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La procura aveva misteriosamente notificato la morte di un altro weichafe, figlio del leader Hector Llaitul

Nuovo sangue Mapuche versato in Cile. Nella notte dello scorso 9 luglio il giovane Mapuche Pablo Marchant, appartenente alla CAM (Coordinadora Arauco Malleco), è stato assassinato. L’assassinio arriva a poche ore dall’approvazione, da parte della Convenzione Costituzionale, di una richiesta fatta dal Frente Amplio, PC e PS al governo di concedere l’indulto per i prigionieri della rivolta iniziata nel 2019 e di smilitarizzare il Wallmapu (il territorio del popolo-nazione Mapuche). Oltre all’omicidio, pare che le istituzioni hanno anche voluto dare un sinistro “avvertimento” al portavoce della CAM Hector Llaitul che è un personaggio di grande statura nella lotta dei popoli originari contro le imprese forestali che incarnano il capitalismo predatore in Wallmapu e lo Stato cileno che ne salvaguarda e ne promuove gli interessi. Infatti il Procuratore del luogo avrebbe volutamente fatto circolare la falsa notizia che il ragazzo morto ammazzato mentre eseguiva un’azione di sabotaggio contro l’impresa forestale Mininco fosse Ernesto Llaitul, il figlio di Hector. Ovviamente, quando questi è andato a riconoscere il corpo si è subito smontato “l’errore”. “Non so per quale motivo è stato diffuso il nome di mio figlio Ernesto da parte di Carabineros. Io personalmente sono andato, con la compagna del 'Nano', sul luogo del ritrovamento ed abbiamo constatato che si tratta di un noto ‘weichafe’ Pablo Marchant e non di mio figlio Ernesto”, ha detto l’uomo manifestando comunque costernazione per il giovane assassinato. “Questa confusione forse c'è stata a causa del fatto che il corpo presenta tumefazioni sul viso che lo hanno talmente sfigurato da renderlo irriconoscibile".
La morte del weichafe Marchant (combattente in difesa del proprio popolo e del proprio territorio), avviene nel quadro di azioni di contrasto alle operazioni della industria forestale nei territori Mapuche, azioni represse dalle forze speciali dei Carabinieros dispiegate nella zona e che hanno anche il compito di proteggere i siti delle compagnie estrattive.
I fatti sono occorsi nei territori mapuche occupati dalla società CMPC, della famiglia Matte-Lerrain che, attraverso la Compagnia Mininco, sta realizzando monocolture forestali in questa zona. In ogni caso Llaitul ha manifestato la sua costernazione per la morte di un altro ‘comunero’ per mano della polizia. Secondo quanto dichiarato sembra che i fatti sono accaduti durante un sabotaggio ai lavori dell’azienda forestale Mininco a Cañete, che erano custodite da Carabineros. Stando alle prime informazioni, la polizia militarizzata avrebbe dichiarato che alcuni suoi agenti avrebbero sparato contro un gruppo di comuneros che stava preparando un attacco incendiario ai macchinari della Mininco Forestale, nella zona di Casa Piedra, sulla strada che unisce Tranapuente con Carahue.
Al tempo stesso viene segnalata la presenza di scontri tra gli attivisti e personale appartenente ai Carabineros e polizia privata.
Tutte queste circostanze sono ancora oggetto di indagini: "Un gruppo specializzato della Procura Regionale di ‘Alta Complejidad y la Unidad de Derechos Humanos’ sta lavorando per indagare sui fatti accaduti al fine di far luce sulla dinamica dei fatti e ci sono procedimenti in corso a carico del personale del PDI”, ha sottolineato Daniela San Martín, portavoce del Ministero Pubblico di Araucanía.
Inoltre, secondo le informazioni raccolte durante le istruttorie, si presume che la persona deceduta "abbia partecipato all'attacco incendiario", ha aggiunto. "Si sta lavorando in maniera accurata per la sua identificazione", ha puntualizzato.
Marchant è l’ennesimo giovane weichafe mapuche che viene ucciso dai corpi speciali posizionati nel Wallmapu dal governo di turno in Cile per reprimere e silenziare la necessità di autodeterminazione di quel popolo che non accetta la logica invadente e predatoria del capitale multinazionale e locale e che, quindi, si difende anche con azioni di sabotaggio contro i potenti mezzi dei big industriali forestali.
A seguito dell’omicidio alcuni esponenti politici e le organizzazioni di lotta Mapuche tutte si sono espresse per ricordare il giovane e stringersi intorno ai suoi cari e alla sua organizzazione di appartenenza. Solidarietà e vicinanza anche dall’Italia con la nota della Rete Internazionale in Difesa del Popolo Mapuche.

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