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Sopralluogo della polizia degenera in una eccessiva repressione in Villa Mascardi

Sempre vigente l’impunità a Villa Mascardi, luogo dove venne ucciso Rafael Nahuel tre anni fa. Ancora oggi, quella regione dell'Argentina è terra di nessuno. Uno scenario favorevole affinché la repressione di uno Stato compiacente con i proprietari terrieri, trovi terreno fertile per un servilismo sfacciato e dannoso.
La mattina di mercoledì 16 dicembre, la Giustizia Federale ha realizzato un sopralluogo nella zona dove risiede la comunità Lafken Winkul Mapu, a 35 km. da Bariloche. Un centinaio di agenti della PSA (polizia di sicurezza aeroportuale), insieme ad altre forze di Stato, con il supporto di due carri armati militari e antisommossa.
Ancora una volta, le forze di sicurezza hanno accerchiato la comunità Mapuche dove bambini, donne e giovani vivono cercando di ricostruire la propria cultura, vilipesa da centinaia di anni. L'operazione di blocco totale viene messa in atto come d’abitudine: inibitori di segnali installati in modo da eliminare qualsiasi possibilità di richiesta di aiuto. È stato predisposto uno scenario già noto ad Antimafia Dos Mil, all’interno della Patagonia: una Patagonia letteralmente dimenticata e vulnerabile, a un punto tale che i diritti umani dei residenti vengono calpestati, come se niente fosse. In questa occasione ci sono stati spari, detonazioni ed un principio di incendio. Solo intorno a mezzogiorno gli agenti hanno iniziato a ritirarsi dal posto.
Durante l’intervento degli agenti è arrivato sul posto il pubblico ministero federale Sylvia Little, per guidare il "sopralluogo", che non si è concluso pacificamente. La tranquillità naturale della zona è stata interrotta dal pianto dei bambini della Lof che vivono con timore gli episodi repressivi, i continui spari da parte di agenti dello Stato in divisa, uno Stato che non fa altro che ostentare il proprio potere, per imporsi, intimorire e neutralizzare ogni tipo di resistenza tra i popoli originari, che a loro volta sono sostenuti da organizzazioni per i diritti umani e da migliaia di persone, fuori dall'Argentina.


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Ritengo un dovere ricordare che il 25 novembre del 2017, un comando del gruppo Albatros della Prefettura Navale Argentina assassinò in quello stesso luogo il giovane mapuche Rafael Nahuel; un delitto non ancora chiarito dalla Giustizia in uno scenario quasi identico a quello vissuto oggi.
Vi è un ordine di sgombero di questa proprietà, ma l’operazione odierna non ha a che fare con questo, quanto piuttosto con la realizzazione di una semplice verifica nella proprietà “per accertarsi sullo stato attuale dell'immobile, Hotel de Parques, stabilire se è sotto occupazione… (in passato la struttura era stata occupata dalla comunità) e analizzare di conseguenza la possibilità di sorvegliare la proprietà, o restituirla al suo titolare, o disporre altre misure necessarie a fermare il presunto crimine oggetto di indagine.”
Questo indicava l'ordine giudiziale firmato lo scorso 30 novembre dal sostituto Giudice Federale del Tribunale di Bariloche, Gustavo Zapata
Come può essere che un semplice sopralluogo finisca in una repressione sproporzionata? Come può essere che decine di uomini in divisa facciano ricorso alle loro armi regolamentari, per rispondere alle pietre che gli venivano lanciate contro? Sul terreno sono rimaste centinaia di cartucce, scaricate da armi assetate di sangue. Armi delle forze di sicurezza in mano a uomini accecati da un odio ancestrale, contro i popoli originari.


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Fino a quando permetteremo tutto questo? Cosa deve ancora accadere per farci comprendere che i mezzi di comunicazione occultano le repressioni sproporzionate? Come facciamo a non renderci conto che la nostra società è marcia fino alla radice e che i governi sono lacchè domestici di chi domina il mondo?
Dobbiamo dire basta una volta per tutte. Dobbiamo essere irriverenti e rivoluzionari, e dobbiamo cambiare la prospettiva della nostra visione, gridando per i deboli e per gli oppressi.

Foto tratte da: Comunità Winkul Mapu

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