Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Familiari del defunto sostengono sia stato strangolato da un poliziotto uruguaiano

"Avremo giustizia. Comincia una gran battaglia", annuncia il fratello

Un alone di mistero circonda il caso del cittadino italiano Luca Ventre, di 35 anni, e padre di una bambina di 8 mesi, che nelle prime ore del mattino del 1° gennaio, dopo essere entrato nella proprietà dell'Ambasciata italiana di Montevideo, Uruguay, scavalcando la cancellata, è stato sorpreso da funzionari della vigilanza interna e più tardi, trasportato al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Clinicas, è deceduto per uno scompenso cardiaco. Su questa vicenda, Fanpage.it ha pubblicato qualche giorno fa un video di quattro minuti e mezzo che mostra delle immagini su questo episodio non ancora chiarito. Un video che offrirebbe una prospettiva molto differente dalla versione ufficiale.
Le immagini mostrano chiaramente che quando Ventre è stato fermato era disarmato e due guardie, uno di loro indossava l'uniforme della polizia uruguaiana, lo hanno immobilizzato per circa 15 minuti, tenendolo per il collo. La famiglia di Luca Ventre chiede che sia fatta luce sui fatti. Il fratello della vittima, Fabrizio, e sua madre, che vivono in Italia stanno offrendo la loro versione dei fatti ai mezzi di comunicazione italiani, e Fanpage.it ha reso pubbliche le immagini delle telecamere di video sorveglianza dell’ambasciata il cui contenuto, se confermato, potrebbe rivelarsi fortemente compromettente per la Polizia uruguaiana.
Da parte sua Fabrizio Ventre, fratello della vittima, nel suo profilo Facebook, ha pubblicato un comunicato che inizia così: "Luca Ventre è stato ammazzato strangolato nell'ambasciata italiana di Montevideo da parte di un poliziotto uruguayano” e ancora “il teatrino disgustoso inscenato dalla polizia per farlo sembrare vivo all'arrivo in Ospedale con la complicità dei paramedici e il silenzio e l'assenza totale dello Stato Italiano”. Da parte sua, l’Ambasciata italiana a Montevideo il 2 Gennaio ha diffuso un comunicato dove assicura il proprio sostegno ai genitori di Luca Ventre: “Massima vicinanza e impegno affinché le autorità dell’Uruguay chiariscano le cause del tragico decesso”.
Al di là dell’impatto che le immagini possano causare, il fatto in sé presenta non pochi interrogativi. Il primo interrogativo riguarda il motivo per cui Luca Ventre (come si vede nel filmato delle telecamere pubblicato da Fanpage.it) alle 07:04 del 1° gennaio scende da un camioncino, con un portafoglio per poi avvicinarsi al muro dell'Ambasciata (sulla via Juan Benito Lamas vicino a Ellauri), arrampicarsi e scavalcarlo. Il secondo interrogativo è quello di cercare di capire perché le guardie interne dell’Ambasciata, dopo che Luca Ventre (che dalle immagini sembrerebbe disarmato) è stato immobilizzato e messo in ginocchio, viene letteralmente buttato sul pavimento e poi una viene stretto al collo da una delle guardie (si vede la guardia in uniforme della polizia uruguaiana) per circa 15 minuti. Lo si vede immobilizzato (o incosciente), fino che finalmente alle 07.40 viene trasportato in un veicolo della polizia al Pronto Soccorso dell’Ospedale Clínicas, dove lo vediamo immobile su una sedia a rotelle.
Poco dopo è arrivata la notizia del suo decesso per scompenso cardiaco. Nel video, i poliziotti che si sono occupati del trasferimento avrebbero dato due versioni opposte: una che Luca Ventre nel veicolo era cosciente e violento, ed un'altra che era semi-incosciente con problemi cardiaci.
È chiaro che tutto il contesto del caso offre sfaccettature confuse ed in realtà aspetta alla Giustizia (e alle autorità della Polizia di Montevideo), chiarire l'accaduto. È certo che l'atteggiamento di Luca Ventre di entrare improvvisamente nell'Ambasciata (saltando un muro, disarmato e solo con un portafoglio), fa pensare ad un suo tentativo di avere qualche genere di risposta da parte delle guardie interne, dove è presente anche personale della polizia uruguaiana. Non dimentichiamo che all'interno di una Ambasciata vigono dei parametri che rispondono a territorio straniero, in questo caso l'Italia.
In Italia, ovviamente, sono in vigore delle leggi antiterrorismo ed è naturale che la vigilanza di turno, in quel contesta, debba proteggere il suo territorio. Quindi non sorprende l'intervento delle autorità per neutralizzare l'intruso, quello che sì sorprende, e che è la base del nostro dovere di informazione e dell’appello dei familiari di Luca Ventre, è la metodologia adottata per fermare la persona, ridurla e quindi neutralizzare un eventuale atto di violenza da parte sua. L'ombra di un eccesso della forza, provocando addirittura la morte, è a questo punto evidente, un particolare che ha spinto alla mobilitazione mediatica i genitori e i fratelli del defunto. Si rende necessario trovare la verità, mediante i meccanismi che una società democratica ha nelle mani, attraverso la Procura in uno Stato di Diritto.
Un mezzo di stampa uruguaiano, Teledoce (Telemundo), nel trasmettere la notizia il 2 gennaio, ha puntualizzato che "la causa della morte non è chiara", le perizie del caso sono state affidate all’Istituto Tecnico Forense. Un altro mezzo stampa, Montevideo Portal, segnala che Ventre era tossicodipendente.
Ovviamente la famiglia di Luca Ventre è stata opportunamente informata dei fatti e, successivamente, alcuni dei suoi membri in Italia hanno raccontato l’accaduto e chiedendo siano chiariti diversi aspetti. Scrive Fabrizio Ventre ancora su Facebook: “A 18 giorni dalla sua morte, non una telefonata, non una informativa della procura, non un messaggio del ministero o di qualunque componente dello Stato Italiano. Abbiamo i video di tutte le scene, gli interrogatori, i referti autopsici e tutte le prove raccolte dalle indagini effettuate dai nostri avvocati. Ho visto, rivisto e rivisto 100 volte ogni foto e video della morte di Luca. Abbiamo analizzato ogni filmato in tutte le modalità che la tecnologia permette. Avremo giustizia. Inizia una lunga lunga battaglia”.
Il caso ora, come nei primi giorni di gennaio, è ancora aperto, con un ulteriore elemento che è il video a circuito chiuso delle telecamere dell'Ambasciata italiana ottenuto in esclusiva da Fanpage.it. L'Ambasciata si è espressa con fermezza in un comunicato ufficiale: "L'Ambasciata di Italia con profondo rammarico conferma che ieri il signore Luca Ventre, un compatriota residente nella nostra comunità, è deceduto dopo aver scavalcato il muro dell'Ambasciata nelle prime ore della mattina e di essersi diretto agli uffici. Dopo essere stato fermato, il compatriota è stato trasportato all'Ospedale di Clínicas dove più tardi è deceduto" purtroppo.
Toccherà alla Procura uruguaiana fare piena luce su questo caso? Ce lo auguriamo per definire le responsabilità e trovare la verità dei fatti.

Foto originale di copertina: frame del video diffuso da Fanpage.it. Edit by Paolo Bassani

TAGS:

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos