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Sono stati resi noti lunedì i primi risultati di una missione d'inchiesta indipendente commissionata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite la quale ha rilevato che "omicidio, riduzione in schiavitù, tortura, detenzione, stupro, persecuzione e altri atti disumani commessi contro i migranti (in Libia) fanno parte di un sistematico e diffuso attacco diretto a questa popolazione, a sostegno di una politica statale” che può equivalere a crimini contro l'umanità.
All'interno dei centri di detenzione, afferma il rapporto, “tutti i migranti - uomini e donne, ragazzi e ragazze - sono tenuti in condizioni dure, alcuni dei quali muoiono. Alcuni bambini sono tenuti con gli adulti, il che li mette ad alto rischio di abusi. Prevalgono la tortura (come le scosse elettriche) e la violenza sessuale (compresi stupri e prostituzione forzata). La delegazione dell'UE in Libia non ha risposto a una richiesta di commento.
Inoltre, Medici Senza Frontiere (MSF) ha affermato che il numero di persone nei centri di detenzione di Tripoli è più che triplicato da lunedì. "Durante i raid nelle loro case, secondo quanto riferito, molti dei catturati sono stati sottoposti a gravi violenze fisiche, compresa la violenza sessuale", ha affermato l'ente di beneficenza in una nota. "Stiamo assistendo” a degli episodi in cui le forze di sicurezza adottano “misure estreme per detenere arbitrariamente le persone più vulnerabili in condizioni disumane in strutture gravemente sovraffollate", ha affermato Ellen van der Velden, responsabile delle operazioni di MSF per la Libia. “Intere famiglie di migranti e rifugiati che vivono a Tripoli sono state catturate, ammanettate e trasportate in vari centri di detenzione. Nel processo, le persone sono state ferite e persino uccise, le famiglie sono state divise e le loro case sono state ridotte a cumuli di macerie”, ha poi aggiunto.
Le autorità libiche, rispondendo alle accuse, hanno affermato che gli arresti sono legati all'immigrazione clandestina e al traffico di droga. Dichiarazioni smentite sia dai numeri che dai fatti: più di 5.000 rifugiati e migranti sono stati arrestati dalle autorità libiche la scorsa settimana e molti di loro sono stati sottoposti a gravi violenze fisiche e sessuali, prima di essere trattenuti in condizioni disumane nei centri di detenzione di Tripoli.
Oltre tutto nel centro di detenzione di Al-Mabani, ha affermato Medici Senza Frontiere, gli uomini sono stati costretti a stare in piedi a causa del sovraffollamento, mentre centinaia di donne e bambini sono stati tenuti fuori, senza ombra o riparo e che diverse persone erano prive di conoscenza e che necessitavano di cure mediche urgenti.
Un eritreo, sfuggito all'arresto, ha detto di essere riuscito a contattare gli amici in stato di detenzione: "Non c'è acqua, cibo, roba per dormire" - ha detto - "C'erano alcuni che hanno cercato di scappare ma sono stati catturati e picchiati e quelli che ce l'hanno fatta sono stati feriti. Altri hanno pagato per essere rilasciati, ma sfortunatamente sono stati catturati per strada e sono tornati di nuovo in prigione”.
Tutto questo sta avvenendo sotto il governo di unità nazionale (GNU) sostenuto dalle Nazioni Unite e dall’Italia salito al potere in Libia a marzo, come parte di un processo di “pace”.

Fonte: theguardian.com

Foto © شبكة برق | B.R.Q is licensed under CC BY 2.0

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