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L'ESMA candidata a essere nominata patrimonio dell’umanità. La decisione a giugno 2023

Durante la cerimonia che si è svolta un paio di settimane prima della fine dell'anno 2021 nel museo della memoria ESMA, nell’Avenida Libertador 8151, il ministro dell’Educazione Jaime Perczyk ed il segretario per i Diritti umani Horacio Pietragalla Corti hanno presentato richiesta affinché il museo sia inserito nei siti tutelati dall'Unesco. La delibera finale si realizzerà a giugno del prossimo anno 2023 durante la riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale.
A proposito di questa nomina, la Segreteria per i Diritti umani ha espresso: "Come esponente di ogni luogo della memoria dell'Argentina e del museo della memoria e dei Diritti Umani (ex Esma), la candidatura del Museo della memoria ESMA vuole contribuire a dare visibilità internazionale del terrorismo di Stato basato nella sparizione forzata di persone, e al valore del consenso sociale come strumento per avere giustizia”.
All’incontro erano presenti autorità che fanno parte del Comitato Argentino del Patrimonio Mondiale di Conaplu, il cancelliere Santiago Cafiero ed i ministri della Giustizia, Martín Soria e del Turismo e Sport, Matías Lammens, tra altre personalità, dell'ambito locale ed internazionale.
L’ambasciatore argentino in Italia aveva già presentato atto di candidatura dell’ex ESMA
"Questo è frutto della lotta di tutti, nella costruzione di processi della Memoria, Verità e Giustizia”.


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Queste le parole dell'ambasciatore argentino a Roma, Roberto Carlés, al Museo della memoria (ex ESMA), come simbolo di memoria e lotta internazionale, candidato a essere nominato Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. La richiesta ufficiale è stata presentata nel Giorno Internazionale dei Diritti umani, e dell'anniversario argentino, per il ritorno alla democrazia.
La proposta risale al 2015, e fu presentata dal “Directorio de Organismos de Derechos Humanos del Espacio Memoria de Argentina”, e fu accettata e inserita in una lista  provvisoria  dell'Unesco nel 2017.

Un spazio che nasce come denuncia del terrorismo di Stato
La Scuola di Meccanica dell'Armata (ESMA) fu utilizzata ripetutamente per la detenzione, sparizione e tortura di persone durante la dittatura civico militare in Argentina, nel 2004 iniziarono dei lavori per trasformare il luogo in museo della memoria, riconosciuto internazionalmente, per la difesa dei diritti umani.
Anni dopo, la ‘Commissione Nazionale dei Musei e dei Siti Storici’, ha riconosciuto l'ex ESMA come sito storico nazionale; ciononostante ci sono stati anni di dibattiti e dispute precedenti alla sua inaugurazione, per quello che rappresenta il luogo in sé:
"Il Museo è basato nelle testimonianze dei sopravvissuti e sopravvissute rese durante il Processo alle Giunte del 1985, e nei processi di lesa umanità che iniziarono di nuovo a partire dal 2004. Oggi il posto è uno spazio di denuncia del terrorismo di Stato e di trasmissione della memoria. L’obiettivo è contribuire a conoscere, vivere e comprendere le violazioni dei diritti umani, commesse dallo Stato argentino, promuovendo un dialogo tra le generazioni e all’interno di esse nel presente, e verso il futuro", ha dichiarato l'Ambasciata argentina in un comunicato.
Queste le dichiarazioni durante l’incontro tenutosi a Roma e che hanno trovato l’apprezzamento di una moltitudine di persone, tra loro ci stavano ex prigionieri politici, familiari di desaparecidos, avvocati difensori e referenti di diritti umani. Dall'Argentina, attraverso un video, ha partecipato Lita Boitano, presidentessa dell'Associazione di Familiari di Detenuti e Desaparecidos per Ragioni Politiche; Taty Almeida, rappresentante di Madri di Plaza de Mayo, e Delia Giovanola, di Nonne di Plaza de Mayo, che hanno salutato e hanno sottolineato l’importanza della candidatura dell'ex ESMA come simbolo della memoria.
Alle parole di questi importanti personaggi che hanno lottato per la ricerca della verità, si sono  aggiunte le parole critiche di Julio Frondizi: "Per me l'ESMA è un simbolo. Anche se mio padre non è mai stato lì, una delle sale del Museo porta il suo nome. Sarebbe importante, se l'Unesco decidesse di considerarlo ‘Patrimonio dell'Umanità’ e che fossero ricordati anche tutti gli altri posti di tortura che c’erano in Argentina durante la dittatura". Suo padre, Silvio Frondizi, fu un professore universitario, sequestrato e ucciso a Buenos Aires, in piena dittatura argentina.


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Denuncia e rivendicazione della memoria internazionale
“Non dobbiamo dimenticare che hanno voluto far scomparire l'ex ESMA” ha detto l'ambasciatore Roberto Carlés, "in un tentativo di cancellare il nostro passato e cancellare una delle impronte più dolorose della nostra storia", ricordando che però nel 2001, la Corte Suprema proibì la demolizione dell'ESMA, sotto il pretesto di "preservare i suoi beni che costituiscono prove processuali".
L'avvocato italiano Arturo Salerni si è espresso sull'influenza che la candidatura dell'ex ESMA, potrebbe avere nei processi ancora in corso contro militari latinoamericani, e ha affermato che sarebbe "una cosa utile e necessaria a livello planetario", e che "serve per creare un clima di coscienza che i giudici non potranno ignorare. Se ci sono valori universalmente riconosciuti e crimini universalmente combattuti, anche attraverso la promozione di questi eventi culturali, si crea una rete che sostiene le battaglie che dovranno sostenere i giudici”.

Foto di copertina: Twitter

Foto 2: noticias.unsan.edu.ar

Foto 3: pagina12.com.ar

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