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“Sono vite umane che per due giorni interi hanno implorato invano aiuto”

"E' il momento della vergogna". Papa Francesco al termine del Regina Caeli si è detto "molto addolorato" per quanto accaduto nei giorni scorsi nel Mediterraneo a largo delle coste libiche e ha invitato i fedeli a interrogarsi su "questa ennesima tragedia" e a pregare per i migranti morti in mare, "per i tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi" e per coloro "che possono aiutare ma che preferiscono guardare da un'altra parte". "Centotrenta migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane, che per due giorni interi hanno implorato invano aiuto, un aiuto che non è arrivato", ha detto il Santo Padre che ha osservato un momento di silenzio. Francesco ha chiesto una preghiera anche per le 82 vittime dell'incendio in un ospedale per Covid a Baghdad e il dramma delle isole di Sant'Vincent e Granadine per l'eruzione vulcanica. Infine ha ricordato la beatificazione, avvenuta venerdì scorso a Santa Cruz del Quichè, in Guatemala di Josè Maria Gran e nove compagni martiri, tre sacerdoti e sette laici della Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù, "uccisi tra il 1980 e il 1991, tempo di persecuzione contro la Chiesa Cattolica impegnata nella difesa dei poveri". Animati dalla fede in Cristo, ha sottolineato, "sono stati eroici testimoni di giustizia e di amore. Il loro esempio ci renda più generosi e coraggiosi nel vivere il Vangelo".
Nella 58esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Papa Francesco ha presieduto stamani nella Basilica di San Pietro la messa per l'ordinazione sacerdotale di nove diaconi. A loro, nell'omelia ampiamente pronunciata a braccio integrando quella rituale prevista per la circostanza, ha raccomandato di vivere lo stile di vicinanza, compassione e tenerezza di Dio, ricordando che il sacerdozio "non è una carriera ma un servizio". "Siate sacerdoti di popolo non chierici di Stato", ha detto raccomandandosi di allontanarsi "dalla vanità, dall'orgoglio dei soldi". "Il diavolo entra 'dalle tasche'", occorre essere "poveri che amano i poveri. Non siate arrampicatori". "Quando un sacerdote inizia a fare l'imprenditore", ha detto, perde quella vicinanza "al popolo, perde quella povertà che lo rende simile a Cristo povero e crocifisso, e diventa l'imprenditore, il sacerdote imprenditore e non il servitore". Il Pontefice ha ricordato che "nel linguaggio di un tempo si parlava della 'carriera ecclesiastica', che non aveva lo stesso significato che ha oggi. Questa non è una 'carriera': è un servizio, un servizio come quello che ha fatto Dio al suo popolo. E questo servizio di Dio al suo popolo ha delle 'tracce', ha uno stile, uno stile che voi dovete seguire. Stile di vicinanza, stile di compassione e stile di tenerezza. Questo è lo stile di Dio. Vicinanza, compassione, tenerezza”.

Foto © Imagoeconomica

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