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Contro le petroliere e per un'autenticatransizione energetica

Protesta mondialein difesa degli oceani a cui hanno partecipato i componenti del Movimento Our Voice

Nel pomeriggio di venerdì 4 febbraio ha avuto luogo "Oceanazo", una manifestazione mondiale in difesa degli oceani. A Montevideo le attività sono state realizzate di fronte all'edificio del Mercosur, sulla Rambla di Parque Rodó, dove vari gruppi di attivisti si sono riuniti per manifestare contro le società petrolifere per le recenti fuoriuscite di petrolio nella regione ed in tutto il mondo e contro la recente approvazione in Argentina di una legge che permette di esplorare I fondali e sfruttare gli idrocarburi nel mare del paese vicino. Gli attivisti hanno segnalato che una fuoriuscita di petrolio in acque argentine danneggerebbe  anche la costa uruguaiana. L'incontro organizzato da Friday's for Future (FFF) ha visto partecipare organizzazioni come No más colillas, Carumbé, Parents For Future Uy ed Our Voice.

Un incontro di giovani, nella maggior parte, che avevano come obiettivo quello di pronunciarsi contro le società petrolifere come Equinor, Repsol, Shell o Wintershall, per l'inquinamento ed il disastro ambientale che lasciano dietro di sé,  dall'inquinamento dell'aria causato dall'uso dei combustibili fino alle perdite di petrolio nei mari e negli oceani.

Il primo punto di incontro è stato sulla Rambla, sul lato opposto alla facciata  dell'edificio del Mercosur, dove una giovane del Movimento Our Voice ha realizzato un intervento artistico per dare appoggio alla causa a favore degli oceani. Sofía Aquino ha posato su una piattaforma vestita di un bodypainting realizzato dalla truccatrice Anubis Leal, dai toni azzurri e verdi che la faceva sembrare una sirena e con una gonna nera lunga circa due metri che si estendeva sul pavimento.

Nel contesto la stoffa nera rappresentava il petrolio che si sta impossessando di questa creatura marina che rappresenta la vita dell'oceano. Anche i suoi capelli erano tinti di un sostanza nera gocciolante che scivolava sul viso. Un intervento imponente, sorprendente, carico di emozioni come è solito trovare nelle rappresentazioni di Our Voice.

Ai suoi piedi un cartello con la scritta " Né apocalisse né propaganda, senza il mare non c'è vita".

Tre ragazzi di FFF, imitando i personaggi della serie "Los juegos del hambre" (I giochi della fame) si sono posizionati sulla scalinata dell'edificio, vicino ai cartelli di protesta e ai manifestanti, vestiti con indumenti protettivi, stivali alti, caschetti e occhiali protettivi. Il trio teneva in mano dei cartelli con scritto "tossico", sversamento" e "pericolo".

Andando avanti nella giornata Emilia Cardoso, membro del Movimento Culturale Internazionale Our Voice, in alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa ha parlato della motivazione per la quale la sua organizzazione ha deciso di accompagnare la protesta pubblica. "Noi ci uniamo a questo grido globale in difesa degli oceani perché abbiamo la necessità impellente di uscire dal paradigma fossile. Siamo in una vera e propria crisi climatica".

"Abbiamo bisogno che i governi finanzino la transizione energetica. E questo deve essere adesso, ora, non abbiamo 20 anni come dicono. Non siamo apocalittici, non stiamo facendo propaganda. Ma è urgente e doveva essere già fatto", ha concluso.

Da parte sua Costanza di Friday's For Future ha spiegato il motivo della protesta che li vedeva lì: "Chiediamo che non si accetti questo tipo di accordi, che smettano le pressioni perché vengano installate nella regione e si cominci a cercare strade alternative per poter uscire da questa situazione con una visione lungimirante e non come adesso che si ragiona a breve termine per cercare di salvarsi ed uscire dal debito pubblico".

"Ciò che vogliamo è giustizia climatica attraverso diverse azioni che possiamo realizzare come ad esempio manifestazioni, educazione ambientale, incontri con i politici, ecc."

"In questo caso quello che stiamo cercando di fare è alzare la voce affinché ci ascoltino i politici qui in Uruguay ed alzino la voce, perché tutto questo non è positivo, perché l'attività petrolifera in Argentina ci riguarda direttamente e questa non è la strada giusta. Inoltre vogliamo informare la popolazione su quello che sta succedendo ed educare".

Il proclama finale letto dai membri del Friday's For Future ha additato le società petrolifere come responsabili degli sversamenti di oro nero nelle acque del mondo, provocando un vero e proprio disastro nei mari, negli oceani, nei bacini acquiferi e negli ecosistemi.

"Si stima che uno sversamento di circa mille barili di petrolio impiegherebbe 21 giorni per arrivare sulle coste uruguaiane e potrebbero esserne interessate anche le coste argentine. Questa barbarie colpirebbe il nostro paese, perché va contro il nostro piano sulle acque che propone una visione a 360 gradi".

"Si attenta contro il trattato di biodiversità biologica al quale ha aderito l'Uruguay  e che riguarda la regione idrografica di Rio de la Plata, il versante marittimo che presenta una enorme quantità di aree protette ed il turismo, che dà lavoro a oltre 100.000 persone all'anno. Questi non sono motivi sufficienti?".

Ha ricordato lo sversamento petrolifero avvenuto in Perù di cui è responsabile la società Repsol e che ha sommerso di greggio quasi 20 spiagge". Ha menzionato anche Chevrón, responsabile di aver sversato 50.000 litri di petrolio in Tailandia la settimana scorsa. "Qualche giorno dopo sono stati sversati quasi due milioni di litri in Ecuador, inquinando gli ecosistemi dell'Amazzonia per la seconda volta in due anni. Vi pare giusto? L'avidità non ha limiti".

"Pretendiamo giustizia sociale, giustizia climatica, giustizia per tutti gli ecosistema, per gli animali e per le persone colpite".

L'attività è stata accompagnata anche dall'intervento dei genitori dei FFF, l'associazione Parents for Future che aiutano bambini e bambine attraverso interventi logistici, sostegno economico ed accompagnamento. In un colloquio con Antimafia Yamandú, il Padre di una delle bambine (Felicia), ha protestato contro l'estrazione di petrolio che utilizza il Fracking. "Realizzano questa modalità iniettando sostanze chimiche e procurando micro sisma. Cercano  le ultime gocce di petrolio per estrarlo in una forma redditizia per le petroliere".

Il 'Fracking' "in questo momento è proibito per legge per i prossimi cinque anni, credo. È importante evitare il Fracking in Uruguay per proteggere il bacino acquifero Guaraní che è una delle grandi bontà che abbiamo in Uruguay e che è condiviso con altri paesi. Per questo abbiamo bisogno di leggi regionali, non solo nazionali, e che altri governi della zona si allineino a questo sentimento e proteggano questo  prezioso tesoro che abbiamo".

"Se permettiamo il Fracking autorizziamo l'inquinamento. In Argentina è già autorizzato e viene utilizzato a Mendoza, per fortuna lontano dal bacino acquifero di Guaraní".

La manifestazione a favore della natura, della biodiversità, degli ecosistemi, della vita nell'acqua e dell'acqua stessa è indispensabile per noi come cittadini interessati nel fare pressione e incentivare una crescita di coscienza, far capire l'importanza di partecipare attivamente agli avvenimenti che vediamo attorno a noi ogni giorno. La gioventù è quella che ha nelle sue mani l'arte, la voce, l'energia e la convinzione per pretendere trasformazioni alle autorità e segnalare agli imperi economici che con strategie mediatiche e politiche stanno distruggendo risorse ed ambiente senza nessun tipo di coscienza per perseguire i propri interessi.

È urgente pronunciarsi. Prima che sia troppo tardi e non ci sia più vita da difendere.

Foto © Leandro Gómez, Romina Torres, Alejandro Diaz

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