Bolsonaro riceve la cittadinanza onoraria di Anguillara Veneta. Proteste e cariche di Polizia a Padova: “Vergogna, è un fascista”
Dopo il contestatissimo G20 sul clima, il mega summit che dovrebbe tratteggiare le future strategie globali sulle sorti del pianeta, Jair Bolsonaro è stato l’unico dei 20 leader giunti a Roma a soggiornare in Italia. Finite le riunioni in pompa magna con gli altri omologhi - chiuse senza nemmeno tenere un bilaterale - il premier del Brasile è rimasto nella Capitale per godersi qualche passeggiata nel centro città e farsi un bagno di folla alla Fontana di Trevi. Lunedì poi, mentre gli altri colleghi del G20 sono tutti volati per il nuovo summit a Glasgow (alla faccia dei consumi), “l’uomo nero” ha fatto le valigie per recarsi in Veneto. Destinazione: Anguillara Veneta, cittadina in provincia di Padova, terra di anguille e di rane. Da qui, oltre 100 anni fa il bisnonno del leader suprematista brasiliano, Vittorio Bolzonaro, è emigrato in Brasile per costruire un futuro. E la signora Alessandra Buoso, sindaca leghista del paesello di quattro mila anime, sito nel cuore della pianura Padana, sulla base di questo dato ha pensato bene di dedicare a Bolsonaro, accusato di crimini contro l’umanità per come ha gestito l’emergenza Covid nel Paese, la cittadinanza onoraria del comune. Ecco quindi che il presidente, generosamente scortato, dopo la trasferta di Roma è stato accolto da una claque di sostenitori ad Anguillara Veneta. Un pugno in realtà, non di più. Nulla a che vedere con le centinaia di contestatori che l’indomani a Padova lo hanno fischiato e insultato. Le ragioni delle contestazioni sono numerose, ma le affronteremo in un secondo momento. A Padova il capo dello Stato avrebbe dovuto visitare la Basilica del Santo (per l’occasione la Diocesi ha espresso “forte imbarazzo” e non si è quasi presentata) ma per via delle proteste dei manifestanti il programma è stato fatto saltare e il presidente è stato condotto per ragioni di sicurezza in un Hotel della città. 500 i dimostranti scesi nei pressi della Basilica al grido di “fora Bolsonaro” che hanno duramente contestato la visita del leader e la decisione di conferirgli la cittadinanza onoraria (venuta a costare 9 mila euro) da parte della giunta di Anguillara Veneta. I poliziotti, dopo alcuni avvertimenti, hanno caricato la folla con manganelli e idranti e questa ha risposto con lancio di oggetti. Fermata una ragazza. Il giorno prima, invece, ad Anguillara Veneta, Bolsonaro, rigorosamente senza mascherina, è stato ricevuto con tutti gli onori del caso nella Villa Arca del Santo, in mezzo alle campagne della bassa veneta. Ad attenderlo qualche sostenitore con la bandiera carioca, selfie, abbracci e un pranzo regale offerto dalla sindaca stessa a base di salumi e vini locali, bianchi e rossi, baccalà e musso con la polenta. Un banchetto che strizza l’occhio a quei “Ranci d’onore” di mussoliniana memoria che il duce tanto amava chiamare tra un boccone e l’altro nelle grandi ricorrenze di metà del secolo scorso. Targhe e prelibatezze culinarie, dunque, per l’uomo che in Brasile una grossissima fetta di popolazione chiama “genocida”.
“Bolsonaro fascista, negazionista e omofobo”
Ma quali sono le ragioni di tanta rabbia e indignazione da parte di una parte considerevole della popolazione civile italiana e brasiliana? Bolsonaro, in questi quasi 3 anni di governo, seguendo politiche neoliberiste e di ispirazione neofascista, ha tranciato le gambe alle lotte sociali e per la tutela dell’ambiente in Brasile. “Genocida”, “criminale”, “fascista”, “omofobo” “negazionista” “misogino”. Di lui in Brasile ne dicono di tutti i colori. E in questi giorni di trasferta italiana le contestazioni non sono state più leggere. Bolsonaro “a causa di una gestione criminale e negazionista della pandemia da Covid 19 ha contato 600.000”, ha detto Luca Lendaro, esponente di "Potere al Popolo" Padova. Accuse veritiere: di recente una Commissione d'inchiesta sulla pandemia di Covid del parlamento brasiliano (Cpi) ha approvato le conclusioni di una indagine in cui raccomanda l'incriminazione del presidente Jair Bolsonaro per nove reati legati alla sua gestione dell'emergenza, tra cui "crimini contro l'umanità". Sempre Lendaro, come molti dei cittadini riunitisi nel padovano per protestare contro la visita del presidente, ha additato questi come “genocida”, o “ecocida”. Il riferimento è alle politiche ambientali in Brasile condotte dal capo dello Stato che hanno favorito sensibilmente l’incremento della deforestazione dell’Amazzonia, e quindi dello sterminio dei popoli indigeni che la proteggono dai latifondisti sguinzagliati dai suoi emendamenti. Gli stessi latifondisti che hanno sostenuto, insieme a movimenti e lobby di stampo evangelista, la candidatura di Bolsonaro alle presidenziali nel 2018. Dopo un anno e mezzo di mandato, a metà 2020, in Brasile sono andati distrutti almeno 1.218.708 ettari (12.187 km²) di flora locale. Tanto per rendere conto delle proporzioni, si tratta di un'area equivalente a otto volte l'estensione del comune di San Paolo. Cifre sconvolgenti. Il capo del partito di estrema destra APB (“Alleanza Per il Brasile”), indagato per aver coperto un sistema di tangenti, sta inoltre militarizzando il Brasile, già piegato dalla povertà e dalla malavita, firmando decreti che permettono ai civili l’acquisto di armi da guerra e garantendo alle forze di polizia - tendenzialmente violente - una maggiore impunità. Sempre a Bolsonaro diverse organizzazioni per i diritti umani attribuiscono simpatie con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata e colletti bianchi, nonché responsabilità in merito all’omicidio dell’attivista femminista Marielle Franco assassinata a Rio de Janeiro nel 2018. Contro di lui si sono scatenati anche soggettività LGBTQIA+; tristemente note sono le sue affermazioni omofobe durante la campagna elettorale: “Preferisco che mio figlio muoia piuttosto che essere omosessuale”. Apertamente nostalgico degli anni terribili del regime degli anni sessanta-ottanta, Bolsonaro ha più volte dichiarato di apprezzare quel periodo nero di storia del Paese. Alla luce di questi elementi molte realtà antifasciste hanno apertamente definito “inaccettabile” il conferimento di una onoroficenza come la cittadinanza onoraria a un personaggio simile.
“È vergognoso che il Consiglio comunale abbia conferito la cittadinanza onoraria al presidente del Brasile”, dice l’ANPI. “Bolsonaro non è persona gradita ad Anguillara, in Veneto e in Italia”, hanno affermato ancora. “Bolsonaro rappresenta il peggio del potere mondiale asservito agli interessi del profitto che devasta il pianeta qui e in Brasile”. “È uno scandalo e una vergogna: siamo qui a dire insieme al popolo brasiliano: ‘Fora Bolsonaro’”.
(Prima pubblicazione: 02-11-2021)
Foto © Imagoeconomica
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