Intervista in radio AM750 all'ex presidente ecuadoriano
"Ho 46 processi penali, mi alzo ogni giorno pensando a quale nuova accusa mi troverò”.
È iniziata così, venerdì scorso, l'intervista di Radio AM750 a Rafael Correa, ex presidente ecuadoriano e garante per diversi anni dei diritti del giornalista perseguitato dagli USA, Julián Assange, detenuto nel Regno Unito.
Correa ha criticato ferocemente Mauricio Macri per il suo enorme indebitamento con il Fondo Monetario Internazionale: "Macri ha goduto del debito con il FMI, i soldi che arrivavano li facevano sparire, non ci si può aspettare niente di buono dal FMI. Si prendono cura degli interessi dei paesi egemoni", ha detto, sottolineando inoltre che, nei dieci anni del suo governo, non si è mai rivolto all'istituto di credito. "Se non si paga il debito anche il FMI perde. Bisogna essere duri con loro", ha ribadito.
Inoltre, ha richiamato l’attenzione sull’avanzare della lawfare nella regione mettendo in discussione anche la corrente di estrema destra che avanza in America Latina.
Correa ha denunciato che l'Ecuador, da cinque anni, è fuori dallo Stato di Diritto, ricordando che “non è un caso, si tratta di una strategia regionale”; è un "piano regionale come il piano Condor. Dal momento che non possono far sparire le persone, si servono della lawfare per ucciderti. Ha due gambe, l'asse mediatico che cerca di distruggere, per generare consenso, e l'asse giudiziario dove giudici timorosi o apertamente corrotti, copiano i titoli della stampa", ha dichiarato.
Inoltre, l’ex presidente si è mostrato preoccupato per l'avanzamento dell'estrema destra a livello regionale. “C'è una radicalizzazione della destra, c'è una destra fascista con un piano articolato e guidato da VOX in Spagna. Non rispettano più i diritti umani e le democrazie, c'è un riaffioramento dell'estrema destra nel mondo intero", ha lamentato. E con durezza ha puntualizzato che il candidato argentino e liberale Javier Milei: "È un pagliaccio ultra-neoliberista; provo vergogna per lui”.
D'altra parte, riferendosi all'ex presidente Lenín Moreno, ha affermato che "se avesse saputo" che lo avrebbe tradito “non lo avrebbe mai appoggiato. È un cinico. È stato con noi per 10 anni e poi ci ha traditi”, si è lamentato.
L'ex presidente era in visita in Argentina per partecipare alla presentazione del libro "Evo: Operazione riscatto. Una trama geopolitica in 365 giorni" dell'economista spagnolo Alfredo Serrano Mancilla.
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