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Shamsia Hassani è la prima artista di graffiti donna dell'Afghanistan. Nella condizione di guerra e di povertà in cui versa il Paese le sue opere d’arte sono una preziosa testimonianza della resistenza che le donne afghane stanno portando avanti con coraggio e perseveranza, utilizzando l'arte come mezzo di denuncia verso le ingiustizie e le discriminazioni del regime che le opprime. L'artista è nata e cresciuta in un luogo di conflitto, di dolore e di solitudine, dove le rappresentazioni artistiche vengono distrutte e depravate. Nonostante questo, fin da piccola con il sostegno della famiglia e incontrando varie difficoltà, è riuscita a coltivare la sua passione, battendosi sempre per l’importanza del ruolo delle donne nella società civile e nelle istituzioni, nonché per i valori di pace, solidarietà e libera espressione della creatività nel mondo. Andando a scuola in Iran, dove le limitazioni dei diritti e delle libertà per il popolo afghano sono molto gravi, non le è mai stato permesso di studiare arte, il suo desiderio più grande. Poi, quando tornò nel suo paese di origine a 16 anni, con audacia e costanza intraprese il percorso di studi di pittura all’università e oggi è la più giovane docente dell'Università di Kabul. Attraverso Berang Arts, l'organizzazione di arti contemporanee che ha fondato nel 2009 con altri artisti afghani, ha contribuito a creare il primo festival nazionale di graffiti in Afghanistan. Tra le tante esperienze dell'artista, Hassani ha avuto l'opportunità di lavorare alle sue opere presso l'Hammer Museum di Los Angeles (luogo riguardo cui dice: "In Afghanistan è difficile camminare per strada di notte, non si vedono ragazze sole per strada, ma qui tutti possono uscire da soli. Per me, la libertà è stare bene con ciò che sei, con chi sei. Qui posso dipingere a mente libera. Posso dipingere quando voglio e posso finire i miei lavori, se voglio"
Hassani ha iniziato a fare arte di strada in un workshop a Kabul nel dicembre 2010 e da allora ha avuto l'idea che la street art sarebbe stata in grado di trasmettere dei messaggi significativi a tutta la società, perché, a detta della pittrice, in Afghanistan è molto meglio presentare l'arte alla gente mettendola in strada, non essendoci molte gallerie e persone che vadano alle mostre. Quando ha cominciato a realizzare graffiti, questa passione si presentava una nuova impresa. Sono stati tanti i motivi che hanno spinto la giovane artista a continuare: il senso di responsabilità, il desiderio di condivisione e soprattutto la volontà di cambiare la visione della sua città riempiendola di colori e coprendo i brutti ricordi di guerra. Sentiva che il suo lavoro principale era fare arte per le persone e insegnar loro a dipingere. Per una donna dipingere all'aperto, in pubblico, a Kabul, è molto pericoloso. Ci sono bombardamenti tutto il tempo; ovunque potrebbe succedere improvvisamente qualcosa. Inoltre, sono molte persone ancora con una mentalità molto chiusa che non apprezzano l'arte e che ritengono non sia una buona pratica, in particolare per le ragazze. Così Hassani dipinge in strada ma il sentimento di paura e di inquietudine non la lascia mai: la paura di essere molestata o addirittura violentata a causa del suo essere donna e a causa della sua arte. Per tale ragione, al momento, Hassani realizza i suoi graffiti e murales in privato nel suo studio su tele e carta, e quando la situazione lo permette, dipinge in spazi pubblici (di solito su muri distrutti di proprietà di nessuno e lavorando molto velocemente). 
Quando Shamsia Hassani si avventura nelle strade delle città afghane per creare murales, utilizza le pareti di edifici abbandonati danneggiati dalle bombe come fossero le sue tele. I suoi colori abbelliscono la città offuscata dalla polvere e distrutta dalla sofferenza e dall’oscurità della guerra. Attraverso il suo lavoro, Hassani spera di presentare una visione diversa dell'Afghanistan, non identificabile solamente con la morte e la violenza, bensì anche con la bellezza e con l'arte. "Vengo dall'Afghanistan, un paese famoso per la guerra. Cambiamo argomento, portiamo pace con l'arte. Voglio coprire con i colori tutti i brutti ricordi di guerra dalle menti delle persone" afferma la giovane. 
La sua lotta principale, incarnata anche dalle sue opere d’arte e dai suoi graffiti, sono i diritti delle donne in una società patriarcale e dominata esclusivamente dal genere maschile. In effetti nei dipinti l’artista ritrae le donne afghane con un volto diverso, libero dall’oppressione e pieno di ambizione e obiettivi da raggiungere. I personaggi femminili da lei ritratto rappresentano esseri umani orgogliosi, rumorosi e in grado di apportare cambiamenti positivi alla vita delle persone.  Inoltre, i murales dipinti da Hassani spesso raffigurano donne in abiti tradizionali che posano gioiosamente con strumenti musicali. Il burqa che le donne indossano viene spesso considerato dagli occidentali come una forma di oppressione, ma nel lavoro di Hassani il tessuto trasparente rivela la forza e l'umanità della donna sottostante, nonostante la sua copertura. I suoi graffiti sono raffigurazioni colorate e apparentemente spensierate di donne in abiti afghani, con una chitarra o una tastiera, circondate da testi nella sua lingua nativa Dari. Condividono tutti un aspetto infantile e malinconico.
Durante l'ultimo decennio del dopoguerra in Afghanistan, le opere di Shamsia hanno portato un'enorme ondata di colore e apprezzamento a tutte le donne del paese. Le sue immagini hanno ispirato migliaia di giovani in tutto il mondo e hanno dato una nuova speranza a tutte le artiste afghane. Hassani motivato centinaia di afghani a portare alla luce le loro passioni e la loro creatività attraverso il festival di graffiti, corsi d'arte e mostre in diversi Paesi del mondo. Con forza e fermezza l’artista è riuscita a sfidare i preconcetti sul ruolo del suo genere in una delle società più chiuse del pianeta, esprimendo una prospettiva unica sulla vita. Inoltre, in un paese che si sta riprendendo da decenni di guerra ha dimostrato il modo in cui l'arte possa portare un cambiamento culturale e sociale.
Le opere di Shamsia Hassani sono state esposte in tutto il mondo: si trovano sui muri dell’Afghanistan, degli Stati Uniti, dell’Italia, della Germania, dell’India, del Vietnam, della Svizzera, della Danimarca, della Norvegia e di molti altri Paesi, ma ha realizzato graffiti soprattutto a Kabul. Una delle sue opere è intitolata "Birds of No Nation" e recita: "Gli uccelli di nessuna nazione non hanno voce per cantare", perché sono tutti prigionieri. La pittrice, con parole espressive della condizione vissuta dal popolo afghano, spiega che le persone nel suo paese “viaggiano sempre da qualche parte per stare al sicuro e trovare una vita pacifica. E ci mancano molti dei nostri amici e familiari che hanno lasciato il paese. Di solito, gli uccelli viaggiano tutto il tempo; non hanno nazione. Ho pensato che forse non abbiamo nemmeno una nazione perché tutti si sono trasferiti in paesi diversi. Non importa quale paese sia; l'importante è sentirsi al sicuro, restare vivi. Arte: posso raccontare quella storia. Alcune persone pensano che l'arte non sia consentita nell'Islame poi sentono che dovrebbero fermarmi. E alcuni di loro verranno a urlarmi parolacce. Penso di poter presentare l'arte alle persone in Afghanistan perché non abbiamo gallerie e mostre, ed è un buon modo per mostrare loro l'arte. Penso di poter far cambiare idea alle persone con le mie opere d'arte". 

Foto da Instagram @shamsiahassani

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