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Il numero delle vittime della tratta di esseri umani in Messico è in crescita poiché i trafficanti hanno iniziato a prendere di mira le persone vulnerabili colpite - sia in termini di salute che economici - dalla pandemia di Covid-19.
Le autorità messicane hanno identificato almeno 550 vittime nel 2020 stimando un aumento del 43% rispetto alle 383 vittime registrate nel 2016. Questi dati sono stati riportati in un rapporto del Segretariato esecutivo per la pubblica sicurezza (Secretariado Ejecutivo del Sistema Nacional de Seguridad Pública) e di Hispanics in Philanthropy (HIP), un gruppo non governativo che opera in America Latina e nei Caraibi.
Le principali vittime delle tratte sono donne, ragazze e bambini, questi ultimi di età compresa tra i cinque e i dodici anni. I soggetti rapiti vengono usati per la prostituzione, produzione di materiale pornografico e pedopornografico, per svolgere forzatamente servizi domestici o per mendicare in strada per conto dei gruppi criminali. Anche uomini e ragazzi sono presi di mira, costretti a turni di lavoro massacranti o nel caso di alcuni di loro, anche allo sfruttamento sessuale.
Inoltre, secondo il rapporto, tra le persone più vulnerabili alla tratta vi sono anche membri della comunità LGBTQ, disabili, donne single con bambini, indigeni e migranti, compresi gli sfollati interni o in transito nella regione.
I gruppi criminali coinvolti nella tratta di esseri umani sono riusciti ad espandersi grazie alla povertà dilagante e alla scarsa attenzione da parte delle forze dell'ordine, presumibilmente voluta anche da funzionari governativi collusi con i capi dei gruppi dei trafficanti.
Secondo il rapporto del CNDH (Commissione nazionale per i diritti umani del paese) molti funzionari dell'immigrazione hanno anche falsificato dei documenti per diverse reti criminali e accettato tangenti per facilitare il traffico di esseri umani.
"Durante il Covid-19, c'è stato un calo di interesse e attenzione per la tratta di esseri umani, che ha permesso ai gruppi criminali di riorganizzarsi e operare con più libertà e meno controllo da parte delle forze dell'ordine" ha detto a 'InSight Crime' un'esperta di tratta di esseri umani e criminalità organizzata in Messico. "In Messico non c'è coordinamento perché non esiste una strategia del governo o un approccio incentrato sulle vittime per combattere il problema" ha detto l'esperta, aggiungendo che troppe volte durante le indagini vengono colpiti solo gli elementi alla base della piramide criminale, mentre i vertici rimangono pressoché intatti.

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