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Lunedì a Roma si è tenuto un incontro fra il primo ministro libico Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh e il presidente del Consiglio Mario Draghi per rinnovare i progetti di collaborazione fra Italia e Libia. Fra questi ci sarebbe una “cooperazione sanitaria di ampie dimensioni” che prevede la costruzione di strutture ospedaliere, la possibilità di curare in Italia bambini libici affetti dal cancro e l’invio di personale sanitario italiano su suolo libico. Inoltre, Dbeibeh ha richiesto un’apertura dello spazio aereo europeo per facilitare sia lo scambio economico commerciale che il trasporto di persone malate  nel caso di emergenze. Un altro argomento importante che è stato trattato è la collaborazione nel campo dell’energia, tema non nuovo per i due paesi, ma nella conferenza stampa di lunedì il presidente Draghi ha lasciato intendere un’inedita possibilità di cooperazione: “Come immaginate, la Libia è già un grande partner dell’Italia nel campo energetico, ma nelle energie tradizionali, e invece oggi si è toccata la possibilità di avviare una collaborazione nel campo delle energie rinnovabili, le possibilità sono molto ampie e le nostre società sono pronte ad intraprendere dei progetti". Una probabile cooperazione fra Libia e aziende italiane è stata ulteriormente confermata dal Business Forum che si è tenuto sempre lunedì mattina alla Farnesina a cui hanno presenziato sia  il primo ministro Dbeibeh che il ministro degli esteri Luigi Di Maio. Al meeting hanno partecipato i rappresentati delle principali imprese italiane fra cui Eni, Terna, Leonardo, Snam, Saipem, Ansaldo Energia e Fincantieri.
“L’Italia potrebbe giocare un ruolo essenziale e primario nell’incoraggiare gli investimenti in Libia”  ha dichiarato Dbeibeh “e specialmente le aziende italiane sono le più importanti e hanno una ricca esperienza e noi faremo di tutto per eliminare qualsiasi ostacolo alla nostra collaborazione”. Draghi ha però affermato che tutti questi progetti, che comprendono anche la riapertura della strada costiera, saranno effettuati soltanto a condizione che sia garantita la sicurezza delle persone che saranno coinvolte nei programmi di ricostruzione. La situazione in Libia è infatti molto critica a causa della recente guerra civile e della presenza di forze militari straniere. Da poco meno di un anno il paese si sta lentamente riprendendo grazie al cessate il fuoco sancito lo scorso agosto, alle elezioni che si sono tenute a marzo per stabilire un governo transitorio e a quelle che si dovrebbero svolgere il prossimo 24 dicembre. Il primo ministro italiano ha espresso piena solidarietà alla Libia in questo periodo di transizione e riconciliazione nazionale. 
I due premier hanno infine concordato che i carcerati saranno trasferiti in modo da scontare la pena nel rispettivo paese e hanno poi discusso su come affrontare il problema dell’immigrazione illegale. Dbeibeh ha fatto presente che non può essere risolto solamente agendo sul Mediterraneo, ma bisogna andare alla radice del problema e ai motivi per cui l’immigrazione parte. L’Italia nel frattempo ha “preso in esame il controllo delle frontiere libiche anche meridionali, il contrasto al traffico di esseri umani, l’assistenza ai rifugiati, i corridoi umanitari e lo sviluppo delle comunità rurali” continuando inoltre a finanziare le evacuazioni umanitarie dalla Libia e i rimpatri volontari assistiti. “L’Italia continuerà a fare la sua parte in termini di risorse e capacità formative” ha dichiarato Draghi durante la conferenza stampa “ma ripeto, serve un’azione da parte dell’Unione Europea rapida e concreta”. Difatti il primo ministro italiano ha richiesto che l’immigrazione fosse messa come punto all’ordine del giorno del prossimo consiglio europeo, affermando che “sarà anche un modo per strutturare il sostegno alla Libia in questa opera di ricostruzione del paese”.

Foto © Imagoeconomica

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