L'opera teatrale "Nel nome di mio figlio" di Our Voice, andrà in scena venerdì 12 marzo a Montevideo, Uruguay
A marzo va in scena l’arte militante.
Il movimento artistico e culturale internazionale Our Voice andrà di nuovo in scena a Montevideo in Uruguay presentando la sua ultima opera teatrale: "Nel nome di mio figlio". Lo spettacolo si terrà venerdì 12 marzo al teatro Stella D'Italia. L'opera, diretta dalla direttrice ed attrice italiana Sonia Bongiovanni, conterà con numerosi attori internazionali.
Per approfondire i temi dello spettacolo, ANTIMAFIADuemila ha intervistato la giovane direttrice, fondatrice del movimento Our Voice.
Sonia Bongiovanni ha detto: "Dirigere quest’opera teatrale, ‘Nel nome di mio figlio’ è per me una responsabilità ed un'esperienza di apprendistato, come lo è sicuramente per tutti i ragazzi che fanno parte dello spettacolo con i quali lavoro in modo collettivo sulle scene, sui copioni, sulla scenografia, la messa in scena, il vestiario e su ogni dettaglio che è necessario per tirare fuori tutti i punti di forza della storia che portiamo in scena: una denuncia alle situazioni gravi che stiamo vivendo nei nostri paesi e che stanno facendo soffrire molte persone in questo momento".
"Questo spettacolo - continua Sonia Bongiovanni - denuncia il vincolo e la relazione che c’è tra lo stato e la mafia, la corruzione politica ed il tradimento del paese agli ideali della democrazia, della libertà, della giustizia, della lotta che tutti sentiamo durante il periodo giovanile ma che, con il passare del tempo, spesso ci dimentichiamo".
Una riflessione tristemente nota, tanto potente quanto importante se pensiamo intimamente alla nostra legge morale. Uno schiaffo sulla realtà perché la società sembra dormire ed essere adulti, o stare per diventarlo, ci riempie la mente di pensieri di rassegnazione che esauriscono i nostri desideri, se glielo permettiamo. Ed il mondo si trasforma in una costruzione di milioni di persone grigie, depresse, oscurate e senza amore. La vita smette di avere senso e si trasforma in una costruzione vuota e senza anima. Per questo motivo la gioventù è cosi importante perché ancora ha quella fiamma di vita intatta.
La direttrice dell’opera si riferisce ai motivi fondanti per i quali il movimento dei giovani di Our Voice si esprime attraverso l'arte: "L'arte può trasformare la nostra società. Noi come movimento crediamo che l'arte è un mezzo di lotta e di attivismo. È un grido per una nuova coscienza e per nuovi valori, valori umani che conosciamo da sempre e ai quali ora più che dobbiamo tornare visto tutto quello che stiamo vivendo. Mi riferisco al medioambiente, alla società, alla politica, all’economia, al nostro essere umani, sotto tutti gli aspetti. Dall’arte possiamo capire tutto quello che facciamo. Il teatro, la musica, la poesia, la scrittura, la drammaturgia, per noi sono espressioni di un desiderio di un mondo nuovo, di una società nuova e di una lotta rivoluzionaria che può trasformare tutti gli spazi nei quali stiamo, dalla gioventù e tutta la società che abitiamo, fino a tutti i paesi nei quali ci troviamo come movimento".
Come vive la compagnia teatrale la preparazione di questa opera?
"È un'esperienza che ci carica di forza, energia ed entusiasmo, che facciamo con molto amore, in settimane e mesi di convivenza con giovani di tutte parti del mondo per potere tirare fuori qualcosa di originale e nuovo, ma contemporaneamente capiamo e sentiamo una responsabilità per la società, una responsabilità per chi stanno soffrendo in questo momento le conseguenze più grandi di questo sistema capitalista, di questo sistema mafioso, della corruzione e delle politiche che stanno distruggendo intere società e molte vite in questo momento."
Juan Manuel Ferreira, protagonista della storia narrata nello spettacolo, esprime ad Antimafia Duemila, le sue emozioni e le sensazioni che ha provato mettendo in scena quest’opera ed esponendosi in questa denuncia artistica alla società: “Vivo tutto questo con molto entusiasmo e responsabilità per quello che significa. È molto difficile anche interpretare il mio ruolo perché io desidero realmente un vero cambiamento e credo nel cambiamento, e la parte che interpreto è quella di chi desidera una vita individualista ed egoista che tende a migliorare il suo status. È una sorta di contraddizione" ha affermato Juan Manuel. "A me non importa del mio status ma mi interessa come persona di generare un cambiamento".
La giovane direttrice di Our Voice ci illustra anche il tema dell’opera e i grandi temi che tratta: "Attraverso la storia di una famiglia, attraverso la storia di un padre con il figlio, lo spettacolo cerca di mostrarci una realtà che non estranea a nessuno dei paesi dell'America latina, a nessuno dei paesi dell'Europa e che ci sembra importante da portare in scena ora che ne abbiamo la possibilità, per chiamare tutti ad una riflessione a partire dall'arte e dallo spettacolo. Uno spettacolo che ha ovviamente momenti di ballo, musicali e di attuazione e che cerca, attraverso l'emozione, di portarci alla situazione che stiamo vivendo in questo momento come società".
Una famiglia formata da Manuel, Amanda ed il figlio del compagno, Lautaro, scossa fuori e dentro da differenze di interessi che interferiscono sull'armonia familiare al punto di rompere quell'unione.
Gli ideali che entrambi i genitori proclamavano come capi saldi nella loro gioventù, e che Lautaro ha ereditato come propri, ora si rompono e vengono oscurati e corrotti per influenze esterne e debolezze proprie che li sommergono e che saranno la sua perdizione.
La disperazione, la nostalgia, la paura ma anche la tenerezza, la passione e l'amore, sono emozioni che oltrepassano inevitabilmente lo spettatore in questo dramma scritto da Sonia Bongiovanni, Ramiro Cardoso, argentino, e da Diego Grachot, uruguayano.
Our Voice è il movimento nato in Italia da Sonia Bongiovanni quando aveva appena 13 anni per organizzare e mettere in scena un intervento di denuncia alla mafia. 'L’arte uccide la mafia', questo era il titolo del primo spettacolo di Our Voice che ha segnato l’inizio di quello che oggi è a tutti gli effetti un movimento internazionale di giovani.
Come ci ha abituati negli anni questo movimento, la riflessione e la prospettiva che abbiamo sulla vita e sulla società ci libera a livello interiore ogni volta che vediamo un'opera o ascoltiamo una canzone di questi giovani. È uno degli obiettivi di Our Voice e di questo pezzo teatrale di cui sono protagonisti Juan Manuel Ferreira, Fátima Amaral e Stefano Centofante insieme ad altri attori provenienti dall'Italia, dall’Argentina e dall’Uruguay, insieme, per questa occasione speciale, anche all’attore uruguayano Daniel Amaral.
"Nel nome di mio figlio" va in scena per la prima al teatro Stella D'Italia in via Mercedes 1805, tra Tristán Narvaja e Eduardo Acevedo, alle 18 (ore 22 in Italia) e alle 20 (ore 24 in Italia). Per prenotare il proprio posto chiamare il numero +598 92 700 125.
Foto © Our Voice/Leandro Gómez
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