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Netanyahu accusa Gantz di non aver rispettato accordi

Israele va verso le quarte elezioni politiche in due anni. I leader dei due partiti che formano la coalizione di governo, "Likud" e "Blu e Bianco", non sono riusciti a trovare un'intesa entro la scadenza di mezzanotte, il che ha portato, per legge, allo scioglimento della Knesset. E' durato quindi appena otto mesi il matrimonio forzato tra Benjamin Netanyahu e Benny Gantz, nessuno dei quali era riuscito a prevalere sull'altro nelle tre elezioni precedenti. L'emergenza sanitaria aveva poi costretto i due rivali a un accordo, che prevedeva una rotazione per la carica di presidente del Consiglio e l'adozione di una legge di bilancio unica per gli anni 2020 e 2021. Per superare le divergenze, Gantz aveva suggerito in extremis di votare due manovre separate, una per il 2020 e una per il 2021. La proposta di compromesso è stata però respinta dalla Knesset con 49 voti contro 47, decretando lo scioglimento del Parlamento. La riapertura delle urne è prevista per il prossimo marzo e la campagna elettorale promette di avere tra i temi centrali la pandemia di Covid-19 e il processo per corruzione che vede imputato Netanyahu, il cui inizio è stabilito per l'inizio del 2021. Se Likud rimane sempre in testa nei sondaggi, i consensi della formazione centrista guidata da Gantz sono invece precipitati a causa dell'incapacità dell'ex generale dell'esercito di far passare le riforme promesse. Al primo posto nelle elezioni di settembre 2019, secondo le ultime rilevazioni, "Blu e Bianco" oggi sarebbe solo al sesto o addirittura al settimo posto nelle preferenze degli elettori. A impensierire Netanyahu saranno invece "Tikva Hadasha" (Nuova speranza), un nuovo partito, schierato apertamente a destra, lanciato questo mese dal suo ex ministro Gideon Saar, che i sondaggi accreditano addirittura al secondo posto. A rosicchiare consensi al Likud è inoltre l'ascesa di Yamina, un'altra formazione di destra creata da un altro ex ministro, Naftali Bennett.

Foto © James Emery

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