontro virtuale. 
“Considerare la Cina un competitor strategico e definirlo un rivale strategico è un errore di calcolo sulle relazioni tra Cina e Stati Uniti e un’incomprensione a proposito dello sviluppo della Cina, che ingannerà il popolo dei due Paesi e la comunità internazionale”, avrebbe detto il presidente cinese.
Nodo centrale, ovviamente, la possibile visita della Speaker della Camera, Nancy Pelosi, a Taiwan. Le tensioni ci sono e restano alte.
Quando la notizia è stata diffusa, Pechino ha dichiarato apertamente che manderà i suoi caccia sull’isola. Una reazione quella di Pechino che è stata definita da alcuni esagerata e che potrebbe trovare spiegazione solo in un tentativo da parte di Pechino di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica cinese da quelli che sono altri problemi del Paese.
Il Pentagono ha dichiarato che nel caso in cui Pelosi andasse a Taiwan, allerterebbe le sue forze nell'indopacifico per garantire un'adeguata copertura all’aereo della presidente. 
Il presidente americano ha rassicurato il leader cinese sul sostegno degli Stati Uniti alla politica dell' 'Unica Cina' ma lo ha anche avvertito che non saranno tollerati colpi di mano. "La politica Usa" sull'isola "non è cambiata", si legge nella nota ufficiale diffusa dopo il colloquio. Biden ha tuttavia voluto sottolineare a Xi che Washington si oppone "fermamente agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità attraverso lo Stretto". Un alto funzionario della Casa Bianca ha spiegato che su Taiwan c'è stata una conversazione "diretta e onesta ma restano delle differenze". E proprio per gestire queste differenze, ha chiarito la fonte dell'amministrazione, è necessario mantenere aperti i canali di comunicazione "come hanno fatto i due Paesi negli ultimi 40 anni". Xi Jinping da parte sua non è andato per il sottile e ha avvertito gli Stati Uniti che "chi gioca con il fuoco si brucia", una metafora che la Casa Bianca si è rifiutata di confermare. 
"Entrambi i lati dello Stretto dell'isola appartengono ad un'unica Cina", ha dichiarato con forza il presidente cinese ribadendo la "ferma opposizione al separatismo" e "all'interferenza di forze esterne". "Non lasceremo mai spazio alle forze indipendentiste", ha messo in chiaro il leader di Pechino. 
L'altra questione che in questi mesi ha contribuito a deteriorare i rapporti tra i due Paesi è quella dei dazi imposti da Donald Trump su miliardi di dollari di prodotti cinesi. Biden è convinto che le tasse decise dall'amministrazione precedente siano state una delle cause dell'inflazione record negli Stati Uniti e dell'impennata dei costi ma non ha ancora preso la decisione di annullarle e non ha affrontato l'argomento nel suo colloquio con Xi. Il presidente americano ha invece, espresso le preoccupazioni di Washington "verso alcune pratiche scorrette della Cina che danneggiano lavoratori e famiglie americane". Tra i due leader non è stata affrontata neanche la questione del price cap sul petrolio dalla Russia, un'idea poco gradita a Pechino che una settimana fa l'ha definita "troppo complicata".
Ultimo tema, ma non per importanza, è stato la guerra in Ucraina. Secondo quanto riferito da funzionari della Casa Bianca, ma non è chiaro se il presidente americano abbia chiesto al leader cinese di prendere una posizione contro la Russia, come invece aveva fatto nella loro ultima conversazione il 18 marzo minacciando conseguenze in caso di aiuti a Mosca. Ora la Casa Bianca ritiene che questa sia una linea rossa non ancora superata da Pechino, fermo restando che la Cina non ha mai condannato la Russia. Nella nota ufficiale diffusa dai media statali cinesi non vi sono altri elementi. Xi ha genericamente parlato del ruolo di primo piano che i due Paesi devono svolgere "nel mantenimento della pace e della sicurezza e nella promozione dello sviluppo e della prosperità globali". Questa, ha sottolineato il presidente cinese, "è la responsabilità delle due maggiori potenze, Cina e Stati Uniti". Alla fine del colloquio i due leader hanno concordato sul "valore degli incontri di persona" riproponendosi di effettuare uno al più presto.

Foto: it.depositphotos.com

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