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Fredy López Arévalo è stato colpito da proiettili al cranio da un killer nello stato di Chiapas

Qualche ora prima aveva denunciato il licenziamento di 200 lavoratori del Comune di San Cristobal

Ferma condanna, stupore e commozione in Messico. Il giornalista messicano Fredy López Arévalo (in foto) è stato ucciso con un colpo diretto alla testa all’ingresso della propria abitazione, alla presenza di sua moglie e dei suoi figli, in una città dello stato del Chiapas. Dalla nostra redazione la distanza non ci impedisce di unirci nel sentimento di dolore che in questo momento prova la famiglia del collega e l’intera famiglia del giornalismo mondiale. Anche noi, ancora una volta, anche se non lo conoscevamo personalmente, ci sentiamo profondamente colpiti dalla tragica notizia. Una notizia che già da diverso tempo fa parte delle nostre vite e delle nostre agende di lavoro perché, purtroppo, questo è un ulteriore attacco alla libertà di stampa in Messico e nel mondo. Un altro caso di intimidazione al giornalismo, attraverso dei killer, che si aggiunge al lungo elenco di attentati commissionati contro operatori della comunicazione in quella specifica zona del continente americano. 

Le agenzie di stampa riferiscono che, al momento, non si conoscono i moventi dell'assalto e se il collega sia stato minacciato di morte recentemente. Quel che è certo è che la notte di giovedì 29 uno sconosciuto - un sicario ovviamente - lo ha assalito all’ingresso del suo domicilio nel momento in cui la sua famiglia lo stava accogliendo, e, in una manciata di secondi, con una pistola, si presume una 9mm, ha attuato il mortale attacco con estrema professionismo dato che il proiettile che ha ucciso Fredy López lo ha colpito con estrema precisione al cranio senza provocare altri morti o feriti. Lasciando la sua vittima a terra, in una pozza di sangue e una famiglia in preda al panico e all'impotenza; il sicario si è poi dato  alla fuga su di una motocicletta, tutto in pochi secondi. 

Sono stati chiamati i soccorsi e la polizia ma il crimine era stato ormai commesso e le procedure effettuate sulla scena del delitto non fanno altro che rientrare nella drammatica routine tipica di attentati di questo genere.  

Il giornalismo messicano ha diffuso la notizia dell’attentato interrogandosi anche su quelli che possono essere i moventi del fatto di sangue, ipotizzando che sicuramente il lavoro del collega disturbava chiaramente gli interessi occulti di chi probabilmente convive - nelle nostre "democrazie" - con la criminalità o la corruzione, abituata a tutelarsi servendosi del sicariato, strumento ideale ed appropriato per liberarsi -  col piombo e col sangue – di chi dimostra essere un ostacolo per le loro attività illecite. 

Ancora una volta la terribile e maledetta mano criminale contro la verità ha falciato la vita di un professionista messicano che si va ad aggiungere al lungo elenco di martiri, in un paese che da molto tempo ha dovuto abituarsi a violenze di questo tipo e  che interessano tutto il territorio messicano. 

L’omicidio è avvenuto nella città di San Cristobal de las Casas, nella colonia Las Rosas, regione sudoccidentale del Messico. Il giornalista assassinato stava tornando dalla sua famiglia dopo essere stato alla festa di compleanno di sua madre a Tuxtla.  


luogo omicidio fredy arevalo da tvazteca

Il governatore del Chiapas, Rutilio Escandón, ha condannato e definito il fatto come un vigliacco assassinio dichiarando al giornalismo locale che "nessun delitto rimarrà impunito". Contemporaneamente la procura Generale dello Stato ha avviato una serie di indagini per arrestare il killer, scoprire i moventi ed identificare, eventualmente, l'identità del mandante, affinché (se non vengono fuori "impunità" che intercedano a favore di questi), possa essere portato davanti alla Giustizia.  

Secondo le prime informazioni arrivate sul nostro tavolo di lavoro possiamo dire che López Arévalo era vicino al presidente Obrador e alla sua gestione essendo anche direttore della rivista Jovel, non più in edicola ultimamente, per svolgere la sua attività professionale sulle reti sociali. È emerso, ed è un dato importante, che alcune ore prima dell'attentato attraverso il suo account Twiter, Fredy López Arévalo aveva condiviso un'informazione denunciando il licenziamento di duecento lavoratori di fiducia del Comune di San Cristobal e l'esistenza di ‘premi lavorativi’  per oltre 22 milioni di pesos, corrispondenti ad un milione di dollari. 

Questa denuncia potrebbe essere collegata all'attentato? Questa denuncia ha messo a nudo pubbliche corruzioni e affari criminali che muovono tanto denaro? Le domande non mancano e la maggior parte delle risposte non  sempre arrivano in tempi record ma, al contrario, arrivano con tantissimo ritardo o svaniscono nel nulla.  

Ma ammazzare un giornalista  così, con un approccio criminale di stampo  mafioso, è senza dubbio per noi  qualcosa di molto più grave che un semplice fatto di cronaca poliziesca. È un attentato, l’ennesimo attentato nella regione e nel mondo: un attentato alla vita, un attentato contro la libertà di informazione, contro la verità e, in definitiva, contro la democrazia. 

Dietro quel proiettile certamente non c’era solo il sicario, ma, nel vero senso della parola, quel solido e spietato mondo sotterraneo della malavita, sicuramente avviluppato alla corruzione presente all’interno delle istituzioni statali messicane della regione. E questo (se ci sono onestà, trasparenza e coraggio) giustamente sta alle autorità dimostrarlo.

Quelle "autorità" che generalmente - salvo alcune eccezioni, perché ce ne sono - finiscono col vendersi al potere criminale che lì è presente, continuando a vivere la loro vita con impunità detestabile. Non ci dimentichiamo che in base a  dei report affidabili in Messico, dal 2000 allo scorso settembre, sono stati uccisi 142 giornalisti. 

Profonde e sincere condoglianze alla famiglia del collega ed il nostro rispetto - ed omaggio - alla sua persona ed al suo lavoro da una redazione, la nostra, che sa perfettamente oggigiorno cosa significa lottare contro il crimine organizzato diffuso nel mondo.

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