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Pechino starebbe perseguendo un programma nucleare con dispositivi di terra, di aria e di mare, accrescendo e modernizzando le sue capacità nel settore atomico. E’ quanto si legge in un editoriale sul settimanale statunitense “Newsweek”, firmato dal segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e dal diplomatico Marshall Billingslea. Nell’articolo, ripreso sul sito del dipartimento di Stato con il titolo “La follia nucleare della Cina”, si legge che il Covid-19 “ha insegnato al mondo che le bugie del Partito comunista cinese possono avere conseguenze vaste e terribili”. Mentre gli Stati Uniti “rinnovano le richieste di trasparenza sul virus, esortiamo Pechino a fare chiarezza anche su un altro pericolo: l'accumulo di armi nucleari”. Nell’editoriale viene ricordato che durante la Guerra Fredda “Stati Uniti e Unione Sovietica hanno riconosciuto che il controllo degli armamenti era al servizio della sicurezza nazionale di entrambi i paesi”.
Le due superpotenze si sono quindi impegnate “in una serie di colloqui che hanno permesso a entrambe le parti di comprendere la natura dei nostri rispettivi arsenali nucleari”. Al contrario, scrivono Pompeo e Billingslea, oggi la Cina “non consente tale trasparenza per l'arsenale nucleare in più rapida crescita al mondo”. Pechino, infatti, “rifiuta di rivelare quante armi nucleari possiede, quante intende svilupparne o cosa intende farne”. Questo fa della Cina “il meno trasparente dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.
Nonostante il riserbo mantenuto dalla Repubblica popolare cinese sulle sue attività nucleari, “sappiamo che la Cina sta rapidamente modernizzando le sue capacità” prosegue l’articolo, precisando che “il segretario generale Xi Jinping sostiene questa crescita”. Questi, infatti, subito dopo essere salito al potere nel 2012 ha descritto il controllo cinese sulle armi nucleari come "sostegno allo status della Cina come grande potenza". I due diplomatici spiegano che le immagini satellitari in possesso delle autorità statunitensi “mostrano i progressi del Pla (L'Esercito popolare di liberazione cinese) verso tale obiettivo, con una parata militare del 2019 a Pechino con missili nucleari”.
In quell’occasione veniva esibito anche il missile Dongfeng-41, che potrebbe “colpire le coste americane in 30 minuti”, precisano Pompeo e Billingslea. “Abbiamo bisogno anche degli amici dell'America in questa lotta” aggiungono, per poi concludere che “molti dei nostri alleati e partner, tra cui più della metà dei nostri alleati della Nato, hanno esortato Pechino a sedersi al tavolo dei negoziati, ma troppi paesi rimangono pubblicamente in silenzio di fronte alla crescita nucleare di Pechino”.

Fonte: Agenzia Nova

Foto © Imagoeconomica

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