Tel Aviv ignora le rassicurazioni di Teheran che continua ad affermare che il progetto sia a scopo energetico
Il ministro della difesa israeliano Benny Gantz ha annunciato che Tel Aviv è pronta a colpire Teheran per fermare il suo programma nucleare. Già a inizio luglio Yair Lapid, primo ministro israeliano, e Joe Biden avevano affermato che avrebbero anche utilizzato la forza per evitare la costruzione di una bomba nucleare da parte di Teheran.
Nella giornata di oggi Nasser Kan’ani, ministro degli esteri iraniano, ha dichiarato via twitter che sono gli USA a dover dimostrare di voler ristabilire l’accordo JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action). Ha inoltre affermato che Teheran è sempre rimasta membro dell’Accordo che quindi è pronta a raggiungere un duraturo patto.
Il giorno prima il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Ned Price ha detto che è compito dell’Iran mostrare la volontà di chiarire e costruire con efficacia un nuovo accordo. Ha poi asserito che se l’Iran volesse rientrare nel patto JCPOA gli USA sarebbero pronti a fare lo stesso.
Dopo il ritiro degli USA con Trump dall’accordo, l’Iran non ha mai abbandonato il JCPOA, ma trascorso un anno, ha iniziato a rispettare meno rigidamente l’accordo e per questo ha ricevuto delle sanzioni. Secondo Teheran queste misure sarebbero però state reversibili se anche gli altri paesi avessero rispettato le condizioni dell’accordo.
Durante l’aprile dello scorso anno si sono tenuti i colloqui di Vienna, negoziati tra i due paesi per ripristinare l’accordo e annullare le sanzioni a cui Teheran è stata sottoposta, ma non si è raggiunto alcun risultato. Il mese scorso l’Unione Europea ha iniziato a mediare in Qatar tra Iran e Stati Uniti finora senza successo: l’unico ostacolo al raggiungimento di un accordo sembra effettivamente essere l’indecisione politica americana.
Ehud Barak, ex primo ministro israeliano ha affermato in un articolo del Time che l’Iran potrebbe decidere durante questa estate se diventare una potenza nucleare. Barak ha asserito che ci vorranno ancora 18-24 mesi per affinare le capacità di trattare l’uranio per creare testate missilistiche. Egli ha poi chiesto come sia possibile che USA e Israele non abbiano mai ritardato di anni il programma di Teheran dopo l’uscita con Trump di Washington dall’accordo JCPOA.
L’ex ministro di Tel Aviv ha chiesto di equipaggiare Israele delle armi necessarie per attaccare indipendentemente l’Iran, nonostante Teheran abbia dichiarato più volte di procedere nel programma nucleare solo a scopi energetici. Il comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica Hossein Salami ha comunque avvertito sul fatto che Teheran risponderà a qualsiasi attacco.
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