Terribili violenze hanno scosso gli abitanti del Mozambico, nella provincia di Cabo Delgado. La denuncia è partita dall’associazione Save The Children, i cui volontari parlando coi tanti sfollati hanno scoperto storie sconvolgenti di uccisioni violente e di decapitazione di bambini, perpetuate probabilmente da milizie armate.
Non è il primo attacco da parte di questi gruppi militanti a Cabo Delgado. In questa regione opera infatti la milizia di stampo jihadista Al-Shabaab (da non confondersi con l’omonimo gruppo somalo). I media locali avevano già denunciato lo scorso novembre la decapitazione di cinquanta persone su un campo da calcio.
In effetti, secondo quanto riportato dall’organizzazione non governativa, il conflitto iniziato nel 2017 ha causato nelle regioni di Cabo Delgado, Niassa e Nampula la morte di 2.614 persone, di cui 1.312 civili. Come se non bastasse, gli sfollati interni sono aumentati di quasi sette volte rispetto all’anno scorso, arrivando circa a 670.000. A questo si aggiungono le morti e i danni causate nel 2019 dal ciclone Kenneth e nel 2020 da pesanti inondazioni.
Nell’appello lanciato da Save The Children troviamo anche la testimonianza di una giovanissima madre di 28 anni che ha assistito alla morte del suo figlio dodicenne. “Quella notte”, ha raccontato la donna, “il nostro villaggio è stato attaccato e le case sono state bruciate. Quando tutto è iniziato, ero a casa con i miei quattro figli. Abbiamo cercato di scappare nel bosco, ma hanno preso mio figlio maggiore e lo hanno decapitato. Non abbiamo potuto fare nulla perché saremmo stati uccisi anche noi".
Madri impotenti, a cui è stata negata la possibilità di dare un ultimo saluto ai propri figli. Madri che non possono fare altro se non fuggire: “Dopo che il mio bambino di 11 anni è stato ucciso, abbiamo capito che non era più sicuro restare al villaggio. Siamo fuggiti a casa di mio padre in un altro villaggio, ma pochi giorni dopo sono iniziati anche lì gli attacchi”.
A seguito di queste notizie l’ambasciata statunitense ha annunciato che invierà dei militari per addestrare i soldati del Mozambico e fornire equipaggiamento medico.
“I resoconti di attacchi ai bambini ci feriscono nel profondo”, ha affermato Chance Briggs, Direttore di Save the Children in Mozambico, “il nostro staff è scoppiato in lacrime nel sentire le storie di sofferenza raccontate dalle madri nei campi profughi. Ogni bambino ha diritto alla vita, alla sicurezza e a essere protetto in tutte le circostanze, comprese guerre e conflitti armati”. Uno scenario terribile, spaventoso, inumano, in cui brutalità inaudite vengono perpetuate addirittura contro bambini, sotto il silenzio e l’indifferenza inquietante dell’intera comunità internazionale.
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Save The Children lancia allarme: bambini brutalmente decapitati in Mozambico
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- Miriana Mastrangelo