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Riprende oggi presso il tribunale di Pietermaritzburg il processo per corruzione a carico dell'ex presidente sudafricano Jacob Zuma (in foto), accusato di frode, racket e riciclaggio di denaro in relazione a un accordo nel settore della difesa stipulato negli anni '90 con la società francese Thales e altre aziende del settore. Nell'udienza di oggi gli avvocati di Zuma saranno chiamati a rispondere alla dichiarazione giurata dell'accusa, che cerca di introdurre nuove prove e ha chiesto che la Corte suprema riconsideri i ricorsi respinti a marzo che chiedevano la rimozione del procuratore capo adducendo presunti pregiudizi. Numerosi ricorsi legali hanno causato lunghi ritardi e rinvii nel processo. L'ex presidente è accusato di aver ricevuto tangenti negli anni '90 dalla compagnia francese Thales nell'ambito di un accordo di difesa da 2 miliardi di dollari con diverse società europee. Zuma nega le accuse nei suoi confronti e i suoi legali intendono procedere con un procedimento privato nei confronti del procuratore capo, accusandolo di portare avanti una "caccia alle streghe" per conto dei suoi rivali politici. Nel luglio scorso Zuma è stato arrestato e condannato a 15 mesi di reclusione per oltraggio alla corte dopo essersi rifiutato di testimoniare davanti a una commissione d'inchiesta sulla corruzione. Il suo arresto ha portato a violente proteste in cui sono morte almeno 350 persone. Secondo il governo di Pretoria, i disordini - i più sanguinosi dalla fine dell'apartheid - sono costati all'economia del Sudafrica circa 3,3 miliardi di dollari.

Foto © Imagoeconomica

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