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Negli ultimi sei anni, numerosi gruppi appartenenti alla criminalità organizzata hanno invaso i territori di Los Altos, in Chiapas. Le terre abitate dalle comunità indigene hanno iniziato ad essere prese di mira dai banditi i quali hanno perpetrato saccheggi, estorsioni, minacce e assassinii. Il preoccupante numero degli sfollati a causa degli scontri nelle ultime settimane mostra un netto aumento delle violenze in un'area del sud del Paese, molto ambita per il traffico di droga, armi e persone. Gli abitanti di molti villaggi inoltre sono costretti ad abbandonare le proprie case e il proprio stile di vita. Finora le reazioni alla presenza di gruppi armati è stata blanda, sia da parte dei gruppi di autodifesa civile, sia dal ministero dell'Interno messicano.
Oltretutto gli scontri sono presenti anche a pochi chilometri da San Cristóbal de las Casas e anche qui circa 2.000 persone sono sfollate a causa della violenza.
Il Centro per i diritti umani Fray Bartolomé de Las Casas ha denunciato che le sparatorie si sono concentrate nella regione di Pantelhó e Chenalhó a causa "del fallimento dello Stato messicano nell'affrontare la situazione".
A fronte di questa situazione, a Michoacán, un gruppo di civili di Los Altos de Chiapas si è organizzato militarmente e attraverso una dichiarazione video trasmessa sui social network, si è presentato come il gruppo El Machete, il cui scopo dichiarato è "espellere sicari, trafficanti di droga e membri della criminalità organizzata" dalle loro terre. "Non vogliamo più morti per i contadini poveri", hanno detto in un loro comunicato.
Secondo i media locali, questo gruppo ha ottenuto le armi rubandole da un convoglio della Guardia Nazionale lungo la strada. Intanto, la Procura locale, con forte ritardo, sta indagando sullo scontro tra gruppi di civili e le autorità, il cui bilancio fino ad ora è stato di nove agenti feriti appartenenti rispettivamente alla Segreteria della Difesa Nazionale e della Polizia di Stato Preventiva.
Infine molti cittadini e membri della società civile di Las Abejas de Acteal - la cui sede si trova a soli due chilometri dal territorio controllato dei gruppi criminali - ha denunciato il presunto legame tra i criminali e le autorità municipali. Nella denuncia, presentata il 26 giugno al segretario del governo, Victoria Cecilia Flores Pérez, i residenti hanno indicato che nell'ultimo processo elettorale del 6 giugno, intere città sono state minacciate di votare secondo gli interessi dei gruppi criminali.
L'attivista Simón Pedro Pérez López - l'ultima vittima pubblica di questa lotta tra bande - nove giorni prima della sua morte aveva sporto denuncia formale chiedendo l'intervento delle autorità di fronte all'aumento degli sfollati a causa della violenza.

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