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Dibattito di Our Voice: Antimafia Popolare, una questione sociale?
Giulia Vicari, avvocato di Info Immigrazione, parla di un caso di reclutamento in Nigeria

Di professione avvocato, Giulia Vicari è stata invitata da Our Voice a partecipare al dibattito in qualità di relatore e come responsabile di Info Immigrazione; il suo intervento aveva come scopo dare visibilità – attraverso un video di pochi minuti – al drammatico caso di una donna nigeriana, vittima di una grande rete di prostituzione che opera a Palermo, caso su cui la giustizia non si è ancora pronunciata “essendo il processo ancora in corso”.

L’avvocato ha accompagnato il video con una brillante esposizione, non solo sul caso in questione ma anche su cosa significa denunciare questo tipo di pratiche, superando paure e rischi di vario genere, a volte senza avere la certezza dell’esito positivo dei processi in tempi brevi  e sia per il logoramento psicologico che la situazione può generare tra le vittime. In ogni modo, Giulia Vicari con il suo intervento, oltre a esporre pubblicamente le pratiche cruente e drammatiche (sotto ogni tipo di vista) che ci sono dietro lo sfruttamento sessuale, sotto il controllo del sistema mafioso, ha consentito di interagire con gli altri relatori su una problematica che riguarda notoriamente la lotta al sistema mafioso patriarcale e al rafforzamento della lotta femminista nella società palermitana e mondiale.

“Il mio intervento ha avuto come obiettivo il tema delle donne vittime della tratta a Palermo. In particolare ho raccontato di un processo penale a Palermo, della mafia nigeriana, dove abbiamo potuto vedere che queste donne sono reclutate in Nigeria, con il rito vudù. Un giuramento per il quale in seguito sono costrette a prostituirsi qui in Italia, per pagare il ‘debito che hanno contratto’ in Nigeria attraverso questo rito”.

“Abbiamo visto inoltre un video con questo giuramento. Per una prestazione sessuale ricevono poco denaro e quello che ricevono devono consegnarlo alla ‘madame’ che tiene i contatti e gestisce la casa dove le donne si prostituiscono. Questa donna ha denunciato, fortunatamente, e quindi il processo è in corso affinché ottenga giustizia nello Stato Italiano”.

“Qual è il prossimo passo di questo processo?
“Il processo è in corso. La donna ha denunciato la sua ‘madame’, ha denunciato chi la sfruttava e non deve più ripagare il debito. Era legata ad un debito di 40 mila euro. Come lei, ci sono moltissime donne nigeriane che purtroppo sono soggette esattamente a questo tipo di debito e sono reclutate con la promessa di un lavoro onesto qui in Italia, come per esempio donne delle pulizie, parrucchiere, ecc. Ma invece sono portate con l’inganno in Europa dove sono obbligate a prostituirsi”.

La denuncia è un atto importantissimo...
“Sì, assolutamente, è un atto importantissimo. Ma purtroppo è molto difficile che sporgano denuncia perché hanno paura, perché nel caso in cui non riescono a pagare il loro debito vengono minacciate di morte, e anche la loro famiglia viene minacciata”.

Cosa significa tutto questo per lei?
“Significa che dobbiamo sensibilizzare, giustamente. Bisogna far conoscere la problematica, soprattutto le donne nigeriane che hanno già denunciato devono infondere  il coraggio che hanno avuto di sporgere denuncia e che grazie a ciò sono riuscite ad uscirne, e grazie anche ad altre donne e al Sistema di giustizia italiano che le ha aiutate”.

Che riflessione ci lascia su questo evento di antimafia sociale organizzato da Our Voice?
“È stato un bell’evento, mi sono sentita molto a mio agio. I ragazzi di Our Voice sono motivati, hanno una forza eccezionale, mi ha sorpreso la loro voglia, l’entusiasmo di questi ragazzi che sono praticamente tutti di fuori, quasi nessuno è siciliano. Dunque, è importante che anche i ragazzi siciliani si contagino con questo entusiasmo. Spero che abbiano molto successo nel loro desiderio di divulgare questa tematica”.

Info: infoimmigrazione.com

Foto © Pietro Calligaris

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