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Pochi riciclatori di denaro hanno superato il brasiliano Darío Messer il quale, mentre cercava di mettersi in salvo dalle autorità brasiliane, si è recato per l’ultima volta al suo rifugio principale, Paraguay, dove è ricorso all'aiuto di molti dei suoi soci negli affari illeciti, compreso il presidente del paese. 

A metà del 2019, alla polizia federale del Brasile fu recapitato un rapporto dell’intelligence delle autorità paraguaiane che descriveva i movimenti di Darío Messer, uomo con doppia cittadinanza, Brasile e Paraguay, latitante dalle autorità brasiliane da poco più di un anno.  

La lista di crimini per i quali le autorità brasiliane volevano processare Messer era lunga. Sembra che dirigesse o lavorasse con circa 59 uffici di cambio in tutta la regione, utilizzati per riciclare 101 milioni di dollari per conto dell’allora governatore dello stato di Rio de Janeiro, Sérgio Cabral; quel denaro è solo una parte dell’intera somma che Cabral aveva rubato. Il caso scoppiò a seguito dell'indagine conosciuta come "Lava Jato" (Autolavaggio) che coinvolse decine di personaggi delle élite politiche ed imprenditoriali del Brasile e di altri paesi in diversi schemi di corruzione, enormi ed interconnessi.

Le conseguenze dell'operazione Lava Jato furono enormi e senza precedenti. In Brasile, le autorità arrestarono ed accusarono decine di politici, tra cui l'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva che, all’epoca dell’arresto, era il candidato favorito in una disputa nella quale aspirava ad un nuovo mandato presidenziale. In mezzo ai disordini, il Congresso destituì la presidentessa Dilma Rousseff. 

Messer era coinvolto in quasi tutto questo. I pubblici ministeri più tardi diranno che lui era il "doleiro dos doleiros" - che si può tradurre come il “cambiavalute dei cambiavalute”-, e che coordinava una rete che trasferiva denaro attraverso centinaia di conti, attività e proprietà, all’estero e nel suo paese ("doleiro" può significare anche "riciclatore di denaro"). Secondo la polizia, in questo modo Messer ottenne almeno 31 milioni di dollari, mentre aiutava a riciclare circa 1,6 miliardi di dollari di proventi illeciti. 

Nel rapporto dell’intelligence inviato a metà del 2019, le autorità paraguaiane dicono di avere intercettato Messer in diverse città lungo il confine con il Brasile. Aveva cambiato look, si era lasciato la barba ed aveva messo su un po’ di peso "per non richiamare l'attenzione", come si legge in un successivo rapporto della polizia brasiliana. In una serie di foto allegate al rapporto paraguaiano, lo si vede in una festa di compleanno in una casa al confine tra Paraguay e Brasile; aveva i capelli tinti di rosso chiaro ed un ‘Fu Manchú’ dello stesso colore, un look che nascondeva i suoi 60 anni. 

Messer alla fine lasciò il Paraguay, come riferirono le autorità paraguaiane alle brasiliane, ragione per cui la polizia del Brasile aveva ricevuto il rapporto: sospettavano che fosse ritornato in questo paese. La polizia brasiliana aveva già perso un'occasione nel maggio del 2018, quando mise a segno un'operazione in diverse città dove erano stati identificati 53 doleiros. Questa volta erano decisi a non fallire. 

L'arte di scappare
Messer sapeva come eludere le indagini penali. Lo aveva fatto in numerose occasioni, almeno dagli anni novanta, quando divenne noto come riciclatore di denaro dei ricchi e famosi, e per frequentare le loro feste. Le due cose erano, ovviamente, collegate. Quando le autorità erano vicine, Messer riusciva a non farsi coinvolgere nelle indagini. E quando in qualche modo ne veniva coinvolto, sapeva come eludere le domande, spiegare le trasgressioni o scappare, soprattutto in Paraguay, dove ottenne la cittadinanza agli inizi del 2000.  

All’epoca, il suo portafoglio comprendeva stelle del calcio e politici di alto livello. Uno dei soci più famosi fu Ronaldo Luiz Nazário di Lima, il calciatore che permise al Brasile di vincere la sua quinta Coppa Mondiale nel 2002. Fu in quel periodo che aprirono una discoteca, R9, insieme ad un paio di soci che più tardi furono arrestati per riciclaggio di denaro. Né Messer né Ronaldo furono indagati in quel caso, che, come segnalò la polizia nella sua indagine, non era collegato alla discoteca. 

Seguirono altri problemi con la legge. A metà degli anni 2000, Messer fu coinvolto nel caso "mensalão", uno schema mediante il quale il Partito dei Lavoratori (PT), elargiva una “paga mensile” a certi politici come tangente per ottenere il loro appoggio nelle misure legislative del partito ed affinché approvassero contratti governativi. Numerosi leader del PT finirono in prigione. Benché il nome di Messer comparve anche in altri casi di corruzione, è sempre riuscito a scappare. 

Tuttavia, i suoi problemi con la legge lo resero sempre più cauto. Oltre ad ottenere la cittadinanza paraguaiana, trasferì la sua famiglia a New York, e nel 2009 apparentemente si ritirò “per dedicarsi allo yoga", come indicato nel rapporto della polizia. Dato che, dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001, furono istituite normative più restrittive sul denaro illecito, Messer adottò dei protocolli per i suoi operatori, per evitare di avvicinarsi troppo ai clienti corrotti; li metteva in contatto tra loro invece di occuparsi delle transazioni.   

Tattiche che funzionarono per circa due decenni. Pochi membri delle élite o tra i suoi operatori finirono sotto processo, poiché la maggioranza delle risorse giudiziarie e di polizia del paese erano impegnate a portare dietro le sbarre gruppi criminali di classe inferiore. Quando le élite venivano accusate, in qualche modo riuscivano a scappare ed evitare l’arresto per anni. 

Ma durante l'operazione Lava Jato, i pezzi del domino cominciarono a cadere più velocemente che mai, ed i nuovi strumenti processuali, i più importanti dei quali furono quelli che garantivano pene meno severe per coloro che collaboravano con le forze dell’ordine, sfociarono in processi giudiziali che cambiarono le regole del gioco. 

Uno di quei pezzi fu Sérgio Cabral, governatore di Rio de Janeiro tra il 2007 e 2014, il quale avrebbe gonfiato il valore degli appalti di opere pubbliche (a volte fino a 10 volte), per poi ricevere milioni di dollari come, eufemisticamente parlando, “mance”, in cambio dell’assegnazione di quegli appalti a determinati soci commerciali del settore privato. 

I pubblici ministeri brasiliani affermano che un gruppo di assessori politici raccoglieva il denaro delle imprese; uno di loro si teneva la propria ‘mancia’ dell'un percento e poi passava il denaro attraverso una serie di doleiros, tutti coordinati da un paio di operatori in Uruguay. Questi operatori lavoravano con Messer, come adducono i pubblici ministeri in una successiva accusa. A novembre del 2016, Cabral fu arrestato ed accusato di appropriazione indebita. Pochi mesi dopo fu condannato a 45 anni di prigione.   

Diversi assistenti di Cabral collaborarono con la giustizia, e a marzo del 2017 le autorità dell'Uruguay arrestarono gli operatori di Messer in quel paese, Vinícius Claret e Cláudio Fernando Barboza. A dicembre dello stesso anno, entrambi furono estradati in Brasile, dove iniziarono a collaborare con le autorità, le quali cercavano di smascherare la rete che occultava e riciclava il denaro di Cabral e quello di molti altri. In totale, affermano i pubblici ministeri, questa rete occultò oltre 1,6 miliardi di dollari di proventi illeciti di ‘Lava Jato’. 

A quel punto, la Polizia Federale del Brasile - simile all'Ufficio Federale di Investigazioni degli Stati Uniti (FBI) - aveva già Messer nel mirino. E nel maggio del 2018, dopo aver ottenuto discretamente ordini di arresto di numerosi cambiavalute e di operatori dei servizi finanziari, diede il via ad un'operazione in diverse città al fine di arrestare il doleiro dos doleiros. Furono arrestati in tutto 53 sospettati, ma quando andarono in cerca di Messer in una delle sue case a Rio de Janeiro, era fuggito.  

Un 'brasiguayo'* e un 'fratello dell'anima'
Per le autorità brasiliane, la fuga di Messer in Paraguay non fu una sorpresa. Dal 2014, quando scoppiò il caso Lava Jato e iniziarono gli arresti di operatori, politici ed impresari, Messer aveva trasferito la maggior parte delle sue operazioni nel paese vicino. Oltre ad avere la cittadinanza, lì aveva anche dei contatti. 

Secondo le autorità paraguaiane, come figura in documenti legali brasiliani, nei suoi primi mesi da latitante, Messer si nascose in una tenuta di Roque Fabiano Silveira. In una foto di fine maggio 2018, trovata successivamente nel telefono di Messer, si vede un tramonto con gli ultimi raggi di luce che riflettono su alcune mucche e colline di Salto del Guairá, un desolato comune paraguaiano al confine con il Brasile, dove Silveira ha proprietà. 

Silveira è uno dei numerosi "brasiguayos" (migranti brasiliani in Paraguay) che traffica sigarette dal Paraguay al Brasile, come si evince dai documenti giudiziali brasiliani. Le autorità brasiliane lo collegano anche a due omicidi - quello di un funzionario della dogana e quello di un impresario -, i quali, secondo le stesse autorità, lo portarono a stabilirsi in maniera definitiva a Salto del Guairá. Il soprannome di Silveira, dice la polizia, è "zero-uno", alludendo alla sua condizione di secondo contrabbandiere più importante del paese. 

Il principale operatore di contrabbando del Paraguay è Horacio Cartes, l'ex presidente del paese. Molto prima di essere eletto presidente del Paraguay nel 2013, Cartes aveva costruito un impero del tabacco. La sua impresa, Tabacalera del Este, o Tabesa, forniva fino l’80% delle sigarette di contrabbando consumate in Brasile, un traffico stimato in miliardi di dollari.  

Tanto Silveira che Messer conoscevano Cartes da anni. Il padre di Cartes era il principale investitore in un ufficio di cambio della famiglia Messer al confine tra Paraguay e Brasile negli anni ottanta, come affermano le autorità brasiliane. E quando Cartes ebbe problemi legali negli anni novanta, il padre di Messer lo accolse e protesse, come afferma la Polizia Federale del Brasile. Più tardi, secondo il figlio di Messer, lui e Cartes comprarono insieme delle proprietà. Messer era, come Cartes avrebbe detto più tardi, l’"hermano alma" (fratello dell’anima) del presidente paraguaiano. 

A Messer fece comodo il fatto che Cartes era ancora presidente del Paraguay nel momento in cui fuggì dalla polizia brasiliana. Lì architettò un piano per consegnarsi alle autorità paraguaiane: avrebbe ottenuto gli arresti domiciliari ed i suoi contatti di alto livello avrebbero potuto impedire la sua estradizione in Brasile. Questo era un piano che aveva funzionato in precedenza per altri latitanti brasiliani, quindi Silveira procurò a Messer un avvocato con buone conoscenze, e, in una lettera che Silveira passò a Cartes, Messer sollecitava a quest’ultimo un prestito di 500.000 dollari per pagare l'avvocato ed altre spese legali. 

"Purtroppo, i miei fondi sono stati bloccati", scrive Messer nella sua missiva a Cartes, riferendosi ai suoi molteplici conti: "E ho bisogno del tuo aiuto per coprire le spese legali”

Il piano fu messo in moto, e Silveira procurò a Messer un appartamento ad Asuncion, a poca distanza da una stazione di polizia, dove Messer poteva vivere durante i suoi arresti domiciliari. 

Di ritorno in Brasile
Mentre aspettava gli sviluppi del suo piano, Messer si trasferì a casa di un altro dei suoi soci, Antonio Joaquim Mota (nei documenti giudiziari il suo cognome figura con doppia t, Motta). Così come Silveira, i membri della famiglia Mota sono brasiguayos ed attivi contrabbandieri. Secondo gli investigatori brasiliani, il clan traffica sigarette e ha forti legami con il narcotraffico ed il riciclaggio di denaro.  

Nel suo documento di accusa contro Messer, la Polizia Federale brasiliana descrive numerosi collegamenti tra la famiglia Mota e diverse operazioni illegali, includendo la rete di Luiz Carlos da Rocha, alias Cabeça Branca, che fu un fedele socio di Jorge Rafaat Toumani, alias il Re della Frontiera, fin quando fu assassinato in un'imboscata organizzata dal Primo Comando della Capitale (PCC), la potente banda carceraria brasiliana. Da Rocha fu arrestato più tardi, a luglio del 2017.  

La polizia descrive anche mezza dozzina di transazioni finanziarie sospette realizzate dalla famiglia Mota con società dubbie in circostanze discutibili. E segnala un importante sequestro in una proprietà della famiglia Mota, dove furono trovati 1.383 kg. di marijuana compressa, 2.075 kg. di marijuana non compressa, un’arma d’assalto calibro 7,62, una pistola calibro 38 e due fucili calibro 12. 

Le autorità paraguaiane non processarono nessun membro della famiglia per nessuno di questi presunti fatti criminali, ma dissero alla polizia brasiliana che alla fine di maggio del 2018 Messer si stabilì con la famiglia Mota in una delle sue case a Pedro Juan Caballero. In una delle foto poi ritrovate lo si vede sorridente, seduto a un tavolo della sala da pranzo, con una tazza di caffè da un lato e una torta rotonda su un supporto di plastica dall'altro. 

La fidanzata di Messer, Myra Athayde, andava a fargli visita frequentemente. Inoltre, Mota aiutò Messer ad ottenere una nuova identità: ora sarebbe Marcelo de Freitas Batalha, nato nel Mato Grosso do Sul, stato confinante con il Paraguay. 

Frattanto, Messer continuò a lavorare con Silveira al fine di trovare una via di fuga, con l'aiuto del suo "fratello dell'anima”, il presidente Cartes. Ma il presidente del Paraguay apparentemente era preoccupato. Le connessioni di Cartes con Messer erano ben note, per cui disse a Silveira che Messer doveva aspettare ad arrendersi, dopo che lui avrebbe lasciato la presidenza. Per "il futuro di tutto", come disse Cartes a Silveira, era importante che questo non succedesse fin quando lui fosse stato al potere.   

Nelle settimane seguenti, le cose si complicarono ancora di più. Messer continuò ad avanzare con il suo piano, ma non riuscì ad ottenere garanzie da Cartes e Silveira sul fatto che sarebbe stato protetto riguardo all'estradizione, se si fosse consegnato alle autorità paraguaiane. 

Cartes terminò il suo periodo presidenziale a metà agosto del 2018. Poco dopo, il piano rimase sospeso. E alla fine di settembre, Messer ritornò in Brasile.


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Come riciclare miliardi
A São Paulo, Messer aveva anche una rete, e l'attivò. Benché avesse ottenuto un'identità falsa in Paraguay, a volte assumeva l'identità del patrigno della sua fidanzata, Arleir Francisco Bellieny, e la utilizzava per entrare in una palestra della zona. A marzo del 2019, probabilmente con l'aiuto del suo antico socio, Najun Azario Flato Turner, lui e la sua fidanzata si trasferirono in un appartamento a nome di lei in Via Pamplona, in un elegante quartiere del centro conosciuto come Jardins, a fianco del Viale Paulista.   

Per doleiros come Messer, Turner non era solo un'icona, ma anche un mentore. I pubblici ministeri lo descrivono come "uno dei maggiori contrabbandieri di oro del Brasile". Turner, dicono i pubblici ministeri, era anche un doleiro, e, come Messer, era coinvolto in numerosi scandali politici in Brasile. 

Agli inizi degli anni novanta, ad esempio, l'uruguaiano tentò di coprire l’allora assediato presidente Fernando Collor de Mello –che si trovava ad affrontare accuse di appropriazione indebita- dicendo che aveva prestato 3,75 milioni di dollari per la sua campagna; presumibilmente il prestito fu scambiato con oro. Lo stratagemma –che in seguito divenne noto come "Operazione Uruguay"- fu inefficace: il Congresso destituì Collor a prescindere.  

Non fu sporta denuncia contro Turner, ma il termine ‘Operazione Uruguay’ diventò simbolo in Brasile per fare riferimento ai politici che cercavano di crearsi un alibi. Più tardi, gli investigatori collegarono Turner con il caso mensalão e altri casi di corruzione politica. Ma, come Messer, Turner seppe usare i suoi contatti per sfuggire alle autorità. In realtà, era stato latitante per mesi, vivendo a São Paulo, malgrado ci fosse un mandato di arresto a suo carico da ottobre del 2017. 

Anche Turner e Messer avevano lavorato insieme per molto tempo. Documenti della polizia brasiliana indicano che fu Turner a convincere Messer a trasferire le sue operazioni in Uruguay ad un certo punto nel 2003, affinché entrambi potessero operare senza nessun ostacolo. E quando, dieci anni più tardi, Messer stava riciclando i proventi illeciti dei politici legati a Lava Jato, Turner stava gestendo i diversi conti di Messer. 

In realtà, gli investigatori brasiliani dicono che, tra 2011 e 2016, Turner scambiò in contanti milioni di dollari e proprietà di Messer, in gran parte attraverso un'agenzia di viaggi che offriva pacchetti turistici, ed un ufficio di cambio interno, un tipico schema usato dai riciclatori di denaro per occultare la movimentazione di ingenti somme di denaro.  

Pertanto, non sorprende che, quando Messer si diede alla fuga a maggio del 2018, si recò da Turner il quale diventò, come disse la polizia, il "suo migliore amico e consigliere". 

Oltre all'agenzia di viaggi, Turner e Messer usarono quello che chiamavano il sistema "dólar-cabo" per ottenere denaro per Messer. Secondo documenti giudiziali brasiliani, detto sistema è simile a quello che a volte si denomina "operazioni specchio" o "accordi consecutivi". Questi si basano sulla fiducia: un socio muove denaro o capitale nel conto di una delle parti in un paese; l'altro fa lo stesso, e muove una quantità uguale di denaro o capitale nel conto dell'altra parte in un altro paese. In altre parole, la transazione si realizza senza che il denaro attraversi nessuna frontiera. 

Per i doleiros che riciclano anche denaro, questa non è che la prima fase di un processo. Se ottenuto illegalmente, il denaro potrebbe spostarsi, ma è ancora sporco e dovrebbe passare almeno attraverso un’attività, una proprietà o un conto bancario prima di ritornare al proprietario. Questo è quello che Messer e la sua rete stavano facendo per Cabral, come sostengono i pubblici ministeri nell'accusa contro la rete. 

Il processo era relativamente semplice, ma difficile da tracciare. La "mancia" degli appaltatori andava ad un agente politico, il quale la passava alla rete di Messer, che successivamente la depositava in un conto in Brasile, accreditato mediante il movimento di denaro in un'altra "banca parallela” all’estero. La rete di Messer non veniva necessariamente coinvolta nelle transazioni. Per suo conto, agivano broker che lavoravano per "sposare" (come scrivono i pubblici ministeri nel loro successivo atto di accusa) le due parti che volevano fare affari, per poi riscuotere una tariffa per i suoi servizi. Da lì il soprannome: doleiros dos doleiros. 

Durante tutto il processo, il denaro è stato spostato attraverso conti con nomi come Chiefrun Ltd, Main Future Ltd, May's Zona Libre e Youngcom Int'l Ltd. Ed era restituito agli operatori politici attraverso vari cambiavalute lungo la Rua 25 di Março a São Paulo. Neanche i cambiavalute sapevano necessariamente chi ci fosse ai due estremi della catena, ma i pubblici ministeri dicono che rientrava in uno schema di riciclaggio di denaro sporco, e per tale motivo la maggior parte di loro sono stati accusati insieme a Messer. 

Parte di questo denaro veniva spostato attraverso conti esteri con amministratori meno scrupolosi e poco controllo da parte del governo. Nel corso delle indagini, gli investigatori brasiliani identificarono oltre 400 conti esteri dove Messer e la sua rete nascondevano denaro durante il progetto Lava Jato. Messer capiva molto bene questo sistema offshore, poiché aveva creato anche un conto con il suo stesso denaro, con l'aiuto di un altro vecchio socio brasiliano, Roland Pascal Gerbauld. 

Con uffici a Miami e Rio de Janeiro, Gerbauld si presentava come assessore immobiliare e finanziario. Ma, secondo un database del Consorcio Internacional de Periodistas de Investigación (Consortium of Investigative Journalists, ICIJ), Gerbauld era anche legato a dozzine di conti nei Caraibi ed in altri posti. Gerbauld, secondo le autorità brasiliane, aveva già aiutato Messer a nascondere oltre  17 milioni di dollari in un conto bancario delle Bahamas a nome di un'altra compagnia di facciata, Hernanderias Ltd.   

Visto che stava fuggendo, e ansioso di accedere a quel denaro, Messer mandò la sua fidanzata, Athayde, negli Stati Uniti a dicembre del 2018, per parlare con Gerbauld. Il mese successivo, creò un'impresa, Goodhope Consulting LLC, con l'aiuto dell'assessore di Messer. Goodhope, dicono le autorità brasiliane, era solo una facciata per muovere denaro. E l’11 giugno del 2019 - di nuovo con l'aiuto di Gerbauld - Athayde aprì un conto presso il Valley National Bank a nome di Goodhope, con un deposito di 5.800 dollari. E aprì inoltre altri due conti presso il Bank of America. 

La relazione tra tutti i due includeva transazioni illegali, dicono le autorità brasiliane. In almeno un'occasione, Athayde ricevette "sacolas" (o "borse") di Gerbauld, che sembrerebbero far riferimento al denaro. In un'altra occasione, Messer e Gerbauld discussero il trasferimento di capitali in Cina. Gli investigatori dicono che questi sono "forti indizi" del fatto che Gerbauld stava aiutando Messer ad usare dólar-cabo (strategia per trasferimento di denaro illegale da un paese a un altro) con partner che avevano investito o nascosto denaro in Asia. 

Per i suoi servizi, Gerbauld fatturò a Messer 148.000 dollari. Tuttavia il rapporto era anche personale. Athayde cercò l'aiuto di Gerbauld per pagare una fattura telefonica, e Messer gli inviò un messaggio per assicurarsi che sarebbe andato ad una riunione con uno dei suoi avvocati. Inoltre, le autorità insinuano che Gerbauld aiutò Messer ad aprire una polizza assicurativa nel suo conto di 17 milioni di dollari, tra i cui beneficiari c’erano Athayde ed i tre figli di Messer. 

Una corsa per il denaro di Messer
La polizza assicurativa sembrava essere un segnale: Messer sapeva che le autorità lo stavano cercando. Non si trattava solo dei viaggi di Athayde a Miami. Le autorità avevano anche tracciato i suoi movimenti a New York, come a Buenos Aires e Bariloche, Argentina. Sua madre ed altre persone normalmente la accompagnavano in questi viaggi, ma la polizia sospettava che lei non fosse interessata solamente a fare turismo. Oltre ad aprire conti e creare un'impresa di facciata a Miami, raccolse in contanti denaro per Messer, parte del quale proveniva dai legami con la famiglia Mota, che le passavano il denaro in lotti di 10.000 dollari, per non suscitare sospetti quando attraversava le frontiere. 

Nel frattempo, Messer continuava a cercare una via di fuga in Paraguay. Contattò il suo avvocato, Leticia Bobeda, con buone conoscenze ad Asuncion, che aveva almeno 100.000 dollari del suo denaro pronti per pagare mazzette. Bobeda cominciò a prendere contatti nel nuovo governo, e a marzo del 2019 lei gli disse che aveva trovato un modo di ottenere gli arresti domiciliari, con la promessa che non sarebbe stato estradato in Brasile. 

Bobeda inviò un messaggio di testo a Messer, come aveva fatto precedentemente, nel caso di un altro contrabbandiere brasiliano chiamato Luiz Henrique Boscatto, che era sfuggito ad una condanna per contrabbando di sigarette e altre imputazioni in Brasile, e aveva pagato 600.000 dollari al ministro dell'Interno, Juan Ernesto Villamayor, per ottenere gli arresti domiciliatari e la promessa di non estradizione.  

 “E lui è contento di quello", scrisse Bobeda a Messer. 

Bobeda disse che, nel caso di Messer, si poteva arrivare ad un accordo simile: rimanere cinque mesi in prigione ed il resto agli arresti domiciliatari; in cambio, avrebbe dovuto pagare 2 milioni di dollari al ministro. Aveva parlato anche con il nuovo capo di SENABICO, la Segreteria Nazionale di Amministrazione di Beni Pignorati e Confiscati, che era suo amico e che, secondo Bobeda, si era impegnato a recuperare i beni di Messer attraverso un tribunale civile anziché penale, diminuendo ulteriormente il tempo da trascorrere in prigione e la perdita di beni in Paraguay. 

Ma Messer non si fidava dei politici paraguaiani. Era, come lui stesso disse, chiedere troppo a qualcuno. “C'è un detto in portoghese", scrisse in uno dei suoi messaggi di testo in spanglish: "Quando ricevi più di quello che dovresti ricevere, il santo comincia a sospettare”.

In altre parole, il trattamento era troppo buono per essere vero. 

Frustrato ancora una volta, Messer ritornò al suo piano originale e contattò il suo "fratello dell'anima", Cartes, attraverso il suo vero fratello, Julio Messer, che abitava a New York. Secondo i messaggi di testo di Messer con Bobeda, Cartes l’avrebbe messa in contatto con un senatore paraguaiano affinché cominciassero a programmare i dettagli del suo arresto domiciliare. Finalmente il senatore inviò un emissario. 

Nel frattempo, l'altro accordo che Messer stava negoziando, quello del ministro dell'Interno, sembrava mettersi in moto quando il ministro inviò il suo stesso emissario per avere un colloquio con l'avvocato di Messer. Improvvisamente, sembrava che fosse iniziata una corsa per vedere chi sarebbe stato il primo a ricevere i milioni di Messer. Ma la Polizia Federale brasiliana stava per fare il salto. 

'Un fattorino’
Agli inizi di luglio del 2019, le autorità brasiliane giunsero ad un accordo con l'ex moglie di Messer e i suoi tre figli, che accettarono di testimoniare e restituire 370 milioni di reali (95 milioni di dollari); inoltre, arrestarono poco dopo un socio di Messer a Rio de Janeiro. E alla fine di luglio, la polizia localizzò la residenza della fidanzata di Messer, Myra Athayde, l'appartamento di Via Pamplona a Jardins.  

Mentre vigilavano la proprietà, notarono "un uomo discreto e di mezza età che usciva raramente dalla residenza", come scrissero più tardi nel fascicolo del caso. Quello fu il primo indizio che forse avevano il loro obiettivo nel mirino. La polizia cominciò anche a monitorare i telefoni di Athayde e sua madre. In una chiamata del 27 luglio, un uomo che si identificò come "Marcelo" chiamò al telefono della madre e disse che si trovava in un negozio dove vendevano cani di razza pura. Nel corso della chiamata, disse alla madre che voleva ‘ritirarsi’ e si lamentava che la sua fidanzata viaggiava sempre. 

Quel lamento sollevò dei sospetti: come sapevano, Athayde stava viaggiando molto, soprattutto negli Stati Uniti. Dopo la chiamata, la polizia cominciò a programmare un'operazione per vedere chi era quell’"uomo discreto" nell'appartamento di São Paulo, e il 31 luglio del 2019, la Polizia Federale inseguì Messer mentre ritornava a casa dalla palestra. Cinque agenti si diressero alla porta. Era aperta. Messer era seduto nel soggiorno, di fronte al televisore e con vestiti sportivi, fumando marijuana. Non oppose resistenza.   

Gli sequestrarono materiali importanti: i suoi documenti d’identità reali e falsi, gioielli, telefoni e varie schede telefoniche, un iPad, un computer Macbook e documenti collegati con l'apertura di conti bancari ed imprese di facciata in tutta la regione. Utilizzarono quei materiali per tracciare la sua rete, le sue attività di riciclaggio di denaro sporco ed i suoi traffici. 

Scoprirono che quello era un microcosmo di tutta la sua vita: prove dei suoi affari con cambiavalute e contrabbandieri; le sue interazioni con politici dei più alti livelli, compreso Cartes (o, come Messer amava chiamarlo, "il re"), per ottenere un paracadute dorato; la sua lotta per trasferire ed occultare i suoi guadagni illeciti in Brasile, Paraguay e Caraibi attraverso varie tecniche comprovate di riciclaggio di denaro sporco, che aveva imparato lunga la sua trentennale carriera. 

Messer fu mandato in una prigione brasiliana, ma ancora non si era arrivati ad una condanna, e la sua prigionia fu temporanea. Si sposò con la sua fidanzata, Myra, in carcere. E nel mezzo all'espansione del coronavirus in Brasile, i suoi avvocati hanno ottenuto che gli fossero concessi gli arresti domiciliari a casa di sua suocera. 

Diversi appelli di chi è stato condannato nell'operazione Lava Jato hanno già avuto successo. E Messer, che ha detto di essere stato "un fattorino" delle élite politiche, promise in un'occasione di “mettere la sua bocca sul trombone” se avesse dovuto affrontare una sentenza.  

Ad agosto del 2020, un giudice ha condannato Messer a 13 anni di prigione per riciclaggio di denaro sporco. Lo stesso mese, Messer ha firmato un accordo con le autorità brasiliane, che potrebbe tradursi in 18 anni di prigione, se collabora in altri casi di riciclaggio di denaro sporco ed appropriazione indebita di fondi. Questa collaborazione può arrivare ad avere profonde implicazioni per entrambi i lati della frontiera. 

* Vinícius Madureira ha collaborato alle ricerche per questa storia.

Fontees.insightcrime.org

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