Ministri del G7 condannano il colpo di Stato
Le forze armate birmane hanno annunciato ieri, 2 febbraio, l'istituzione di un nuovo Consiglio amministrativo di Stato (Sac) presieduto dal comandante in capo Min Aung Hlaing, che ha accentrato i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario dopo il colpo di Stato di lunedì, 1° febbraio. Il Consiglio amministrativo sarà chiamato a nominare una nuova commissione elettorale di cinque membri, e un nuovo governatore della banca centrale. I poteri del Consiglio amministrativo sono ancora poco chiari, ma al nuovo organismo sembra essere stata affidata una funzione di controllo dell'Esecutivo. Secondo una nota diramata dalle forze armate, il Consiglio è composto di 11 membri, di cui la maggior parte militari. Il generale Soe Win assumerà la funzione di vicepresidente, e simili consiglio amministrativi dovrebbero essere istituiti anche nei singoli Stati e nelle regioni birmane. Prima dell'annuncio dell'istituzione del Sac, Min Aung Hlaing ha preso parte a un incontro coi nuovi ministri, ai quali ha dichiarato: "Dobbiamo guidare il paese sino alla formazione di un nuovo governo, dopo le prossime elezioni generali". Tra le priorità menzionate dal capo delle forze armate figura la revisione delle liste elettorali, che secondo i militari contengono irregolarità. La Costituzione attualmente in vigore in Myanmar, varata dalla giunta militare nel 2008, prevede che in caso di proclamazione dello stato di emergenza da parte del presidente, tutti i poteri fondamentali vengano attribuiti al comandante in capo delle forze armate.
G7 condanna il golpe
Nel frattempo i ministri degli Esteri del G7 hanno condannato il "golpe" nel Paese ed espresso "preoccupazione" per le sorti dei leader politici arrestati dai militari tra cui Aung San Suu Kyi. "Noi, i ministri degli Esteri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea siano uniti nel condannare il golpe nel Myanmar”, hanno affermato in una nota. "Siamo molto preoccupati per la detenzione dei leader politici e degli attivisti della società civile, tra cui il Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi ed il presidente Win Myint, e per gli attacchi ai media", hanno aggiunto. I ministri del G7 hanno quindi esortato i militari a revocare lo stato di emergenza e permettere l'accesso agli aiuti umanitari da parte dei più vulnerabili. "Chiediamo all'esercito di porre immediatamente fine allo stato di emergenza, ripristinare il potere del governo eletto democraticamente, rilasciare tutti coloro che sono stati ingiustamente detenuti e rispettare i diritti umani e lo stato di diritto - hanno concluso i ministri degli Esteri - I risultati delle elezioni di novembre devono essere rispettati e il Parlamento dovrebbe essere convocato al più presto”.
Foto © Prachatai is licensed under CC BY-NC-ND 2.0
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