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Il nuovo sommergibile è in grado di lanciare i temibili siluri “poseidon” a testata nucleare

Alcuni analisti militari hanno considerato la ritirata strategica russa dall’isola dei serpenti un segno di resa nei confronti dell’Ucraina; a seguito di alcune critiche nel merito Mosca ha risposto introducendo in servizio un nuovo temibile sottomarino nucleare.
La scorsa settimana al cantiere navale Sevmash, si è svolta una cerimonia per inaugurare l’entrata in servizio nella marina russa del sottomarino K-329 “Belgorod”. Il vascello (un sottomarino classe oscar II modificato e lungo ben 184 metri) è particolarmente avanzato sul piano tecnologico. E’ stato presentato come un’unità utile per svolgere ricerche scientifiche ed operazioni di salvataggio in regioni isolate dell’oceano, ma è capace anche di trasportare vari tipi di droni e “sottomarini spia” come il “Losharik”, capace di  immergersi fino a duemila metri di profondità, dove non teme rivali.
Finora gli analisti della Nato avevano guardato con scetticismo al progetto, ritenendo la struttura lontana dal diventare operativa. La scorsa settimana, invece, ecco l’inaugurazione che si inserisce anche nel contesto delle tensioni derivanti dalla guerra in Ucraina. 
Il "Belgorod" può anche ospitare ben sei “Poseidon”. Parliamo dei siluri a propulsione nucleari che Putin rivelò ufficialmente nel 2018 come parte delle 6 nuove armi strategiche russe. I siluri Poseidon (NATO: kanyon) agiscono più come dei grandi droni ad autonomia illimitata che come dei siluri tradizionali, capaci di vagare ad una velocità di circa 100km/h in tutti gli oceani del mondo oltre che effettuare varie manovre.
L’entrata in servizio del “Belgorod” non è passata inosservata in occidente: la US navy ha riattivato la seconda flotta con capacità di guerra anti-sub nell’Atlantico, anche sulla base dell’impiego operativo di sottomarini durante la guerra in Ucraina; piattaforme di lancio principali per i missili “kalibr” che hanno colpito gran parte delle infrastrutture militari ucraine dal 24 febbraio in poi.

Foto: it.depositphotos.com

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