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Ecco la meteorica corsa che l’ha portato al potere

Paraguaiano, pilota, imprenditore, dirigente di calcio, politico e ‘colorado’, ex presidente, senatore vitalizio, carismatico, dinamico, intraprendente. Visionario? “Horacio, quando ha un obiettivo è un incantatore di serpenti”, così lo ha definito in un'intervista nel canale televisivo GEN il senatore 'Kale' Galaverna mentre ripercorreva, senza imbarazzo, i retroscena delle influenze della vita politica istituzionale del paese. Horacio Cartes è, da almeno due decenni, uno dei principali personaggi politici del Paraguay. Un Paraguay segnato dalla cultura del contrabbando e del narcotraffico. Un Paraguay qualificator internazionalmente come un “Narco-Stato”. 

Galaverna - il principale mentore e promotore politico di Cartes nei suoi esordi, per essere poi relegato quando il padrone ha iniziato ad allungare i suoi orizzonti al mondo della geopolitica - fuma la sua sigaretta in uno studio televisivo, mentre prosegue nel suo racconto con la fiducia in quelli che giustificano i mezzi lasciando intravedere una cultura lontana dall’essere democratica, che si pavoneggia davanti a tutto il mondo in Paraguay, perché abituato sempre al trattamento signorile e alla mansuetudine di una popolazione la cui condizione lo porta a confondere la resistenza con la sopravvivenza. 

Horacio Cartes ha consolidato un impero in pochissimi anni. È sopravvissuto alla transizione generazionale uscendo dalla lunga dittatura di Alfredo Stroessner prestando alcuni servizi finanziari, dentro la logica del riciclaggio di denaro che normalmente si afferma in seguito alla caduta dei regimi politici. Nel 1985, mentre la regione si orienta verso la transizione democratica, Cartes viene condannato per aver truffato lo Stato paraguaiano per un importo intorno ai 35 milioni di dollari. Il reato contestato sarebbe che Cartes, attraverso l'impresa Humaita Turismo (che funzionava in realtà come ufficio di cambio valuta e finanziatrice), aveva comprato presso la Banca Centrale del Paraguay dollari a prezzi di favore (cioè al di sotto del tasso di cambio ufficiale) destinati agli importatori di fattori produttivi industriali per poi venderli su un mercato parallelo, ottenendo in questo modo abbondanti guadagni.

Sentendosi messo alle strette Cartes fuggì, alternandosi tra il Brasile e gli Stati Uniti, paese che al tempo  lo accolse con entusiasmo. Quando ritornò ufficialmente in Paraguay – diverse fonti dichiararono che era entrato illegalmente in forma permanente nel Paese come un qualsiasi cittadino di frontiera - rimase in carcere preventivo per circa un anno. Il procedimento penale avanzò progressivamente, ma l'ex presidente riuscì, dopo vari tentativi, a farlo archiviare nel 2008. 

Durante quegli anni Cartes consolidó la sua relazione con la famiglia di Darío Messer, suo socio, il quale, nel tempo, gli avrebbe aperto le strade nel grande gioco della geopolitica. Lo stesso Horacio lo avrebbe riconosciuto come suo “fratello” dell'anima. Furono i genitori di Messer a proteggere Horacio durante i primi tempi della latitanza. Fu con Messer che Horacio espanse i suoi affari fondando Cambios Amambay - fondata solo 14 giorni dopo la caduta del regime stronista - che poi avrebbe cambiato diventando, tre anni dopo, Banco Amambay SA. Molti anni più tardi Darío Messer sarebbe finito indagato e condannato dalla giustizia brasiliana, in ambito dell’inchiesta Lava Jato, considerato uno dei più grandi riciclatori di denaro dell'America latina. Tra il 2011 e il 2017 si stima abbia realizzato operazioni per più di 1.600 milioni di dollari attraverso una rete di più di 3000 conti e firme finanziarie.    

Agli inizi degli anni ‘90, come denunciato dall'investigatore Chiqui Avalos, Cartes mette a disposizione la sua rete finanziaria per i commerci di Fahd Jamil Georges, conosciuto storicamente come il 'capo della frontiera'. Fahd Jamil si arrese alla giustizia nel 2021, anziano, decrepito e malato. Dall'epoca della dittatura di Stroessner, e dopo durante la “democrazia”, dalla presidenza del generale Andrés Rodríguez in poi, è stato uno dei grandi intermediari del contrabbando (narcotraffico compreso) tra le organizzazioni criminali del Paraguay e del Brasile. Fahd Jamil, è considerato il mandante dell’assassinio del giornalista Santiago Leguizamón. 

Questo contatto con il narcotraffico non è l'unico aspetto che riguarda Cartes. Nel 2000 la SENAD, segretaria nazionale Antidroga, sequestrò un aereo da turismo che trasportava marijuana e cocaina, che atterrò durante un soggiorno di Cartes a Capitán Bado, una delle città confinanti col Brasile. Poco dopo le autorità diedero altre informazioni sulla località dichiarando che, in realtà, l'aereo da turismo era atterrato in una strada a diversi metri da dove soggiornava Cartes, ipotesi per la quale fu escluso dalle indagini.

Cartes ha sempre saputo fare favori e come dice 'Kale' Galaverna è sempre stato molto generoso nel momento di restituirli. Servizi e favori che gli hanno permesso di consolidare la sua posizione nel mondo imprenditoriale. Nel 1994, avrebbe fondato l'impresa Tabesa iniziando una rapida ascesa nell'industria del tabacco, uno dei settori più redditizi del paese e contemporaneamente uno dei più esposti e interessati dal finanziamento della criminalità organizzata transnazionale e del terrorismo. Persona di grande carisma a Cartes è molto difficile dirgli di no: “È un tipo molto generoso dal punto di vista materiale, 'ipojera' (generoso, ndr). È il ricco più strano che abbia conosciuto nella mia vita. Potrebbe essere duro, tirchio, ma questo è un ricco che, senza vergogna, spende il denaro per raggiungere i suoi obiettivi. Inoltre ha potere, con una giustizia sommessa, con una Camera di Deputati che è stata la sua marionetta per anni, con un avanzamento forte nel Senato. Grazie alla sua forza, al suo potere politico, al suo potere economico e soprattutto perché quando si fissa un obiettivo, è un incantatore di serpenti”, ha sintetizzato Galaverna nell'intervista.

Riciclaggio di denaro - Ripulire la faccia
Con l’inizio del nuovo millennio, già instaurata l'economia del libero-mercato in America Latina, Cartes, seguendo i passi di altri grandi imprenditori come Silvio Berlusconi in Italia o Mauricio Macri in Argentina, riversa la sua attività imprenditoriale nel mondo del calcio, un altro dei settori sempre legati al riciclaggio di denar. Il Club Libertad sotto la presidenza di Horacio Cartes ottenne i risultati sportivi più grandi della sua storia. Così la popolarità di Cartes esplose. 

Contemporaneamente nel 2004, in Brasile, Cartes diviene famoso per essere coinvolto in una macro-indagine per riciclaggio avviata da una Commissione Parlamentare e basata su rapporti della DEA, l'agenzia antidroga degli Stati Uniti. Ma le indagini non proseguirono. Sarebbero passati molti anni prima che la giustizia brasiliana avrebbe chiesto, nel 2019, la sua estradizione nell’ambito delle investigazioni per riciclaggio di denaro contro Darío Messer. 

Le ambizioni di Cartes non hanno limiti ma come lo stesso avrebbe ammesso anni più tardi in un'intervista con l'autista Mina Feliciangeli: "Ciò che dà più potere è la politica. Il denaro compra chiunque". Verso il 2010, Cartes si unisce alle file del Partito il Colorado, la forza politica più popolare del paese, storicamente legata alla dittatura di Stroessner e componente essenziale del Narco-stato paraguaiano. Di punto in bianco Horacio si trasforma nel principale candidato politico per occupare la presidenza del Paraguay, a dispetto delle accuse della allora  presidentessa del Partito Colorado, Lilian Samaniego, che nel luglio del 2012 disse: "Credo che il signore Horacio Cartes ha la responsabilità, come precandidato del Partito Colorado, di chiarire i dubbi che esistono sul suo presunto legame col narcotraffico." 

Da nessuno dei poteri dello Stato venne la decisione politica di dare un serio seguito a queste accuse, cosa che si ripeterà negli anni una ed un'altra volta. Senza prove le accuse rimangono solo dicerie. Queste dicerie e le dispute per le briciole non riuscirono a risolvere la crisi politica e rappresentativa del Partito Colorado né a frenare la traiettoria del tabaccaio. Durante la sua meteorica ascesa ha luogo il 'Massacro di Curuguaty' che avrebbe ceduto il passo al morbido colpo di Stato contro il presidente Fernando Lugo, uccidendo la possibilità di una svolta  ideologica nello Stato paraguaiano e preparando il terreno per il prossimo passo di un governo di netto taglio neoliberale, precursore del neocolonialismo. 

Nel 2013, finalmente, Horacio Cartes assume la presidenza della Repubblica del Paraguay. Durante tutta la sua carriera rimase il sospetto sulla morte del generale Lino Oviedo,  candidato anch'egli a presidente, e sui vincoli diretti ad un passato nefasto della storia paraguaiana che la modernità senza memoria, senza riparazione, pretende di  lasciare dietro. Il tabaccaio riuscì in ciò in cui  il suo predecessore Osvaldo Domínguez Dibb non riuscì.

Paraguay e Cartes in rotta verso il mondo
Durante il suo incarico come presidente il Paraguay consoliderà il suo modello agro-narco-esportatore, in cui le principali compagnie alimentari del mondo (Bunge, Cargill, Dreyfus, Unilever, Nestlé, tra altre) espanderanno il settore agricolo e del bestiame, contemporaneamente all'avanzamento delle bande narco- criminali del Brasile. Anche Horacio espande il suo gruppo economico in altri settori ed in altre realtà. Farmaceutiche, cementifici, e anche il settore dei combustibili della mano del gruppo cileno Luksic cominceranno a fare parte dell'impero del sogno cartista. Fare bene le cose è “redditizio”, affermava l'expresidente. 

Della mano di Darío Messner Horacio Cartes avrebbe intavolato buoni rapporti con la collettività ebraica e specialmente con l'allora primo ministro Benjamín Netanyahu. Grazie a questo potente legame il Gruppo Cartes aprirà un ramo dedicato alla tecnologia, HC Innovations, che lavorerà nell'orbita di Yissum, la compagnia “pubblica” che commercializza i brevetti dell'Università Ebraica di Israele. Commercializzare la propria scienza attraverso imprese pubbliche è una pratica molto comune dello Stato israeliano, la stessa logica utilizzata con Elbit Systems che commercializza, per uso civile, gli sviluppi tecnologici di Rafael Advanced Defense Systems, la compagnia che raggruppa tutto lo sviluppo bellico israeliano. Tra molti altri progetti, alcuni legati alla salute, HC Innovations,  diretta da Martín Admen (uno dei delfini di Cartes), promuove un progetto educativo diretto a bambini fino a tre anni che si chiama Hippy, sviluppato da decenni per la collettività ebraica in territorio israeliano. Tutto questo senza entrare in apparenti conflitti etici. 

Nell'agosto del 2018 Mario Abdo Benítez, il figlio del segretario privato del dittatore e genocida Alfredo Stroessner, assunse la presidenza. Da allora, è nata una lotta di potere in Paraguay tra alcuni settori storicamente conservatori, come i discendenti del clan Zuccolillo (padroni del multimedia ABC Color) ed una casta imprenditoriale di taglio neoliberale che cerca di “inserirsi” nel mondo. 

Dalla sua poltrona di senatore vitalizio (un privilegio di impunità di cui godono tutti gli ex presidenti del Paraguay) e dalla comodità della sua residenza personale, Cartes dirige i fili della politica e dell'economia del paese e della regione. Simbolico fu l'abbraccio con Mauricio Macri in piena pandemia nel luglio del 2020, dopo che l'ex mandatario argentino, con un aeroplano di proprietà di Cartes, violasse tutte le restrizioni sanitarie senza alcun problema, dimostrando, ambedue, il potere e l'impunità di cui godono. Potere concesso dalla politica (o la geopolitica), al di là degli incarichi elettivi. 

"Il Paraguay è un paese troppo privilegiato. Ho l’impressione che ricevo più gente dall’estero che il governo stesso con intenzioni di investire qua in Paraguay. Sono loro che mi fanno vedere la generosità e l'attrattiva del Paraguay, come vedo chiaramente che noi paraguaiani non ci rendiamo conto del paese che abbiamo e dovremo averne un po’ più cura” ha detto, almeno per adesso, l'intoccabile che aspira ad essere imperatore.

Foto © OECD Development Centre/Flickr

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