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La famiglia della giornalista palestinese-statunitense Shireen Abu Akleh ha accusato gli Stati Uniti di fornire impunità a Israele per la sua uccisione e ha chiesto di incontrare di persona il presidente Joe Biden durante il suo viaggio in Israele la prossima settimana. In una lettera a Biden pubblicata su Twitter, la famiglia ha affermato che l'amministrazione ha semplicemente 'sposato' le conclusioni del governo israeliano sulla sua morte. Nei giorni scorsi la famiglia ha affermato di "sentirsi tradita" dall'amministrazione Usa di fronte alle dichiarazioni secondo cui l'esame balistico del proiettile non ha fornito alcuna conclusione definitiva su quale arma abbia sparato: secondo il dipartimento di Stato, è probabile che il colpo sia partito dalle posizioni israeliane ma senza intenzionalità. 
In discussione è la risposta data alla recente indagine sulla morte della congiunta dopo che i Palestinesi hanno consegnato agli Usa il proiettile che ha ucciso la giornalista. In una lettera, diffusa da Haaretz, inviata al presidente Joe Biden - che si appresta ad arrivare nella regione - il fratello di Shireen Anton Abu Akleh ha parlato di "uccisione extragiudiziale" da parte di Israele ed ha sostenuto che il governo Usa non ha "adeguatamente consultato, informato e sostenuto" la famiglia di una cittadina americana. Gli Usa - ha sottolineato Anton Abu Akleh - si sono mossi in maniera furtiva "per cancellare ogni illecito da parte delle forze israeliane" e hanno adottato "l'indagine delle autorità israeliane". L'amministrazione Usa - ha continuato la lettera - "ha ritenuto necessario includere e perpetuare la conclusione infondata e dannosa che l'omicidio non fosse intenzionale, scegliendo apparentemente l'opportunità politica rispetto alla responsabilità effettiva per l'uccisione di un cittadino statunitense da parte di un governo straniero".

Foto © Imagoeconomica

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