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Il frastuono dei proiettili e subito l'odore di polvere sono stati il biglietto da visita di un nuovo assassinio; questa volta la vittima è un giornalista colombiano di 68 anni. Si chiamava Marcos Efraín Montalvo, colpito a morte e crollato a terra all'interno di un negozio nel Municipio di Tuluá, nel dipartimento di Valle del Cauca. Le versioni al vaglio della polizia indicherebbero un uomo arrivato sul posto a bordo di una motocicletta, per poi scendere dal mezzo e dirigersi a piedi verso il punto dove si trovava il giornalista, sparandogli contro praticamente a bruciapelo. Il killer si è allontanato a bordo della sua moto facendo perdere le sue tracce mentre, alle sue spalle, il giornalista cessava di vivere. I proiettili hanno colpito punti vitali il che fa intendere che a sparare è stato un killer professionista che sa fare il suo lavoro. Inutili i soccorsi per il collega colombiano. La notizia si è subito diffusa in Colombia, appresa con profonda costernazione dalla famiglia della vittima e nell'ambito del giornalismo libero ed indipendente.
Un altro lavoratore della stampa ucciso in Colombia. Secondo gli amici del giornalista al momento non è stato confermato che Montalvo avesse ricevuto delle minace in precedenza. Tuttavia, con il passare delle ore si considera molto probabile che l'attacco faccia parte di un'azione nata e pianificata nell'ambito del crimine organizzato della regione, o in risposta alle indagini che il professionista stava portando avanti.
La stampa locale ha riferito che il sindaco di Tuluá, John Jairo Gómez Aguirre, si è dichiarato dispiaciuto del fatto, definendolo un "vile assassinio", ricordando anche che pochi giorni prima, in quello stesso Comune, erano stati commessi altri attentati che hanno causato la morte di tre persone, tra cui un minorenne di 17 anni, nella zona rurale di Tuluá.
Il giornalista Montalvo era collaboratore di differenti mezzi di stampa della regione, tra cui "Il Tabloide" di Tuluá ed il quotidiano "El País", uno dei principali della zona.
Il crimine è venuto alla ribalta e numerose sono state le richieste inoltrate alle istituzioni statali  affinché le indagini della polizia facciano piena luce sull’episodio. Tra le diverse ipotesi riguardo il movente ci sarebbero le denunce che Montalvo faceva dalla sua pagina Facebook denunce non molto gradite  da diverse persone della regione.
Su di un quotidiano colombiano è stato sottolineato che un giornalista della Valle del Cauca, Alexander Domínguez, avrebbe detto a Montalvo di essere cauto riguardo quello che scriveva "perché noi giornalisti siamo molto esposti, e lui mi disse, scherzosamente, di qualcosa dobbiamo morire”.
Non c’è dubbio che Montalvo aveva sottovalutato i suoi nemici e questi hanno approfittato della sua vulnerabilità e questo è stato il risultato. 
Tanto la ‘Difensoría del Pueblo de la Colombia’ come altri organismi di giornalisti hanno fatto un appello pubblico affinché le autorità non permettano che l'impunità insabbi il caso e che si lavori intensamente per fermare l'autore materiale dell’omicidio così come i mandanti. Ed è in questo contesto che si inserisce l’azione del  governatore di Valle del Cauca, Clara Luz Roldán, che ha offerto una ricompensa di 26 mila dollari a chiunque fornisca informazioni che portino alla cattura dei responsabili del crimine.
Purtroppo l'indignazione e l'impotenza di fronte a tanta barbarie si fa sentire nuovamente in una terra dove sembra una cosa normale attentare contro il giornalismo, in un contesto dove la violenza è sempre l'unica forma per saldare i conti o mettere fine alle denunce che provengono, in particolare, da contesti in cui il giornalista è onesto, trasparente, fermo difensore della verità e amante della giustizia.
Non c’è dubbio che questi attacchi alla libertà di stampa sono misure drastiche adottate in quelle società dove i metodi mafiosi vanno a braccetto con la corruzione tra le file dei funzionari pubblici, che favoriscono anche l’impunità  in modo sfacciato. 
Marcos Efraín Montalvo sarai sempre presente ed i tuoi assassini capiranno che l’aver stroncato la tua vita, prima o poi, avrà una dura risposta della giustizia!
Ed il tuo crimine non rimarrà impunito!




Foto di copertina: elintransigente.com

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