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L'''Ordine di Hagal'' e una nuova diffusione in Italia di ideologie naziste e razziste

Sono ogni giorno di più le associazioni neonaziste che nascono nella penisola italiana. Un fenomeno in costante espansione che diventa sempre più intenso e difficile da debellare.
In merito a questa situazione la procura di Napoli, nelle figure del procuratore capo Giovanni Melillo e dei suoi sostituti: Antonello Ardituro e Claudio Onorati, stanno svolgendo delle indagini complesse nei confronti di 15 persone indagate per organizzazione sovversiva di formazione neonazista e suprematista. Al centro dell’inchiesta c’è l’organizzazione denominata “Ordine di Hagal”, o ancora “Ordine Naturale di Hagal”: un movimento realizzato da Maurizio Ammendola, originario di Maddaloni (Campania) e soprannominato “il grande professore” in considerazione della sua carica di presidente-fondatore del sodalizio. Lo scorso ottobre, nell’ambito dell’indagine svolta dalla Digos partenopea, in collaborazione con la Direzione centrale Polizia di prevenzione (il Servizio per l’opposizione all’estremismo e al terrorismo interni al Paese), sono state effettuate delle perquisizioni domiciliari da parte della Polizia di tutta Italia e delle Digos di Napoli, Caserta, Avellino, Siena, Roma, Torino, Ragusa, Lecce e Ferrara, nei confronti dei 26 presunti adepti.
Gli elementi emersi fino ad adesso dalle indagini sono molto gravi e preoccupanti. In effetti, sono tantissimi gli uomini e le donne che nell’età della giovinezza, utilizzano lo strumento dei social media, come Telegram e Vkontakte (la piattaforma attualmente più in voga nel Paese della Russia), al fine di creare gruppi il cui fondamento risiede nelle ideologie caratteristiche del fascismo e del nazismo, nonché nel sentimento di odio, pregiudizio e paura soprattutto nei confronti di ebrei, stranieri ed immigrati.
A primo impatto il movimento sotto indagine si presentava come un’organizzazione di natura ascetica-religiosa, tuttavia, attraverso una ricerca più approfondita, sono emerse connotazioni forti di avversione nei confronti dello straniero, l’idea della supremazia della “razza ariana” a scapito di quella considerata “non ariana”, la messa in atto di teorie filonaziste e neofasciste da parte dei così designati “adepti” o “seguaci”.
Come emerge dalle indagini, questi ultimi venivano adescati da un sistema comunicativo minuziosamente elaborato, che prevedeva la completa assenza, all’interno dei discorsi volti a ricercare l’attenzione del “pubblico” online, di vocaboli ed espressioni riconducibili alle ideologie chiave del gruppo.
Dopo essere stati incorporati nella compagnia, i membri dovevano assicurare la loro disponibilità per quanto riguardava un possibile arresto, il mantenimento del segreto delle informazioni, e lo studio dedito ad una educazione univoca.
Gli investigatori, guidati dal procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, sono riusciti a ricavare queste importanti informazioni, e registrando i movimenti di tali comitive, hanno intercettato un messaggio audio inviato da Ammendola ai membri della compagnia.
In tale nota vocale il fondatore del movimento spiega le locuzioni da utilizzare per attirare i curiosi verso di sé, ma senza intimidire queste persone. “Il discorso non deve contenere riferimenti espliciti e non deve essere immediatamente d’impatto”, “Dobbiamo renderci conto che abbiamo di fronte una platea di persone che non sa assolutamente nulla, che è immersa in questo sistema”.
Esordisce in questo modo il ‘grande professore’: “Per il momento occorre togliere la parola ‘ebreo’, diciamo il nome e il cognome, e invitiamo le persone a fare ricerche sui personaggi citati, in modo che poi siano loro autonomamente, nell’intimo della loro mente, ad andare a scoprire cosa hanno in comune tutti quanti, come l’essere ebrei”.
Attraverso questa strategia di manipolazione il quarantaduenne ha comunicato per svariato tempo con una ragazza, attraverso canali Telegram dalle intestazioni ingannevoli (quali “ioaprocampania” o “assistenti costituzionali”), al fine di avvicinarla alla sua concezione xenofoba, omofoba e nazista.
La donna in questione, dimostratasi particolarmente interessata alla faccenda e bendisposta ad aiutare l’uomo, è solo una delle sempre più numerose persone che si impegnano in queste attività. Ciò che preoccupa di più è l’età media di adescamento, diminuita a venti anni.
Le motivazioni della partecipazione, sempre più crescente, dei giovani all’interno di tali quadri sociali è da individuare nella sensazione di disorientamento che, coloro i quali sperimentano ripetute situazioni di disagio, inappagamento ed emarginazione in ambito sociale ed economico, si trovano costretti ad affrontare nei confronti della realtà circostante.
Ad affiancare la losca figura di Ammendola, vi è quella di Giampiero Testa, di 24 anni, nato ad Avellino. I due individui, secondo i risultati di dettagliate investigazioni, sembrerebbero gli artefici di un’organizzazione che attua secondo un modello paramilitare, e che coinvolge alcuni ex militanti del partito politico di estrema destra “Forza Nuova”, nonché una moltitudine di soggetti accomunati dalla propensione allo sviluppo di pensieri antisemiti e favorevoli al predominio dei bianchi.
Per chiarire, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, esponenti di Forza nuova, che sono stati arrestati in seguito all’attacco della Sede Cgil a Roma, mediante la conduzione di specifiche inchieste, non sembrano essere immischiati nell’attività nazista napoletana.
Giampiero Testa, inoltre, è uno dei soci principali di diverse collettività ucraine estremiste del filone neonazista, tra le quali spicca per popolarità il reggimento operazioni speciali “Azov”.
Quest’ultimo, anche per quanto riguarda l’ambito della simbologia, pare essersi rifatto alla tradizionale iconografia nazista, impiegando la runa “Wolfsangel” (Dente di lupo), icona della seconda divisione panzer Das Reich, facente parte della Waffen-SS, e lo “Schwarze Sonne” (Sole nero), una variante della svastica, che riprende lo stretto legame che intercorre tra le pratiche esoteriche e il nazismo.
Ammendola e Testa, dunque, hanno strutturato i loro rapporti con i sopracitati enti, anche grazie alla loro esperienza relativa alle armi e all’attività militare. Entrambi gli uomini, infatti, possiedono un diploma presso l’European security academy, Polonia, ove si sono cimentati in corsi mirati all’uccisione dell’avversario.
Non del tutto soddisfatto del proprio operato, il ventiquattrenne ha deciso successivamente, di contattare due fucilieri posti all’interno di reparti speciali della Marina militare, i quali vantavano una conoscenza approfondita su armi da fuoco ed esplosivi, allo scopo di accrescere la propria abilità in funzione di milite.
L’esistenza di società che affondano le proprie radici negli ideali hitleriani, però, non è da considerarsi una questione propria della regione campana: gli investigatori appartenenti alla Digos sono riusciti infatti a dimostrare l’esistenza di numerosissime organizzazioni filonaziste localizzate in una pluralità di città dello Stivale.
I soggetti riconducibili a tali scenari sono rilevati attraverso l’analisi delle chat di Telegram, alle quali è stato possibile accedere mediante il sequestro dei cellulari mobili di alcuni indagati.
L’attenzione delle forze di sicurezza, dunque, è ora rivolta a specifici eventi verificatisi durante gli ultimi anni, che potrebbero essere messi in relazione alle questioni attualmente trattate: l’arresto, presso Savona, di Andrea Cavalleri, ventiduenne esponente di una feroce ultradestra, rappresenta l’epilogo di un’impresa antiterroristica condotta in diverse zone d’Italia, e potrebbe costituire un esempio lampante di tali avvenimenti.
Allo stesso modo, l’imprigionamento conclusosi nella città di Bergamo di un ragazzo di 23 anni, al quale è stata mossa l’accusa di detenzione di armi; il decesso di Alessandro Fino, ventunenne originario di Como, morto durante la programmazione di un esplosivo; o ancora, l’arresto di un militante dell’esercito americano, in servizio presso la Caserma Ederle di Vicenza, unitosi ad un movimento neonazista satanico con lo scopo di attaccare la sua stessa base militare. Tutti questi casi potrebbero rientrare nell’elenco delle vicende che riguardano la nuova diffusione di gruppi ideologici nazisti.
Per quanto concerne questa tematica, Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, che più volte ha descritto le associazioni suprematiste bianche come un pericolo non trascurabile per il Paese, ha promosso la messa in opera di un’iniziativa mondiale il cui obbiettivo risiede nel definitivo sradicamento del problema.
“È solo attraverso un’azione globale concentrata che possiamo porre fine a questa grave e crescente minaccia”, ha comunicato recentemente il politico.
Sulla base di queste ultime dichiarazioni, è ragionevole ritenere che la popolazione italiana sia legittimata a richiedere un intervento immediato da parte dei governi locali, e dell’intero sistema Statale, al fine di eliminare un pericolo che potrebbe incidere sulla vita e sul benessere di migliaia di persone. Tali ideologie in effetti, si protraggono ormai da tempo immemore, insidiandosi tra le vie delle città italiane, sostenendo idee negazioniste basate solo sull’ignoranza: come la non esistenza dell’olocausto o la superiorità della razza ariana. Sono considerazioni inconcepibili al giorno d’oggi. Sono offensive nei confronti di coloro che nel passato hanno vissuto sulla propria pelle le ripercussioni del fascismo e del nazismo e nei confronti di coloro che attualmente subiscono episodi di razzismo, xenofobia e omofobia.

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